A proposito di Potere, Leadership e Organizzazioni.
Ci penso e ci lavoro spesso, ma alcuni accadimenti mi hanno portato a questa rapida riflessione che intendo condividere.
Ed il recente intervento di @Enrico Parsi (sua visita a Tetrapak Italia) mi ha ulteriormente stimolato.
Parlando con alcuni Manager di futuro ritiro dal lavoro (per prossimo, magari non immediato, pensionamento), mi sono sentito dire che la mancanza maggiore che sentiranno sarà quella del Potere, ovvero di avere persone che, a prescindere dal merito, facciamo quello che loro chiedono/dicono.
Mi ha colpito questo, sia per i contenuti, sia per il fatto che ci stiano pensando comunque già anni prima dell’accadimento.
Una concezione molto distante dalla mia (sarà che non penso al ritiro, chissà quando accadrà...), e che secondo me ha una conseguenza sul modello di leadership praticato fattivamente da questi manager: rende molto difficoltosa la crescita "cognitiva" delle persone e della struttura organizzativa.
E poi mi sono imbattuto in questo passaggio, inserito in REINVENTARE LE ORGANIZZAZIONI, libro consigliatissimo per avere nuove visioni organizzative:
“La concentrazione del Potere al vertice, separando chi detiene il potere dai colleghi che ne sono privi, ha portato con sé problemi che da sempre, almeno a memoria d’uomo, infestano le organizzazioni.
Il potere è visto come una risorsa scarsa, per la quale vale la pena di lottare.
Questa situazione inevitabilmente fa uscire la parte nascosta della natura umana: l’ambizione personale, i giochi di potere, la mancanza di fiducia, la paura, l’avidità.
Alla base dell’organizzazione, emergono I fratelli gemelli della mancanza di Potere: la rassegnazione ed il risentimento”. (Frederic Laloux, “Reinventare le Organizzazioni”, Guerini Editori, 2017).
La logica della leadership esercitata attraverso il potere è propria di chi ritiene che le sole organizzazioni che funzionano siano la Chiesa e l’Esercito, di fatto.
Per loro leggere Reinventare le Organizzazioni, ed il libro di vent’anni prima di Manfred Kets De Vries, “Leaders Giullari ed Impostori”, è probabilmente tempo perso.
Forse leggere ed ascoltare in assoluto è tempo perso, mi vien da scrivere.
Per coloro che invece credono in organizzazione più eque e performanti, i libri che ho citato sono indispensabili.
Perché la concezione e la pratica della Leadership sono conseguenza della propria idea di Potere e di Visione dello Sviluppo delle Organizzazioni.
Infatti, parafrasando a mio modo Kets de Vries, il vero Leader probabilmente è colei o colui dei quali i collaboratori dicono “seguendo nei fatti quanto concordato insieme, non ci siamo nemmeno accorti che il leader ci fosse”.
Siete d’accordo?