Resilience Training: Io sono ok? (1)

Esploriamo insieme il tema dell’autostima; in particolare – in questo articolo – della posizione esistenziale “Io non sono ok - Tu sei ok”. A breve vedremo le altre.

Posizioni esistenziali

Mi riferisco allo schema di Harris: le 4 posizioni esistenziali che fanno riferimento all’analisi transazionale:

•   Io sono ok - Tu non sei ok

•   Tu sei ok - Io non sono ok

•   Io non sono ok - Tu non sei ok

•   Io sono ok - Tu sei ok

Twerski, nel suo libro “Su con la vita, Charlie Brown!” (Mondadori) sostiene che: “un corretto atteggiamento di fronte alla realtà richiede una limpida percezione della realtà medesima. Se una persona vede il mondo in maniera distorta il suo atteggiamento non potrà che essere sbagliato. E se stima se stessa meno di quanto sarebbe giusto, il suo atteggiamento sarà allo stesso modo sbagliato, perché in fin dei conti ognuno è parte integrante del suo mondo”.

Ecco, siamo nel nodo gorgiano della nostra relazione con la realtà: per avere un atteggiamento efficace dobbiamo vedere con chiarezza, ma siccome noi vediamo attraverso il nostro atteggiamento mentale (inteso come interpretazione cognitiva) finiamo in un circolo vizioso… entriamo in un looping molto complicato che ci indebolisce grandemente e rende vane le nostre azioni.

Vedere, non vedere

In altri articoli ho sviluppato ampiamente questo concetto di “cecità”: il nostro modo di vedere è fortemente condizionato da: interpretazioni diverse, ruoli ricoperti, paradigmi e convinzioni radicate, persino da quello che siamo intenti a fare (la concentrazione su un’attività ci rende ciechi rispetto agli altri fattori del contesto).

Vediamo con chiarezza solamente ciò che corrisponde al modello mentale attivo in quel momento in noi; il resto è messo sullo sfondo, quindi non visibile.

La realtà oggettiva esiste eccome, ma noi non viviamo nel suo mondo: la nostra esistenza si svolge in un mondo che è una “costruzione”, un’interpretazione effettuata a partire dal reale”. (Pietro Trabucchi).

Quindi una posizione esistenziale di scarsa autostima è devastante… siamo agli antipodi della resilienza individuale, abbiamo abdicato al nostro scopo su questa terra, che è quello di determinare e direi quasi "costruire" il senso della realtà intorno a noi.

Di qui ad arrivare a pensare, come fa Charlie Brown in questa terribile striscia, di “non saper neppure sperare bene”, il passo è breve.

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