Quali alberi piantare per cambiare il volto (e l’aria) di una città

Quali alberi piantare per cambiare il volto (e l’aria) di una città

Gli alberi hanno un ruolo fondamentale nel mitigare le emissioni e lo smog nelle grandi città. Esistono però specie più indicate, eccone alcune.

È bastato cambiasse il vento e l’“emergenza smog” pare scomparsa. Ma le cose non stanno così e mentre si attendono provvedimenti a lungo termine, in grado di scongiurare periodi così prolungati con una qualità dell’aria pessima, uno di questi potrebbe puntare sulla rivalutazione del ruolo degli alberi in città e in generale del verde pubblico.

Il verde è fonte di benessere per tutti gli essere viventi, uomo compreso. Negli agglomerati urbani può svolgere svariate funzioni, dalla riduzione dell’effetto “isola di calore” con la conseguente riduzione della temperatura, alla riduzione degli inquinanti, alla ben nota capacità di assorbimento della CO2 atmosferica. Ma ci sono delle specie arboree più indicate, in particolare per quanto concerne i climi del Nord Italia, con caratteristiche fisiche e fisiologiche più marcate. Da preferire quindi nel caso di nuove piantumazioni.

 

Gli alberi antismog

A redigere una sorta di lista è stato l’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna, guidato dalla dottoressa Rita Baraldi. “Questo studio nasce da un progetto europeo Life+ in collaborazione con il Comune di Bologna, per capire quali fossero le migliori piante da utilizzare in una città come Bologna”, spiega la dottoressa Baraldi. Per ogni pianta è stata calcolata, in un ciclo di vita lungo 30 anni, la capacità di assorbimento della CO2 e la conseguente trasformazione in biomassa; la capacità di fissare elementi come benzene, ossidi di azoto, diossina e molti altri attraverso la cuticola e i peli fogliari.Qui gli alberi svolgono un’azione disintossicante, perché capaci di metabolizzare gli inquinanti che compongono lo smog cittadino.

 

Inoltre per ogni pianta è stata calcolata la capacità di formare composti volatili organici (i cosiddetti Voc, ovvero sostanze odorose percepite sia dall’uomo che dagli animali), in grado in questo caso di aumentare le concentrazioni di ozono atmosferico. Per queste specie si dovrebbe quindi limitarne la presenza, almeno per quanto riguarda aree densamente abitate.

 

“Abbiamo classificato le piante in base all’accumulo di CO2, ovvero più di 2 tonnellate in 30 anni, e all’interno di queste categorie abbiamo realizzato altre classificazioni per quanto riguarda la mitigazione degli inquinanti e del particolato”, continua la professoressa Baraldi.

 

Ne è uscita una lista indicativa, da prendere come spunto sia per le amministrazioni pubbliche, che per i cittadini.

 

Bagolaro (Celtis australis)

Pianta dal rapido accrescimento rapido, che può arrivare fino ai 20-25 metri di altezza. Ha la capacità di immagazzinare 3660 kg di CO2 in 20 anni e di assorbire e catturare gli inquinanti molto alta.

Olmo comune (Ulmus minor)

Altro grande albero, dal portamento colonnare, può arrivare ai 30 metri di altezza. Ha la capacità di trasformare in biomassa 3660 kg di CO2, con una potenzialità di assorbimento degli inquinanti medio alta.

Frassino comune (Fraxinus excelsior)

Grande albero deciduo, che può superare i 30 metri di altezza. A rapido accrescimento in particolare nei primi anni, è capace di immagazzinare più di 3 tonnellate di CO2 in 30 anni. Anche questa è un’ottima piante per ridurre gli inquinanti.

Tiglio selvatico (Tilia cordata)

Varietà di grandi dimensioni, è uno degli antenati del tiglio comune. Di grandi dimensioni, sono tipici delle città e dei giardini. Anche questa varietà è un’ottima cattura CO2 e ha un’elevata capacità di ridurre lo smog.

Acero riccio (Acer platanoides)

Albero a rapida crescita, ampio, che raggiunge i 25 metri di altezza. Ha un’elevata capacità di immagazzinare CO2 (4807 kg in 30 anni).

Cerro (Quercus cerri)

Grande albero della famiglia delle Fagacae, può arrivare anche ai 35 metri di altezza. Alti valori di assorbimento dell’anidride carbonica (4000 tonnellate), sia se piantumato in città che in un parco.

Ginkgo (Ginkgo biloba)

Unico esemplare sopravvissuto di un antico gruppo di piante ormai estinte. Si tratta di un dinosauro vivente. Dal ritmo di accrescimento lento, ha un’ottima capicità di ripulire l’aria e di assorbire la CO2.

Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos)

Pianta a rapida crescita, molto utilizzata nei viali delle città e nei parchi. Anche questa specie ha alte capacità di riduzione dello smog cittadino.

Articolo pubblicato su LifeGate.it

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