Restiamo a casa

Restiamo a casa

I medici, le istituzioni, i mezzi di comunicazione lo stanno ripetendo da giorni, ma non tutti sembrano averlo capito.

Il nostro sistema sanitario sta rispondendo in modo eroico alla sfida dell’emergenza Coronavirus, ed è finora riuscito a garantire le cure a tutti, ma è in estrema difficoltà. L’unica arma a nostra disposizione è la limitazione del contagio, che si può attuare solo limitando i contatti tra le persone.

Dobbiamo restare a casa. 

Gli unici spostamenti consentiti sono quelli motivati da comprovate esigenze lavorative (per chi è costretto a proseguire l’attività lavorativa nonostante la situazione di emergenza sanitaria), motivi di salute (per esempio una visita medica non differibile), o situazioni di necessità (per esempio l’acquisto di generi alimentari o medicinali).

Poter uscire di casa per una delle ragioni sopra indicate non significa essere liberi di fare ciò che vogliamo. Lo spostamento è consentito per la via più breve, andata e ritorno, senza soste e soprattutto evitando il più possibile i contatti con altre persone.

Lo dice il buon senso, ma non solo. E’ uno specifico obbligo dettato dai provvedimenti del governo, la cui violazione è sanzionata penalmente (decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e del 9 marzo 2020).

Le ragioni dello spostamento devono essere documentate mediante un’autocertificazione, che in caso di controllo sarà poi verificata dalle forze dell’ordine, per esempio mediante contatto con il datore di lavoro o con il medico, oppure controllando lo scontrino della spesa, che riporta anche data e orario.

Gli studi notarili devono rimanere aperti anche in caso di epidemia, lo prevede espressamente la legge (art. 142 della legge notarile), ma la stipula degli atti deve intendersi limitata alle situazioni di necessità, da documentare al momento della richiesta. Nella maggior parte dei casi, la stipula può infatti essere rinviata al termine dell’emergenza sanitaria. Lo spostamento fino allo studio del notaio può dunque ritenersi giustificato solo in casi eccezionali. Per il resto, valgono le regole che abbiamo appena descritto.

Nel caso in cui, per esempio, il contratto preliminare firmato dalle parti preveda che l’atto di compravendita sia stipulato nelle prossime settimane, l’attuale situazione di emergenza sanitaria, e le conseguenti limitazioni agli spostamenti delle persone imposte dal governo, integrano a mio parere un’ipotesi di forza maggiore, che esclude la responsabilità per il mancato rispetto del termine.  Si tratta infatti di una situazione caratterizzata da imprevedibilità e inevitabilità, e non è imputabile a colpa di nessuna delle due parti, ciascuna delle quali potrà chiedere il rinvio della stipula.

In caso di documentata necessità e urgenza, peraltro, l’atto dovrà essere stipulato alla presenza delle sole parti e del notaio, senza accompagnatori o altri soggetti, in modo che il contatto tra le persone sia limitato al minimo indispensabile, e con l’assunzione di tutte le precauzioni del caso (gli studi notarili si sono organizzati in modo di mantenere tra le persone la distanza prevista dalle norme in vigore, ma ciò è possibile solo in presenza di pochi soggetti).

Chi non rispetta le limitazioni allo spostamento, cioè esce di casa senza una valida ragione, oltre a mettere a repentaglio la salute propria e degli altri, commette un reato, «Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità», che è punito dall’art. 650 del codice penale con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a duecentosei euro, se il fatto non costituisce un più grave reato. Non si tratta, dunque, di una sanzione amministrativa, ma di un reato che verrà iscritto nella fedina penale.

Le sanzioni sono ancora più gravi nel caso in cui risultasse che l’autocertificazione contiene dichiarazioni false. In questo caso, secondo la giurisprudenza, il reato che si configura è quello di «Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico», previsto dall'art. 483 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a due anni: "chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità".

In ogni caso la minaccia delle sanzioni non dovrebbe neppure essere necessaria.

Il rispetto di queste regole è fondamentale per tutelare la salute nostra e dei nostri cari.

Restiamo a casa. 

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