Ridisegnare l’IT per affrontare una trasformazione epocale - Intervista a Stefano Venturi AD di HPE
Stefano Venturi, amministratore delegato per l'Italia e vice president di Hewlett Packard Enterprise, delinea la visione di un futuro quanto mai prossimo, in cui l'IoT invade il mondo di dati, l'industria 4.0 rinnova i modelli di business, la robotica entra nella vita quotidiana. Per affrontare questo scenario, secondo il manager, servono nuove architetture e modelli di elaborazione. Di seguito l'intervista pubblicata su bizzIT.it
HPE è ancora un leader tecnologico ?
Hewlett Packard Enterprise (HPE) sta ritornando a dominare l’eccellenza tecnologica. Rispetto ad alcuni anni fa siamo tornati, come in origine, alla focalizzazione sulla tecnologia di alto livello. Da quando il mondo è entrato nell’era digitale, l’innovazione ha proceduto in modo non lineare, con grossi salti. Si attraversano momenti di rallentamento in cui le imprese cercano di fare di tutto, ma nei momenti di crescita forte, come ora, vincono le aziende che si focalizzano, come sta facendo HPE.
Come si configura lo scenario tecnologico del prossimo futuro ?
HPE ritiene che davanti a noi ci aspetti uno dei più significativi balzi di innovazione della storia e le avvisaglie sono già evidenti: intelligenza artificiale, innovazione che esce dalle fabbriche, robot che entrano nella vita quotidiana, automobili che guidano da sole. Le tecnologie di analytics sui Big Data offrono enormi vantaggi competitivi alle aziende che le sanno utilizzare prima e meglio di altre. L’IoT sta producendo una mole di dati come l’umanità non ha mai neppure immaginato di poter creare.
In questo scenario va ridisegnato completamente il modo con cui i dati vengono aggregati, portati al centro, elaborati e letti. Le architetture vanno ridisegnate completamente perché l’approccio tradizionale non consente di supportare modelli di business che devono sostenere l’attuale volume di dati.
HPE come si prepara ad affrontare queste sfide ?
HPE ha deciso di focalizzarsi sugli aspetti che ritiene caratterizzanti dei grandi salti tecnologici del futuro: IT ibrido e Intelligent Edge.
Nella nostra visione l’IT non sarà solo “software defined” ma diventerà sempre più ibrido e qualsiasi realtà che richiede capacità elaborativa dovrà essere in grado di orchestrare risorse on-premise con capacità in cloud che sarà il risultato di operazioni di “trading”. Anche on-premise servono sistemi in grado di elaborare una mole di dati immensa in modo economicamente sostenibile.
Intelligent Edge significa essere in grado di raccogliere i dati creati dai sensori e dal mondo dell’IoT in tempo reale, con una frequenza che, fino a poco tempo fa, sembrava impossibile. Questo richiede che i sistemi di rete e di aggregazione vengano ridisegnati completamente. I dati vanno elaborati alla periferia, che deve essere una periferia intelligente e in grado di effettuare anche i controlli di sicurezza. A tale riguardo vorrei ricordare che HPE ha appena acquisito Niara, un’azienda che ha sviluppato una tecnologia di Intelligenza artificiale per l’Edge.
Spostandosi dall’Edge al centro cosa accade di nuovo ?
I dati pre-elaborati in periferia vanno inviati al centro e qui HPE sta dando forma a una vera e propria rivoluzione copernicana nel modello di computing con il progetto The machine, che sposta il focus dell’elaborazione dal processore alla memoria.
I computer di oggi sono disegnati con al centro la CPU e la memoria come struttura periferica. HPE ha realizzato una macchina con un’unica memoria al centro da 160 Terabyte rendendo le CPU delle periferiche. Questo modello ci ha permesso, in alcuni ambienti, di ottenere miglioramenti prestazionali superiori del 400%. E’ un modello che permette di avere “in memory” tutti i dati che servono e che cambia radicalmente anche il modo di fare analisi dei Big Data.
In che modo le aziende possono inserirsi in questo percorso virtuoso di innovazione ?
Il nostro compito è di mettere a disposizione tecnologie che risolvono i problemi in modo nuovo.
Per le aziende un driver importante per effettuare migrazioni tecnologiche è sempre stato la riduzione dei costi e il nostro compito è fare in modo che queste migrazioni avvengano nel modo più veloce e meno rischioso possibile.
Grazie ai nostri servizi HPE Flexible Capacity mettiamo in casa del cliente nuove tecnologie facendogli pagare solo ciò che sta utilizzando. La chiave per far funzionare questo è stata la cessione della componente di servizi applicativi e consulenziali e l’adozione di un modello indiretto che si avvale del contributo dei partner, che sono vicini ai clienti e conoscono le loro specificità. Abbiamo tenuto solo una componente di servizi legata alle nuove tecnologie.
Cosa cambierà con l’Industria 4.0 ?
I nuovi modelli produttivi hanno un impatto significativo sui processi interni alla fabbrica, rendendoli più efficienti: per esempio sfruttando i sensori per fare manutenzione predittiva. Così come cambiano anche la gestione della supply chain sia in ingresso sia in uscita.
Ma, soprattutto, l’Industria 4.0 abilita nuovi modelli di business. Vorrei citare l’esempio di una nota azienda tedesca che produce compressori che ha avviato un processo di trasformazione cominciando a utilizzare le nuove tecnologie per effettuare manutenzione predittiva sugli impianti di produzione, per poi passare a fare manutenzione predittiva dei compressori venduti o noleggiati quando questi si trovavano all’esterno della fabbrica, per arrivare a modificare completamente il modello di business che, ora, si basa sulla vendita mensile dei metri cubi di aria.
Si tratta di un esempio che fa capire come l’Industria 4.0 si possa inserire in modo dirompente anche su business tradizionali per cambiarne completamente i paradigmi.