#Poesia
Nel sonno dei ricordi
Mi fermai. Non potevo andare oltre.Eri divenuto il dio della mia fantasia. Ora frequento di rado altri uomini,forse la voce è corsa anche a te, chissà?Uomini diversi e mai toccati ti immagino quando parli al giorno morente che ti volta le spalle.E cos'altro guarderanno i miei occhi ricchi di solo passato?Forse l'indifferenza del vento, germogli di menzogne che mi attraversano il cuore.E ti amo e quanto ti odio nell'incanto del mio umore.Ma altro mondo per me non esiste se non quello dove qualcosa appare inafferabi le incantesimo.Quei giorni erano stati il giardino provocante ad accogliermi in quel minuscolo tempio rotondo con colonne di marmo da cui scendevano verdi le chiome degli alberi, pendevano sino a lambire il prato e le cascate di glicine.Lasciai quel luogo sottratto alla profanazione del sogno quando avvertii le mani dell'inverno sempre più vicine.Così sei venuto a cercarmi mentre io ero persa in incontri con rassegnate farfalle la notte conosce la miseria che cerca il sangue e i lamenti degli infelici, ma prima che ne senta il pianto, fingo che i tuoi occhi siano lì ad osservarmi come la nuda materia che mi circonda. Vivo nell'ombra e non rosico più trafitta dall'alba, da ogni alba che si compiace di alzarsi nel suo stato di collera, a che serve il lume pagato da un freddo non conciliante?Ti aspetterò fino a quando suoneranno le campane per riaprire il cuore con parole scritte sulla neve.Le ferite non si chiudono se consegnate al dolore dell'esistenza, la musica è amica del vento della pioggia dei fiori già morti sul ciglio della strada dove nidificano fantasmi dalla forma di uccelli selvaggi.Anche per quel loro sguardo, cercherò parole per rapirti in quel mare schiumoso o riuscire a intravederti un'ultima volta. Quanta forza chiama la materia per essere scolpita, cadono maschere e sipari, inutile è il riparo da favole e illusioni, un regalo regala una semina meno cattiva, non giro più le spalle ai rigidi steccati delle convenzioniamo aperto il cancello al campo che ho dissodato da pesanti ingombri.Così ho letto la sorte, lasciando il sorriso morto sul campo dell'orgoglio.Segnare delicate tracce ai confini della terra del mistero dove il mondo dei mille piani impara l'alfabeto delle rose, inebriante aroma di sfrenate invenzioni, scolpite nel buio della sera. E' la tristezza del mio amore dissolto. Lungo il fiume tra chiari labirinti volano farfalle ammaestratele donne ricamano versi d'amore sui ventagli, una sola possiede lo spirito vivente.Ne senti il profumo quando si affaccia alla balaustra del cielo, quel sospiro mi entra dentro, lo nascondo e lo lascio sorridere.