Quanti "tombini aperti" ha il tuo portafoglio?
Cos’è un “tombino aperto” in assicurazione?
Partiamo dal presupposto che ogni assicuratore (leggi: Compagnia) alla fine di ogni esercizio finanziario ha un’esigenza assolutamente lecita e necessaria: far quadrare i conti.
Non è un termine tecnico ma rende l’idea; azionisti e shareholder vogliono poter apprezzare il profitto.
Per fare in modo che la sostenibilità della gestione caratteristica sia concorde alle nuove regole imposte dal legislatore e, nel contempo, abbia le carte in regola per affrontare rischi assunti in continua evoluzione verso impatti e frequenze via via più significativi, gli assicuratori si devono in qualche modo “difendere” sui testi di polizza.
In qualche modo ciò che leggiamo nei wording è il riflesso (a volte limpido, altre volte decisamente meno) delle politiche tecniche. Questo ovviamente è apprezzabile da coloro i quali i testi si prendono la briga di leggerli.
L’intermediario
Affannato dalla quotidianità, l’intermediario deve vendere per il budget e nel contempo deve star dietro a: formazione, circolari, ispettori commerciali, sinistri, telefonate, impiegati, scartoffie varie, clienti in crisi d’identità e via discorrendo. Ah si, torniamo ai wording… ma chi ha il tempo di mettersi a capire dove l’assicuratore ha piazzato:
· “esclusioni più o meno esplicite”
· “sfumate allusioni con parole dal significato ambiguo”
· “vere e proprie voragini tecniche dettate da S/P non più in forma”
· “riferimenti normativi vetusti e non più aderenti alla realtà”
· “riferimenti a eventi che fanno più parte del passato che non del mondo che ci aspetta”
Eccoli i “tombini aperti”.
Come un fiammifero acceso che piano piano si consuma, leggiamo testi sempre più ridotti nelle prestazioni ma nel contempo sempre più carichi di parole, con buona pace della “chiarezza” decantata nei salotti politici.
Del resto, se il mercato riassicurativo diventa un mare in tempesta e i trattati rincarano, i rischi impattano sempre più sul COR, le regolamentazioni non permettono “vie di fuga” e la gestione finanziaria è in stallo: dove si potrà generare utile?
Ipotizziamo:
· politiche commerciali di razionalizzazione dei testi, della serie tutti “zitti e buoni” – sventolando il vessillo della chiarezza per il cliente (che tanto una polizza mai la leggerà!)
Consigliati da LinkedIn
· esposizioni sempre più ridotte, ma colorate di marketing e campagne vendita
· disintermediazione e vari tentativi di vendita online (le ultime statistiche a riguardo non sembrano buone)
· bassa qualità nella gestione della prestazione (del sinistro)
· campagne di disdetta massive al primo sinistro
Se ti ritrovi in una o in alcune di queste situazioni avrai di certo capito, da intermediario, che l’espressione della tua professionalità è in pericolo.
Se per caso becchi un tombino aperto e perdi il cliente, niente e nessuno ti aiuterà a riportarlo a casa.
Questo succede in modo tanto più frequente quanto più complesso è il programma assicurativo in analisi, ovvero sul target della PMI diventa quasi obbligatorio non accontentarsi di ciò che “arriva dall’alto”.
Cosa posso fare contro i tombini aperti?
Possiamo aiutarti a trovarli e a chiuderli.
Non solo. Possiamo aiutarti a scovare quelli degli altri in poco tempo, riuscendo cosi a portare a casa un maggior numero di trattative.
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