Quota 100: si parla tanto di pensioni ma...

Quota 100: si parla tanto di pensioni ma...

... hai già pensato a cosa fare per garantirti lo stesso stile e tenore di vita quando ti godrai il meritato riposo?

Con la cosiddetta "Quota 100", il nuovo governo, propone l'anticipo dell'età pensionabile... Ma con quale decurtazione dell'assegno pensionistico?

Attualmente, la legge prevede il pensionamento di vecchiaia con almeno 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi (sia per gli uomini che per le donne del settore pubblico e del settore privato). Mentre per la pensione anticipata occorrono almeno 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini) a prescindere dall'età anagrafica.

Non voglio annoiare chi mi legge con le normative; ciò di cui mi preme chiacchierare con i lettori oggi, è il "gap pensionistico" e gli strumenti con i quali questa differenza si può colmare.

Una simulazione, condotta pochi mesi fa, indicava che il gap medio tra l'ultimo stipendio percepito da reddito lavorativo e il primo assegno ricevuto dall'INPS si attesta tra l'82% e l'87%. E con l'avvento della già citata "Quota 100" è molto probabile che questa forbice si allargherà.

In Italia il problema è sottovalutato e le adesioni alle varie proposte sul mercato, che consentirebbero di attenuare le difficoltà di chi andrà a riposo nei prossimi anni, sono davvero limitate. Eppure le soluzioni, per azzerare questo divario e proseguire con lo stesso stile e tenore di vita, esistono e sono diverse tra loro.

In questo articolo ne citerò tre: i fondi chiusi, i fondi aperti e i contratti di assicurazione sulla vita.

I cosiddetti FONDI CHIUSI sono istituiti attraverso accordi collettivi; prevedono quindi, da parte dei lavoratori che sono rappresentati dagli stessi, una adesione volontaria. E' una soluzione che prevede costi ridotti rispetto ad altri prodotti e dà la possibilità all'aderente di versare, oltre al TFR, un contributo volontario a cui verrà aggiunto il contributo del datore di lavoro.

FONDI APERTI sono istituiti da banche, società di intermediazione, SGR ed è data l'opportunità a chiunque di poter aderire. L'offerta è ampia, ed è decisivo scegliere in base alle caratteristiche dei prodotti proposti. Le variabili possono essere:

  • Quantitative: come i costi totali e il rendimento corrisposto agli aderenti (magari osservandolo in tempistiche congrue: 5/10 anni)
  • Qualitative: come le eventuali garanzie e la dimensione del patrimonio in gestione.

A tal proposito ci sono diverse società di rating che forniscono dettagli con i quali poter fare delle valutazioni e dei confronti tra i prodotti.

Ed infine, i contratti di ASSICURAZIONE sulla VITA. Come i fondi aperti ogni lavoratore può sottoscriverli ma, questo prodotti di previdenza integrativa, sono proposti e collocati da imprese di assicurazione. Possono essere:

  • Polizze tradizionali collegate a gestioni separate
  • PIP (Ramo I)
  • PIP (Ramo III - Unit Linked collegate a fondi interni)

Con questi prodotti vale il discorso fatto in precedenza; una valutazione attenta delle caratteristiche attraverso le società di rating e, soprattutto, i costi che gravano sul contratto (di solito più elevati rispetto ai fondi pensione). E' importante anche definire il proprio profilo di rischio, per "centrare" in maniera efficace la corretta soluzione.

Si può fare anche "da soli", forse, ma per non andare incontro a brutte sorprese, scegliendo il prodotto sbagliato, adottando la soluzione meno adatta oppure sottoscrivendo un contratto non congruo per il tipo di investitore che si è, il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista. Chi conosce le normative, le soluzioni, ed è in grado di fare un analisi in base al profilo dell'investitore, può indirizzare meglio alle scelte definitive. Insomma, può aiutare a far sì che l'assegno mensile onnicomprensivo non si discosti molto dall'ultimo stipendio ricevuto, consentendo di continuare a vivere con il tenore del periodo lavorativo.

Prevenire è meglio che curare!

Pierluigi Santacroce


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