Riflessioni di una docente "a rischio".
Lavorare nelle #scuolearischio è impresa ardua e non è da tutti restarci.
No, non è retorica, è la realtà, perché ovunque tu ti giri, vedi miseria, brutture, violenza, mancato rispetto delle regole. Ma basta guardare un po' meglio per accorgerti che qualcosa di bello esiste; sono quei bambini e quei ragazzi (certamente non tutti) che aspettano qualcuno che tenda loro una mano e li aiuti. E quel qualcuno siamo noi insegnanti, che resistiamo malgrado le avversità, anche se, oltre alla passione per il nostro lavoro ed alla speranza di salvare almeno uno dei figli innocenti di questi quartieri, non abbiamo molto altro.
Si può lavorare così? Sì, senza dubbio; molti di noi lo fanno da anni, inventandosi ogni giorno un modo per trasmettere, aldilà di conoscenze, abilità e competenze, un messaggio fondamentale: la cultura è l'unica arma di salvezza, solo essa ci consente di migliorarci e lottare per godere di un mondo migliore non è un'utopia.
Abbiamo bisogno di aiuto, per allargare gli orizzonti dei nostri alunni ed insegnare loro a percorrere la loro strada senza sgomitare e senza timore degli altri, perché è spesso la paura a determinare i loro comportamenti; avremmo costante bisogno del supporto di #associazioni, di medici (#odontoiatri, #oculisti etc.) che, pro bono, li possano, se non visitare, almeno informare; di #psicologi, della #polizia postale, che insegni loro a tutelarsi dalle insidie del web. In questo, la città ci sostiene; in tanto altro, ci sentiamo soli, ma non ci arrendiamo.
Siamo invincibili guerrieri.
insegnante presso Scuola secondaria I Grado Carrera
6 anniCara Samuela 😊come dicono i nostri alunni a quelle coraggiose e grintose siii na liunaaa👏🏻👏🏻👏🏻😜