Previdenza: 3 falsi miti da sfatare

Previdenza: 3 falsi miti da sfatare

Quando si parla di previdenza complementare, spesso si riportano delle inesattezze. Ecco un breve elenco dei principali miti da sfatare, soprattutto a beneficio dei giovani che entrano nel mondo del lavoro

E' troppo presto/ non ci ho ancora pensato

Quando si è giovani è più difficile pensare a obiettivi a lungo termine: di solito si è più concentrati ad affrontare il presente e a pianificare al massimo a 5/10 anni. E' con una maturità maggiore che si comincia a vedere la vita con prospettive diverse. La previdenza, essendo un obiettivo a lunghissimo termine, spesso non viene presa in considerazione.

Il momento migliore invece per cominciare a pensarci è nel momento stesso che si inizia a lavorare: non è un caso che, non appena si viene assunti, viene lasciato un tempo di 6 mesi per decidere cosa fare con il proprio TFR.

Questo è un momento fatidico per il proprio futuro previdenziale: spesso viene trattato con poco interesse, ma dovrebbe avere l'importanza di un rito di iniziazione. Nella volontà del legislatore, tutte le informazioni per una scelta consapevole dovrebbero essere fornite dal datore di lavoro. E' evidente che la complessità dell'argomento non possa essere delegata a strutture che non sono state create per questo: servirebbe uno "sportello previdenziale dei neo assunti". In mancanza di questo, è fondamentale rivolgersi ad un esperto che sappia consigliare i giusti passaggi.

D'altra parte, chi ben comincia è a metà dell'opera

Non voglio fare scelte irreversibili/ non voglio essere vincolato

Prendere un impegno per un lungo periodo spesso può metterci in difficoltà: quando non si dispongono di tutte le informazioni (e quando si parla di futuro, le incertezze sono tantissime!) spesso decidiamo di rinunciare.

E' proprio per questo motivo che è necessario creare un piano che possa anche essere flessibile nel tempo e adattabile alle future esigenze. Senza un piano però, non si arriva da nessuna parte.

Spesso si crede che accantonare dei soldi sulla previdenza complementare non consenta di ritirarli anticipatamente; se si fanno le cose per bene, innanzitutto si andranno ad accantonare le somme necessarie e non in eccesso. Sarà quindi meno probabile dover mettere mano a quanto già accantonato.

Dal 2017 sono poi state introdotte delle modifiche ai regolamenti dei fondi pensione che consentono di ottenere l'intero importo accantonato, anche prima del momento del pensionamento, e precisamente:

  • la possibilità di riscattare completamente il montante del fondo pensione all'atto del licenziamento (o chiusura della partita Iva)
  • la possibilità di svuotare il contenuto del fondo in un periodo di 5 o 10 anni prima della data dell'effettivo pensionamento, indipendentemente dalla cifra accumulata (R.I.T.A.)

Sono poi sempre possibili le richieste di anticipo (dopo 8 anni di partecipazione al fondo)

  • fino al 75% per acquisto o ristrutturazione prima casa
  • fino al 30% senza motivazioni particolari
  • fino al 75% per spese mediche (senza alcuni limite di anzianità)

Preferisco risparmiare e investire in modo autonomo

Pensare di poter fare in modo autonomo ciò che di solito viene delegato ad un professionista non è un'impresa semplice.

Sicuramente cominciare a risparmiare per quando si smetterà di lavorare è un ottimo proposito, tuttavia sarebbe un peccato non approfittare di tutti gli innumerevoli vantaggi che possono offrire i fondi pensione, soprattutto a livello fiscale.

Per una dimostrazione pratica di quando affermato, si rimanda al precedente articolo I gemelli a confronto: meglio aderire al fondo pensione o preferire il "fai da te"?

Ovviamente nulla vieta di integrare il fondo pensione con altri strumenti, ma la prima scelta dovrebbe essere quella: ricordo inoltre che è possibile utilizzare i fondi pensione complementari (2° pilastro) e, contemporaneamente, i fondi pensione aperti (3° pilastro).

Maggiore è la complessità della materia e maggiore è il bisogno di consulenza

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