PIR: UNO STURMENTO FISCALMENTE VANTAGGIOSO
I piani di investimento di risparmio (PIR) sono un tipo di strumento finanziario che investe almeno il 70% del capitale in azioni od obbligazioni emesse da aziende italiane.
Per incentivarne l’utilizzo, il Governo ha introdotto un vantaggio di natura fiscale: l’investitore non pagherà alcun’imposta sul reddito generato da quest’investimento.
Facciamo un passo indietro.
Di norma, ogni reddito, una volta prodotto, viene tassato. Nel caso di redditi di natura finanziaria, l’aliquota applicabile è del 26% o del 12,5% (la diversità deriva dalla natura dello strumento: se si tratta di un titolo obbligazionario governativo o appartenente alla c.d. white list, si applicherà la seconda).
Però, a questa regola fanno eccezioni i PIR. Difatti, se l’investitore li deterrà per almeno 5 anni, ecco che allora non pagherà nessun’imposta sul profitto.
Per questo motivo, tali strumenti d’investimento hanno suscitato interesse tra i risparmiatori italiani ed indubbiamente presentano degli aspetti interessanti, ma pur sempre da conciliare con l’orizzonte temporale e gli obiettivi del cliente. Questo per dire che non esiste “lo strumento” od “il prodotto” che va bene per tutti, ma sono tanti e diversi gli aspetti da considerare a seconda di ciascun investitore.