Pragmatici o Sognatori?
Sono sempre stato un pragmatico. Vado per le spicce, come si suol dire. Le digressioni tendono ad annoiarmi, così come mi irritano un tantino le sovrastrutture. Quelle entità così utili eppure così odiose. E va bene, bisogna conviverci e ci convivo. Ma interiormente ho una latente fobia per le perdite di tempo.
E sono sempre stato un sognatore. Staccarmi dalla realtà sudaticcia e grave per volare in un mondo di colori e di magia è un istinto che tendo a liberare di frequente. E quando lo faccio perdo il concetto stesso del tempo, che in quei frangenti diventa irrilevante.
Vivo in questa perenne contraddizione. Così chi mi sta vicino mi può sorprendere a studiare saggi sull'organizzazione di un'azienda o sull'efficientamento dei processi, oppure a disegnare un aquilone o, magari, a scrivere un racconto di fantasia.
Non chiedermi il perchè. Sono fatto così e, per inciso, non saprei come altro essere. Lo trovo naturale, anzi, necessario. Cosa che, come puoi immaginare mi arreca non pochi problemi. Per esempio la difficoltà di trovare qualcuno come me. Oppure gli sforzi, spesso vani, di far comprendere il mio punto di vista.
Le contraddizioni non sono sempre ben viste, perchè sono difficili da comprendere e quindi da gestire. Eppure la vita ne è piena.
Le cose belle sono spesso irraggiungibili, le cose buone a volte fanno male, le scelte giuste talvolta richiedono grandi rinunce. Le contraddizioni sono ovunque intorno a noi.
Perciò voglio sollecitarti con una domanda.
Ha più senso cercare i criteri per risolverle o trovare la prospettiva giusta per abbracciarle?
Insomma, è più utile scegliere quale faccia della medaglia sia più vantaggiosa o scoprire il modo per trarre vantaggio dall'intero monile?
Non so rispondere per tutti, ma per me non ci sono dubbi. Proverò a spiegarti il mio punto di vista utilizzando argomenti più inclini alla nostra condizione di uomini di azienda e professionisti.
Prendiamo ad esempio la cultura giapponese.
Secondo i loro millenari valori, bisogna sempre tendere alla perfezione. Una convinzione del Bushido (codice di condotta dei samurai), la perfezione è una montagna inaccessibile che deve essere scalata ogni giorno. Essendo inaccessibile nessuno vedrà mai la cima, quello che conta è l'ascesa perenne.
Questi principi li troviamo incarnati in Toyota, una delle più efficienti e solide aziende orientali, che ha influenzato il modo di produrre di tutte le aziende del mondo. I due valori fondanti di Toyota sono il kaizen (dove kai sta per cambiamento e zen per buono, migliore) e l'hansei (che significa autocritica, riconoscere i propri sbagli e imparare da essi).
Toyota è diventato il riferimento di tutte le Business school del mondo perchè il suo modello pragmatico e agile ha trasformato in fattori critici di successo la velocità e l'imprevedibilità del mercato (che, invece avevano affossato praticamente tutti i modelli tradizionali).
Il pragmatismo e l'agilità pagano. Eppure, nemmeno Toyota è riuscita ad avvicinarsi all'enorme successo raggiunto da Apple. Un'azienda che ha basato tutto il suo successo sulla visionaria ricerca di bellezza del suo fondatore.
Kevin Roberts, AD di Saatchi & Saatichi, definì Apple come un lovemark. E secondo me, tra i tanti affibbiati, mai attributo è stato più azzeccato.
Un lovemark è un marchio molto speciale, perchè non offre qualcosa da usare, ma qualcosa da amare. Non offre prodotti, offre esperienze. Tu non paghi per un oggetto, paghi per un'emozione.
Due modelli agli antipodi. Quello di Toyota dominato dalla concretezza e dal buon senso, volto alla soddisfazione di un bisogno esistente. E quello Apple, che fa leva sui sentimenti e sui sogni a volte inespressi della gente. In grado di creare un bisogno che prima non esisteva e un mercato che prima non c'era.
Interessante non trovi?
Ma è sempre in oriente che troviamo un suggerimento su come comprendere queste apparenti dicotomie.
I taoisti considerano la realtà come un equilibrio armonico di due opposti complementari: Yin e Yang.
Questa filosofia sembra offrire uno spiraglio di luce per noi formichine operose che ancora non abbiamo deciso se scalare la montagna oppure restare nei pressi del formicaio. Non a caso, è stata oggetto di studi di grandi menti come Gustav Jung, Philip Dick (per chi non lo conoscesse è lo scrittore del romanzo da cui è stato tratto il film Blade Runner. Un autentico genio) e Italo Calvino.
Secondo questa filosofia, non c'è da sprecarsi nel cercare quale sia la strada giusta. Perchè non ci sono due strade. La strada è una sola, se la guardi dalla giusta prospettiva.
E io sono fondamentalmente d’accordo.
Non voglio convincere anche te di questo, sono cose che non si attingono da fuori, ma germogliano dall'interno. Però voglio lanciarti una provocazione.
Ti piacerebbe di più lavorare in Apple o in Toyota, oppure in un'azienda che ha in sè entrambe le anime?
Chissà, magari proprio l'azienda in cui sei oggi.
Ma con un tu e tanti come te, che hanno deciso di scalare la montagna ispirati da un sogno.
Fammi sapere come la vedi...
A presto.
Nico Spadoni
Mi sentirei completo solo lavorando in entrambe. Ho studiato per anni la bellezza. Sono o meglio ero o volevo essere un manager nel campo dell'arte e dei beni culturali. Poi sono virato sul bit. Pragmatismo o bellezza? Non é forse Apple la fusione tra pragmaticitá e bellezza? Un oggetto non esageratamente tecnologico ma funcionalmente perfetto e piacevole da essere un simbolo. Mi piace la filosofia orientale ma schopenauer diceva che la sintesi la raggiungi solo nell'arte. E cose l'arte se non la traduzione pratica di una visione di bellezza? Scusate forse è tardi ed è domenica sera. Mi lascio andare. :-)
Life & Business Coach, Coach di Agilità e Facilitatore
7 anniPer me questo e' il vero modello bi-modal che le aziende dovebbero avere: una parte basata sull'efficacia e una creativa votata all'innovazione senza compromessi (anche se comporta distruggere i propri modelli di biz... tanto se non lo fai tu, lo farà qualcun'altro, no?)
Industry Technical Specialist @ Intel Corporation | Adoption of top-notch technological products
7 annibell'articolo . si... la via dello Ying Yang è la più facile e difficile e non può venire da fuori. mi sa che già sai come la.penso ;-)