Pianificazione Finanziaria #6: il passaggio generazionale
Quante volte capita di vedere persone finite in TV o sui giornali a causa di liti sull’eredità?
E non parliamo solo di liti tra rampolli delle grandi “dinastie” o VIP ma anche e soprattutto delle tante (troppe) liti tra “persone comuni” che, a volte, purtroppo sfociano in fatti di cronaca.
Persone che finiscono per litigare per questioni legate alle successioni.
Mors tua vita mea
recita un vecchio, “antipatico” modo di dire.
In effetti, il nocciolo della questione sta proprio qui.
Basterebbe, infatti, rovesciare il paradigma in
Mors mia vita tua
per prevenire ed evitare moltissime liti tra parenti e affini.
Basterebbe che ci fosse a monte la voglia di fermarsi un attimo e pensare a come lasciare ordine e armonia dopo di noi: un pensiero che, evidentemente, non è sempre presente o gestito per tempo o con gli strumenti adatti.
Un po’ per mancanza di consapevolezza e di conoscenze e un po’ (soprattutto in Italia), per scaramanzia.
Se a questo punto dell’articolo ancora non hai preso amuleti o fatto gesti scaramantici, vuol dire che stai pensando che questo tema, anche se “scomodo”, merita di essere approfondito e affrontato seriamente.
Fai bene, perché qui non c'è in ballo solo la protezione dei nostri beni materiali, ma soprattutto quella di coloro che amiamo.
Vediamo allora, cosa potremmo fare per gestire al meglio, nell’ambito di una corretta pianificazione finanziaria, anche gli aspetti legati alla nostra eredità.
I PRIMI PASSI, QUELLI IMPORTANTI
Il primo passo, come sempre, è informarci.
Informarci per conoscere e scoprire:
Il secondo passo è confrontarsi con un/a consulente finanziario/a o con un notaio di fiducia e condividere per tempo e in piena consapevolezza come gestire al meglio la nostra pianificazione successoria e, quindi, il nostro passaggio generazionale.
INNANZITUTTO, CONOSCERE LE REGOLE
Partiamo dal dire che, mortis causa, secondo la legge italiana, esistono solo due possibili figure di successore: l’erede universale e il legatario.
L’erede universale è colui/colei che subentra in tutti i rapporti del defunto, siano essi attivi (come le proprietà) e passivi (come i debiti).
Per questo motivo, per ereditare universalmente, è necessaria l’accettazione del successore, che può essere espressa, tacita o con beneficio d’inventario.
Il legatario, invece, non ha di questi problemi perché subentra solo nei rapporti del defunto espressamente indicati.
Egli può comunque scegliere di rinunciare all’eredità.
Al momento della morte del de cuius si apre la successione.
I casi che possono verificarsi, a questo punto, sono soltanto due: non c’è un testamento oppure c’è un testamento.
IN ASSENZA DI TESTAMENTO
In assenza di testamento, al fine di evitare che il patrimonio del defunto venga disperso o sia oggetto di contenzioso tra familiari, è la legge che detta le regole successorie.
Per questo motivo, la procedura definisce esattamente chi e quanto eredita e prende il nome di successione legittima.
Chi eredita, sono gli eredi legittimi, che possono essere:
Quanto eredita ciascuno di questi eredi, se presente, è stabilito dalla legge compreso l'ordine di prelazione che si basa sul c.d. principio di gradualità (hanno priorità i parenti più prossimi e poi a scalare).
Ciò che è importante evidenziare, in questa sede, è che il/la convivente non rientra tra gli eredi legittimi e, se il defunto non ha parenti fino al sesto grado il suo intero patrimonio, va allo Stato che si accolla anche eventuali suoi debiti.
IN PRESENZA DI UN TESTAMENTO
Quando invece viene redatto in vita un testamento, è questo (e non la legge) a stabilire le regole, ossia chi e quanto eredita, al netto però di una quota di patrimonio che necessariamente deve per legge essere destinata ai parenti più prossimi del de cuius (successione necessaria) che restano:
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Questi eredi necessari, spesso definiti eredi legittimari, non vanno confusi con gli eredi “legittimi” che sono quelli, già descritti, che succedono al defunto qualora questi non lasci un testamento e che, per questo, vengono individuati dalla legge.
Nel redigere il proprio testamento il de cuius è dunque pienamente libero di destinare solamente una parte del suo patrimonio, chiamata quota disponibile, che corrisponde alla parte che residua da quanto deve necessariamente destinare ai suoi stretti congiunti, e perciò denominata “quota riservata” o “legittima”.
Attenzione. Le donazioni e il testamento che ledano i diritti dei legittimari (o eredi necessari) sono pienamente validi fino al momento in cui l'erede legittimario “dimenticato” o leso o diseredato al fine di rientrare della quota spettante, non agisca in giudizio con la cosiddetta azione di riduzione delle donazioni o delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima.
A differenza di quanto accade in assenza di testamento, se il defunto non ha parenti fino al sesto grado, attraverso il testamento, il suo intero patrimonio, anziché passare allo Stato, può essere destinato liberamente a chi desidera perché coincide totalmente con la sua quota disponibile.
GLI ASPETTI FISCALI: ALIQUOTE E IMPOSTE
Strano, ma vero.
Contrariamente a quanto ci aspetteremmo, l’imposta sulle successioni in Italia è (finora) estremamente agevolata, rispetto a quella vigente in altri paesi europei, ove mediamente sfiora il 30%.
Coniuge e figli del defunto, infatti, sono tenuti a pagare un’aliquota del 4% ma solo sulla parte di eredità eventualmente eccedente 1 milione di euro.
Al di sotto di tale soglia (franchigia), nulla è da loro dovuto.
Fratelli e sorelle sono invece soggetti ad una aliquota del 6%, ma sempre oltre una certa franchigia che, in questo caso, è pari a 100 mila euro.
Per tutti gli altri, parenti o meno (tra cui il/la convivente!), l’aliquota è all’8%, senza franchigia, ossia sull’intero importo ricevuto in eredità.
UN’ALTERNATIVA AL TESTAMENTO
Abbiamo visto come una “non scelta” comporti automaticamente la gestione dei propri lasciti sulla base di quanto previsto dalla legge.
Meglio optare per il testamento (a cui però attualmente ricorre solo il 13% degli italiani).
Inoltre, esiste anche un altro strumento per pianificare oculatamente la propria successione.
Sono le assicurazioni temporanee caso morte che possono integrare (o addirittura sostituire, in certi casi) il proprio testamento.
Innanzitutto perché consentono di destinare capitali a terzi, i cosiddetti beneficiari caso morte.
Capitali che vengono esclusi dalla successione legittima, in quanto la prestazione assicurativa deriva da un contratto stipulato inter vivos, è quindi fa maturare un diritto preesistente alla morte dell’assicurato.
Per la stessa ragione, queste somme sono anche esenti da imposta di successione.
Stessa funzione “successoria” delle temporanee caso morte, possono svolgere anche le polizze vita di investimento c.d. a premio unico, rivalutabili o meno.
Un esempio, può forse far comprendere meglio l’opportunità di optare, in certe situazioni, per una polizza vita.
Immaginiamo di essere single, senza figli e di avere da parte 150 mila euro.
Dal punto di vista fiscale, i nostri eredi legittimi come, ad esempio, fratelli o sorelle, dovrebbero pagare un’imposta di successione pari al 6% dei 50 mila euro eccedenti la franchigia.
Se, invece, per gli stessi importi, inserissimo questi congiunti come beneficiari caso morte di una polizza vita, non pagherebbero assolutamente nulla.
CONCLUSIONI
Per quanto esposto, risulta forse più chiaro comprendere perché la pianificazione successoria può e deve diventare parte integrante della nostra pianificazione finanziaria, tenendo sempre bene a mente quel vecchio proverbio indiano che recita:
“Non ereditiamo la terra dai nostri avi, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli. Nostro dovere è restituirgliela”.
Concetto questo che dovrebbe valere anche per altri ambiti.
Questo dedicato al passaggio generazionale, chiude un ciclo di sei articoli dedicati alla pianificazione finanziaria che dovrebbe considerare contestualmente le varie fasi del ciclo di vita e, quindi, la gestione del budgeting, dell’indebitamento, della protezione, della previdenza e degli investimenti.
Se vuoi leggerli o rileggerli, basta cliccare sui singoli link.
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Un saluto e a presto,
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6 mesiRoberto Pugliesi la prima volta che ho sentito la strana espressione “del de cuius“ mi sono un po’ stupita perché espressione si riferiva a una donna. Nei documenti si usa questa espressione poco inclusiva e questa la dice lunga sulla nostra cultura
Pensatore libero ex Team manager presso ALLEANZA ASSICURAZIONI, adesso in pensione #EMPATIA, ASCOLTO, GENTILEZZA, RISPETTO, UMILTÀ
6 mesiGiusta osservazione Roberto 🤝
Marketing Manager & Business Development Professional | Expertise in Banking, Financial Services & Fintech | Building Connections🫱🏻🫲🏻Driving Growth🚀
6 mesiGrazie per aver condiviso queste informazioni e l'importanza dell'educazione finanziaria. Trovo che sia un tema molto rilevante, spesso ci si ritrova in questa situazione all'improvviso, senza sapere esattamente come agire. Proprio l'altro giorno ne stavo discutendo con mio padre. Molte persone non sono consapevoli dei benefici di una pianificazione finanziaria adeguata, e questo porta a complicazioni che potrebbero essere facilmente evitate quindi concordo sul sottolineare l'importanza di acquisire competenze legali, fiscali e assicurative per navigare adeguatamente questa transizione.