[Primo passo] Da grande voglio essere...
Ovunque mi giri capita di leggere o sentire la domanda che forse un po' a tutti abbiamo subito: cosa vuoi fare da grande? Si tratta del periodo giusto, visto che sono una neolaureata (ormai faccio un anno!), e nei mesi passati in aula iFoa è una delle domande che io e i miei compagni ci siamo sentiti rivolgere più spesso, e non certo con fare canzonatorio. Sapere rispondere a questa domanda non solo rende noto che abbiamo le idee chiare, ma ci permette pure di realizzarle.
Alle elementari volevo fare la veterinaria perché amavo i peluche. Alle medie, pur continuando ad amare i peluche, mi ha attraversato la mente il pensiero che forse avrei dovuto operare anche i serpenti. Ho la fobia dei serpenti. "Non ce la faccio" mi sono detta, "e non sono una che si mette a fare un lavoro per metà".
Così, oltre ad adorare i peluche ho capito che avevo una passione per la Disney e che quindi sarei diventata un'illustratrice (Disney ovviamente, anche se pure gli anime non erano male!). Nel frattempo ho iniziato a scrivere, a usare i primi blog (live journal sei stato il mio scoglio e la mia roccia) e a partecipare ad alcuni concorsi. Ormai ero al liceo e sentivo che una strada l'avrei dovuta prendere prima o poi... in realtà sempre meglio prima. Fare la scrittrice era fattibile? E la giornalista? Sono una che fa molte domande, in effetti, e cerca di avere sempre una risposta adeguata, quindi perché no?
E allora come sono finita a studiare giapponese a Bologna? Il fascino dell'oriente, un'università prestigiosa (ottimi corsi, insegnanti preparati e competenti...) e tanta voglia di confrontarmi con qualcosa che si conosce poco: l'altro. Cinque anni di crescita personale e professionale, durante i quali mi sono impegnata per ottenere sempre il massimo. E poi? Un'opportunità: il corso in Tecnico esperto in progetti di comunicazione ed editoria digitale. Se siete arrivati in fondo al titolo senza fiatone, meritate un premio!
In questi ultimi quattro mesi ho acquisito nuove competenze, ho smussato alcuni angoli e focalizzato l'obiettivo: finalmente ho capito cosa volevo fare da grande! Il problema: come si chiama? La risposta non ha aspettato molto ad arrivare: copywriter.
E questo per me vuol dire versatilità, creatività, condivisione e tecnica (meglio se in team). Perché un copy (come lo chiamano gli amici) non copia! Inoltre, non ha un solo stile, un solo target e non gestisce un solo progetto per volta: ne ha molteplici. Ha però un solo obiettivo: risultare efficace arrivando alle persone.