Risparmio: quattro importanti considerazioni…
1) Come investono le famiglie italiane?
Con quote dimensionalmente più basse rispetto all’intera area europea, le famiglie italiane detengono pochi strumenti legati alla partecipazione ai mercati internazionali. Fanno eccezione le obbligazioni e i titoli di Stato che quasi il 15% delle famiglie italiane hanno in portafoglio contro il solo 5% degli altri Paesi europei (Fonte: Banca d’Italia – Quaderno 161). Investimenti che, in tempi passati, avevano un paio di giuste motivazioni: gli ottimi guadagni e la possibilità del “fai da te” ma questo mondo è finito; oggi è frequente ottenere, con questi strumenti, rendimenti reali negativi. Il risultato prodotto da questo comportamento è un depauperamento della ricchezza media per famiglia, conseguenza dei mancati investimenti con logiche quali, per esempio, la diversificazione e di un utilizzo delle risorse finanziarie spesso inefficace. Questo atteggiamento deve modificarsi e sarà la grande sfida per i protagonisti del settore.
2) L’educazione finanziaria…
“Il risparmio rappresenta una risorsa preziosa sia per il bilancio delle famiglie, sia per il finanziamento delle attività delle imprese, sia, infine, per il sostegno delle attività per le quali lo Stato stesso ritiene di indebitarsi sul mercato“- così ha affermato, recentemente, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’educazione finanziaria in Italia è da definirsi come “obiettivo strategico”, anche per colmare il divario tra noi ed altri Paesi. I dati statistici dicono che siamo il Paese risparmiatore per eccellenza con un’importante massa finanziaria che però, a causa della scarsa cultura in materia, non sempre è adeguatamente allocata.
3) La consulenza finanziaria…
Il 10% degli investitori retail prende le sue decisioni in autonomia, il 33% condividendole con i propri famigliari e il 4% parlandone con conoscenti o amici; questo è il quadro di una recente analisi pubblicata da Consob. Solo il 23% delle famiglie italiane consulta un professionista del settore prima di fare una scelta di investimento. Non solo, se il livello di cultura finanziaria famigliare o individuale è alta, è più frequente la richiesta di intervento di un “advisor”. Per far avvicinare al mondo del risparmio gestito un numero di risparmiatori più importante, è necessaria una maggiore informazione sul valore aggiunto che il servizio di consulenza finanziaria può offrire. E’ un mondo, quello della consulenza finanziaria, che sta attraversando dei cambiamenti importanti con l’introduzione della MIFID II e la creazione del nuovo albo unico di appartenenza; cambiamenti che tutelano gli investitori stessi oltre che i professionisti.
4) L’opportunità dell’industria del risparmio gestito
L’industria del risparmio gestito nacque in in Italia nel 1984 con l’introduzione dei primi fondi e, da allora, ha attraversato diverse importanti fasi: tra il 1995 e il 1999 conseguendo il suo sviluppo in Italia, tra il 2000 e il 2007 con l’avvento dei fondi esteri e il graduale “switch” verso gli stessi dai prodotti italiani poi il periodo di allontanamento da questi strumenti durante le crisi finanziarie iniziate intorno alla metà del 2007, fino ad arrivare alla ripresa registrata negli ultimi tre anni. Oggi l’industria del risparmio gestito ha raggiunto un patrimonio record di quasi 2 miliardi di euro; la sfida, ora, è confermare di essere in grado di ricambiare la fiducia che i risparmiatori le hanno accordato e dimostrare di essere in grado di offrire servizi e prodotti sempre più adeguati alle esigenze degli investitori.
Pierluigi Santacroce