Quanto è netta la rottura tra 2018 e 2019?
“Il rimbalzo più elevato dal 1991”, o “la miglior partenza annuale degli ultimi 29 anni”, così ha preso avvio il 2019.
Sicuramente un inizio molto incoraggiante, trainato dalle attese molto positive sugli utili aziendali e dalle prospettive di una politica più accomodante sul fronte del rialzo dei tassi da parte della Fed.
Dopo l’eccellente 2017 guidato da una ripresa globale sincronizzata, l’Europa è ricaduta nello scorso anno nel suo percorso abituale di crescita ridotta; da febbraio 2018 sino a dicembre l’indice che misura la volatilità globale (VIX) ha raggiunto livelli mai visti da più di cinque anni.
Lo scorso anno, soprattutto l’ultima parte, rappresenta invero agli occhi di molti solo un lontano ricordo, tutto sembra tornare positivo, ma il problema è che siamo solo ad inizio anno e la volatilità, anche violenta, caratterizzerà inevitabilmente anche il 2019. I rischi politici ed economici che hanno connotato gli scorsi trimestri, e che hanno appunto determinano un rallentamento generale, sono infatti ancora attuali: la guerra commerciale di Trump con la Cina e l'Europa ha avuto un forte impatto negativo su diversi settori, e ancora in Europa, l'esito della Brexit e gli agitati rapporti tra Italia e UE hanno pesato anche sul sentiment, a ciò vanno aggiunte le incertezze legate alle imminenti elezioni europee.
Questi ostacoli, se fino a poco tempo fa sembravano insormontabili, appaiono oggi relativi, quasi non vengono considerati da molti risparmiatori, ma è una posizione sbagliatissima: come già scritto, con molta probabilità il 2019 sarà un anno molto diverso dal quello appena concluso, ma non per questo andrà esente da rischi e da volatilità sui mercati, e allora come muoverci?
Come sempre la programmazione degli obbiettivi è fondamentale: se pianifichiamo, la volatilità assume le vesti di un’opportunità per implementare le nostre posizioni e per ottenere vantaggio nel lungo termine (pensate ad un PAC), se pianifichiamo la volatilità temporanea non ci condiziona, perché per noi è importante l’obbiettivo finale.