QUELLO CHE DICI TU E’ SEMPRE PERFETTO! Quello che c’è da sapere sullo stile relazionale passivo

QUELLO CHE DICI TU E’ SEMPRE PERFETTO! Quello che c’è da sapere sullo stile relazionale passivo

Vi capita mai di accettare condizioni che non vi piacciono per niente e poi aver il mal di pancia? Ecco vi siete appena mossi da uno stile relazionale passivo, non siete chiari ed espliciti rispetto ai vostri bisogni, vi siete messi da parte e avete lasciato posto all’altro e a propri obiettivi, ma qual è il costo?!

Cerchiamo di far chiarezza su questa modalità relazionale per cambiarla immediatamente, noi siamo importanti tanto quanto l’altro!

Come già scritto nell'articolo precedente, dove veniva trattato lo stile aggressivo, tre sono le componenti in ogni stile relazionale: cognitiva, verbale, non-verbale-para-verbale.

La componente cognitiva riguarda cosa pensiamo di noi e dell’altro. Stiamo dentro un’attitudine passiva quando ci poniamo “down” rispetto all’altro: agiamo una svalutazione di noi, il più delle volte confondendo una ferma asserzione con aggressività o l’inibizione con la gentilezza. Inoltre passiamo molto tempo a fantasticare su tutte le possibili conseguenze negative! Quello che ci frega sono i così detti pensieri irrazionali per cui crediamo di non dover dire qualcosa per non ferire l’altro. Ciò non consente di esprimere i nostri sentimenti. 

La componente verbale riguarda il modo in cui diciamo le cose: nello stile passivo lasciamo indietro la nostra idea a favore di quella degli altri, credendo di non aver il diritto di dirla. Ecco alcuni esempi: “scusa se...”; “sono d’accordo...”; “non posso dire di no”; “vedremo quello che accadrà”.

La componente non verbale e para-verbale si riferisce al modo in cui diciamo le cose: quando siamo in questa modalità relazionale abbiamo il dono dell’invisibilità! L’obiettivo è che nessuno chieda la nostra opinione, esporsi non è il nostro sport preferito!

Quindi riassumendo stiamo agendo uno stile relazionale passivo ogni volta che:

·     Permettiamo che vengano violati i nostri diritti e che gli altri ne traggano vantaggio

·     Non raggiungiamo i nostri obiettivi 

·     Ci sentiamo frustrati, infelici, ansiosi

·     Consentiamo che gli "altri” scelgano per noi

Cosa fare se ti sei riconosciuto in uno di questi punti? Il primo passo è cambiare la tua forma mentis: tu vali! Dai credito a ciò che pensi e soprattutto a ciò che senti. L’altro non ne morirà, discutere è sano e a volte anche divertente!

Quindi prenditi la responsabilità e sii chiaro su ciò che desideri e cerca un punto di incontro con l’altro. 

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