Roma e le superstizioni
Gli antichi romani erano molto superstiziosi e temevano molto i lemures ovvero le ombre della notte (i nostri fantasmi). Per proteggersi dai lemures il pater familias si raccomandava agli Dei con dei riti curiosi.
Ad esempio gettava alle sue spalle alcune fave nere per nove volte, recitando formule propiziatorie, inoltre appesa all'uscio di casa c'era la barba di lupo che serviva per proteggere la dimora.
Per tenere lontani questi spiriti furono istituite delle feste chiamate Lemuria. La leggenda vuole che queste festività fossero state istituite da Romolo per placare lo spirito del fratello Remo, da lui ucciso.
Le superstizioni degli antichi romani erano anche "segnate sul calendario". Infatti il calendario degli antichi romani conteneva delle date precise che erano indicate come nefaste, questo perché ricordavano eventi negativi vissuti dalla città di Roma.
Ad esempio il 18 luglio era una di quelle date perché indicava l'invasione gallica, la prima invasione di un esercito straniero che portò morte e distruzione a Roma. Altra data nefasta era il 21 febbraio, giorno dedicato alle anime dei morti.