PRIMA DE PARLAR, TASI!
C’è un grande bisogno di autocontrollo, oltre che di distanza.
Senza dubbio le condizioni eccezionali causate dall'emergenza Coronavirus hanno influenzato non poco anche le nostre abitudini mentali, oltre ai mille aspetti pratici della vita quotidiana. Quindi non solo salute, lavoro, economia e relazioni sono stati stressati dalla pandemia, ma anche il nostro cervello. Si stimano alte percentuali di aumento di disturbi psicologici, dalla depressione all'insonnia, per non parlare di separazioni nelle coppie, problemi nella gestione dei figli e nelle dinamiche adolescenziali. Del resto è stata una botta di una portata imprevedibile (così pare) e, ora che ci stiamo riprendendo la normalità, iniziamo a fare i conti con gli effetti del Covid19, anche se la coda sarà molto lunga e ci vorrà del tempo per tirare le somme. Mai come ora credo ci sia bisogno di autocontrollo, anche se è da molto che questa capacità sembra mancare all'essere umano. Dai rapporti personali a quelli professionali non siamo più capaci di riflettere a sufficienza prima di reagire, di temporeggiare prima di dare una risposta. Con conseguenze spesso negative. Non so se sia mancanza di educazione o di umiltà o effetto della frenesia della nostra società. E’ come se provassimo insofferenza verso chi ci sta parlando, soprattutto se si tratta di un collega, magari un “capo” che ci assegna dei compiti o che giudica il nostro operato. E così sbottiamo, la spariamo grossa, non riusciamo comunicare bene il nostro pensiero, inneschiamo automaticamente la polemica. A casa mia, nel Basso Piave, quand'ero bambino, mio papà metteva sempre sopra i pensili della cucina dei suoi cimeli, da bottiglie apprezzate e vuote di qualche grappa a chincaglieria varia che trovava in giro. Un giorno ci mise una brocca in terracotta, per la mescita del vino, che gli avevano regalato in un’osteria. C’era scritto in bella mostra “Prima de parlar, tasi!”, un modo di dire veneto molto diffuso dalle nostre parti. La traduzione credo sia intuibile per tutti, “Prima di parlare, taci, stai zitto, fermati un attimo”. Mi ricordo che mi capitava spesso di rimanere a fissare quella scritta, perché in realtà non la capivo, mi sembrava un controsenso e non intuivo il significato di due azioni così antitetiche e quasi simultanee. Quando chiesi a mio papà, instancabile lavoratore con la quinta elementare ma con tanta saggezza, cosa significasse quella frase, mi rispose che non bisognava parlare troppo, perché più parli più aumenta la probabilità di dire stupidaggini. Per carità, sentenza opinabile, ma ecco, da tanti anni ormai, da quando la politica si fa in tv con personaggi di caratura sempre più bassa e da quando i social hanno purtroppo dato la parola a tutti, penso spesso a quella brocca, a quell'oracolo sopra i mobili della cucina dei miei. Un cimelio.
CEO, Entrepreneur
4 anniBella cuffia :)
Senior PM, SAVE spa, Aeroporto di Venezia
4 anniBravo Giovanni "Prima de parlar, tasi"