Quali sono le principali criticità per Architetti e Ingegneri? Intervista a Carmelo Russo - Presidente INARSIND

Quali sono le principali criticità per Architetti e Ingegneri? Intervista a Carmelo Russo - Presidente INARSIND

#CarmeloRusso

Inarsind


La formazione universitaria e il percorso di studi che porta all’iscrizione all’albo degli ingegneri e degli architetti sono sufficienti per preparare i giovani ad affrontare la libera professione?

Secondo me la preparazione universitaria non può coincidere con quella per la professione, e ritengo sia giusto così. È corretto che esista una certa differenza tra la preparazione universitaria e l’attività professionale che a mio parere non può prescindere da un adeguato tirocinio in grado di preparare il giovane laureato alla professione.


La sua associazione rappresenta sia gli ingegneri che gli architetti, due professioni che richiedono preparazione e competenze, ma con problematiche differenti. Quali sono le difficoltà attuali che le due professioni stanno vivendo?

In questo momento, dopo un decennio di crisi vissuto dal 2008 al 2018, oggi sia il “superbonus 110%” che i fondi del PNRR rappresentano buone occasioni di lavoro sia per Architetti che per Ingegneri.

Il vero grande problema è sempre dato dalla burocrazia, dalla poca chiarezza delle norme e delle leggi, dalle loro continue modifiche, a cui si aggiungono spesso interpretazioni, anche di carattere locale: tutto questo rende il nostro lavoro più impegnativo.


Il cambiamento climatico e l’attenzione nei confronti del pianeta spingono anche ingegneri e architetti a ripensare alla professione in ottica green. Come sta cambiando il rapporto con i committenti? 

La sensibilità degli Architetti e degli Ingegneri in ottica green oggi trova sempre meno difficoltà ad affermarsi presso i committenti che, dal canto loro, sono sensibili all’argomento anche per gli aggravi economici che nascono da consumi di energia da fonti di tipo tradizionale. Spesso è lo stesso committente a precedere il progettista nella richiesta di soluzioni costruttive e tecnologiche in grado di produrre un apprezzabile risparmio energetico con l’obiettivo di conseguirne nel tempo anche uno di tipo economico.


Sempre più spesso, quando è necessaria una consulenza tecnica, ingegneri e architetti affiancano i giudici nei processi. Quali sono le difficoltà che oggi incontra un CTU (Consulente tecnico d’ufficio)?

Lo dico con rammarico, trattandosi di un argomento assai delicato come quello che riguarda la Giustizia, ma quasi sempre le difficoltà sono squisitamente di carattere economico.  Solo per dare una misura, i compensi relativi alle consulenze tecniche d'ufficio sono al di sotto del valore di quello che oggi viene definito come “salario minimo garantito”, ovvero al di sotto dei 9 euro/ora. 

Per talune prestazioni, quali le stime nelle procedure esecutive immobiliari, il consulente viene saldato in ragione dell’attuale prezzo di vendita dell’immobile per il quale ha condotto la stima, trascorsi anche più di dieci anni dal deposito della relazione e dunque dall’epoca di stima. In generale la liquidazione delle competenze si allunga anche per lungo tempo dopo la definizione delle controversie, che già di per sé non hanno mai tempi brevi. Per non dire degli oneri in cui incorre il consulente in occasione delle controversie che vengono archiviate senza che ne venga messo a conoscenza.


La normativa e il susseguirsi di decreti (pensiamo al Decreto Aiuti), soprattutto in ambito edile e degli appalti pubblici, richiedono molto più lavoro da parte di architetti e ingegneri che operano nei cantieri come direttori dei lavori o coordinatori della sicurezza. Un lavoro più gravoso, spesso non seguito da un compenso proporzionato. C’è ancora un problema di riconoscimento della qualità e quantità del lavoro svolto?

Sicuramente sì. Sono tanti i casi in cui la percezione evidente è che il lavoro del libero professionista sfugga dal rapporto, che pur si considera scontato per ogni altra attività, ovvero quello che esiste tra una prestazione e il suo compenso, forse in nome di chissà quali privilegi di cui noi godremmo. I casi che ha citato sono i più recenti e siamo intervenuti a rilevarne la contraddittorietà. Io desidero citarne un altro: il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ad esempio,  ha redatto in ben cinquantuno pagine, le Linee Guida per la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica , “ da PNRR” dico io, ovvero di quello speciale PFTE con cui, per questioni di celerità nell’uso dei fondi del PNRR si può procedere con l’Appalto Integrato. A fronte degli oneri che questo speciale tipo di PFTE comporta, senz’altro superiori a quello previsto dal Codice dei Contratti, nessuno ha pensato fosse giusto prevederne il relativo compenso.


Una delle attività svolte delle professioni tecniche è quella di fornire consulenza agli enti pubblici. Quali sono le criticità che riscontrate?

Mi dispiace di dover tornare ancora a battere il tasto economico, ma d’altra parte è quello più ricorrente. Nel mettere a gara i servizi di Architettura e Ingegneria molto spesso la base d’asta è errata e sconta già un arbitrario e “preventivo ribasso”, che nasce dal trascurare prestazioni che pure vengono richieste.  

Un altro aspetto, non trascurabile, è la scarsa considerazione che si ha della programmazione dei tempi della prestazione richiesta. Spesso si prevedono tempi assolutamente non adeguati, con ripercussioni negative non solo sulla qualità del lavoro, ma anche sulla qualità della vita del professionista.


Il superbonus 110%, pensato come una misura per trainare la ripresa economica del Paese dopo il Covid, si sta rivelando un boomerang per professionisti, imprese e cittadini. Qual è l’opinione di Inarsind in merito?

Sarebbe stato opportuno che questa norma anziché essere introdotta come una modifica al testo unico delle imposte indirette fosse stata definita come un nuovo testo specificatamente rivolto alla “riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.  Noi auspichiamo che i bonus in edilizia e il superbonus abbiano ancora un futuro, che possano essere governati da un testo unico, previsti per uno spazio temporale certo, anche con una percentuale inferiore a quella oggi prevista per il 110%, ma in grado di garantire committenti, tecnici ed imprese e scongiurando ogni fenomeno di speculazione.


Quanto gravano sull’attività dell’ingegnere e dell’architetto gli aspetti legati alla burocrazia e al rapporto con le pubbliche amministrazioni?

A quanto già detto a proposito del peso della burocrazia nella nostra professione, vorrei aggiungere una riflessione sulla cosiddetta digitalizzazione ed il progressivo abbandono del cartaceo, a cui siamo assolutamente favorevoli. Tuttavia, occorre porre fine all’assurda frammentazione e differenziazione di modalità che rendono problematiche, e spesso più gravose, procedure che l’implementazione del sistema telematico di trasmissione delle pratiche avrebbe dovuto rendere più semplici.

Occorre un intervento riparatore che prevalga anche sulle autonomie regionali, anche quelle speciali, dal momento che la quotidiana pratica lavorativa ci porta a registrare una mancanza di uniformità delle procedure degli sportelli SUE tra comune e comune anche all’interno della stessa provincia. A questo si aggiunga che in molti casi non è possibile avere una rapida interlocuzione con un operatore che possa risolvere problemi di blocco che impediscono del tutto l’inoltro della pratica anche per giorni.

Perché un giovane dovrebbe iscriversi all’INARSIND?

Perché è l’Associazione Nazionale di intesa sindacale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti e l’attività libero professionale ha bisogno di una specifica tutela del ruolo che non può competere a un organo come l’ordine professionale, a cui ci si iscrive per obbligo di legge, ma deve essere garantita da un’associazione a cui si aderisce liberamente. L’ordine professionale è stato istituito a tutela della collettività e vigila sul corretto svolgimento della professione tutelandola da chi dovesse svolgerla senza averne titolo o non correttamente; l’associazione tutela gli interessi professionali ed economici del proprio iscritto, ed è questo che Inarsind fa per i suoi associati.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Confprofessioni

Altre pagine consultate