Puglia e 4.0
Inutile girarci attorno: lo sviluppo tecnologico procede spedito verso orizzonti che molti di noi, ad oggi, non sono in grado di comprendere. Mancanza di comprensione che il più delle volte deriva da quella scarsa voglia di informarsi in merito ai benefici che una tecnologia potrebbe generare qualora fosse adottata.
Fonte: Eurostat.com
Analizzando i dati messi a disposizione da Eurostat.com è possibile comprendere come lo stivale d’Europa risulti essere al di sotto della media europea per quanto riguarda il livello individuale di possesso di skill dal punto di vista digitale. Seppur i dati più recenti afferiscano al 2019, la situazione ad oggi non sembra essere migliorata: nel dettaglio, se la media europea si attestava al 56%, quella italiana, invece, si attestava al 42% (valori percentuali calcolati come rapporto tra la popolazione in possesso di competenze lato digital e popolazione complessiva).
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Si tratta di dati che debbono far riflettere, soprattutto alla luce delle diverse applicazioni che le diverse classi tecnologiche già da tempo hanno non solo “nel mondo privato” bensì anche e soprattutto nel mondo legato alle imprese. Ovvio che per un’azienda disporre di capitale umano altamente qualificato rappresenta un asset imprescindibile per poter vincere quella che potrebbe essere definita come una vera e propria sfida, dato che la transizione al 4.0 non sembra essere riuscita a far breccia nel panorama italiano.
Quanto detto certamente non sta a significare che non siano ad oggi presenti player sul mercato italiano in grado di adottare soluzioni di questo tipo. Proprio quest’oggi è stata resa pubblica la notizia secondo la quale lo stabilimento di Modugno, in provincia di Bari, della società Merck (si tratta di una delle più grandi case farmaceutiche presenti sul Globo) sarà dotato di una tecnologia capace di garantire durante le diverse fasi di preparazione di prodotti medicinali la sterilità dell’ambiente di lavorazione. Si tratta di una tecnologia tutta italiana, la quale è stata sviluppata in collaborazione con la startup Biofordrug S.r.l.
Si tratta di un esempio tangibile di come anche in Italia siano presenti player dotati della capacità (soprattutto economica) e della volontà necessarie per adottare le differenti tecnologie che il mondo legato alla R&D è in grado di generare. Ovvio che ci si aspetta, soprattutto alla luce delle risorse messe a disposizione dal PNRR, che anche altre realtà siano in grado di adottare tali soluzioni, così da consentire alle stesse di poter abbracciare quel 4.0 che ad oggi rappresenta un tassello impossibile da lasciar marcire in un angolo della stanza.