SAN VALENTINO: festa di delizie e di tormenti amorosi!
SAN VALENTINO: festa di delizie e di tormenti amorosi!
San Valentino protegge gli “Innamorati”! L’ innamoramento è l’Amore “in atto”, che crea la felicità delle anime, mescolandola a piacevolissime estasi e a lancinanti torture. Quale sia la natura spirituale dell’Amore nessuno lo sa! Se ne vivono le violenti spinte “pulsanti” di un Fato misterioso, subendone il tormentoso effetto, senza, per altro, conoscerne le cause. E’ l’eterno residuo di una “magia”, che dura dall’inizio del mondo, alla quale, sfuggendo ci rincorre, cercandola non riusciamo quasi mai a possederla completamente!
Noi, della “Scientific and Cultural Promotion”, siamo andati a rintracciare, nella storia del sublime pensiero, un esempio altamente magistrale di “analisi letteraria”, capace di pervadere il nostro Spirito smarrito, con sprazzi di luce “amorosa”, lasciandoci, almeno per un momento, avvolti totalmente nell’abbraccio di “eros”, il divo supremo del “Sentimento” dei sentimenti!
Ecco a Voi, o amatissime Lettrici e virtuosi Lettori, come il geniale talento di Benedetto Croce lesse nell’animo divino di Guy De Maupassant il sovrumano tentativo di comprendere e di descrivere l’imperscrutabile sentimento dell’AMORE.
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( “Il “pariginissimo” poeta, MAUPASSANT” , di Benedetto Croce )
“Se alcuno tra i moderni poeti merita per eccellenza il nome di poeta « ingenuo » , costui mi par che sia il pariginissimo, libero, malizioso, beffardo, sarcastico novellatore Guy de Maupassant. Ingenuo e innocente a suo modo, in quanto privo di ogni sospetto di quel che si chiama spiritualità e razionalità umana, la fede nel vero, la purezza del volere, l’austerità del dovere, la concezione religiosa della vita, le lotte morali e i contrasti intellettuali, attraverso cui quegli ideali si elaborano e si mantengono. Egli è tutto senso, e gode e soffre, — soffre assai più che non goda, — solo come senso. Tenero, e sovente gentile e fine, è il sentimento dell'amore in chi ha scritto Fort comme la mort e Notre coeur; naturale anche, ossia non pervertito e perverso; ma tenerezza e gentilezza e naturalezza non ne cangiano il carattere essenzialmente sensuale. È, l'amore, cosa dolcissima, la più dolce che la vita conceda, il fiore della gioventù, e anzi la gioventù stessa nella sua perpetua rinascente illusione; ma che in questa dolcezza tutta si consuma, e non produce nulla e in nulla si trasforma e a nulla s'innalza. Chi ama, difende nell'amor suo il centro del proprio essere, la ragione del proprio vivere, che è il piacere, quel piacere che non ha altro pari ; e tanto è prepotente la forza del piacere, e dell’amore-piacere, da imporsi all'animo con necessità assoluta, e tener luogo di ogni interesse ideale e di ogni altra fonte di conforto e di gioia, e sottrarsi affatto alle leggi morali o sorpassarle. È un sentire che ha una logica inflessibile, e l'orgoglio di sé, e si atteggia in modo risoluto e sfidante, che comanda non si sa qual rispetto come ogni forza indivisa e rettilinea. Che questo amore tutto senso e passione, quantunque riempia l'animo d'indicibile e incomparabile voluttà, non sia altro che un inganno della natura, un'ebbrezza della primavera, « il contatto di due epidermidi e lo scambio di due fantasie », il Maupassant conosce; e fors'anche, come il Baudelaire, v' intravvede, nel fondo, il gusto del male; ma ciò poco monta, perché la critica dell'amore non toglie la sua realtà, la reale esistenza dell'illusione. E, anche, egli sa che l'amore, com'è infido, è di solito labile, e distrugge sé stesso, terminando nell'abbandono, nel tradimento, nella stanchezza, nel reciproco tedio; né egli chiede che sia diversamente, perché, se quel piacere è una dolce febbre, non si può pretendere che la febbre duri sempre e, se l’amore non è purezza morale, il tradimento scoperto e sofferto strazia bensì il cuore, ma non lo muove a indignazione etica e non lo innalza spiritualmente mercé il dolore. E uno strazio simile al distacco per morte delle creature amate, che il Maupassant risente con la perduta angoscia di un temperamento sensibilissimo, e dice con parole affannose e ritrae con immagini pungenti, come son quelle dell’uomo che rientra nella casa vuota, e si sofferma dinanzi allo specchio che aveva tante volte riflesso la persona della morta e parrebbe dovesse serbarne in qualche modo l’immagine, e se ne sta in piedi, fremente, con gli occhi fissi in quel vetro piatto, profondo e vuoto, che l'aveva posseduta intera, posseduta come lui, come il suo sguardo amante; — o del giovane che non sa persuadersi che la creatura che egli adorava, l’essere unico, con quegli occhi chiari in cui sorrideva la tenerezza, non è più, «è morta», non esisterà mai più in nessun luogo, non più risonerà fra tutte le voci umane quella voce, nessuno pronunzierà più una parola nel modo in cui quella bocca la pronunziava. Ma, insomma, stanchezza, tradimento, perdita della creatura amata sono la fine degli amori, e non dell’amore, che rinasce in perpetuo sempre nuovo, sempre giovane, sempre affascinante. La maledizione è un'altra: è la fine, nell’ individuo, della potenza stessa dell'amore, la fine della gioventù, l'abitudine, l'aridità, l' invecchiamento, la morte che aspetta inesorabile e si fa precedere da segni annunziatori : la disaffezione da ogni cosa, lo scemare della forza vitale, la natura, che già sembrava parlare, ed ora ammutolisce e si trae indietro indifferente e gelida. A trent'anni, il libro è stato letto tutto: non c'è al- tro da sperare, non c'è nulla che possa più svagare: c'è solo la ripetizione abitudinaria, cosi disgustevole in questo meccanizzamento che, a vedercisi condannati oramai senza scampo, si prova uno scoramento che tocca la follia o spinge al suicidio. “
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Mie dolcissime Lettrici e miei virgulti Lettori, vi prego di accogliere San Valentino, devoto e ramingo su questa desolata landa, che è la Terra, con l’omaggio floreale che pongo gioioso nelle vostre mani. Se Egli vi sorriderà, esultate !, perché significa che l’AMORE che state spiritualmente vivendo, tra delizie e tormenti, è vero, reale e in cammino verso la “non” fine del tempo!
Giorno di San Valentino, 14 Febbraio 2018
Sergio Rapetti - president
N.B. I fiori sono di un “canestro campestro” !
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LINK del SITO “ SCIENTIFIC AND CULTURAL PROMOTION “ di
Sergio ed Enrico Rapetti ( padre e figlio ) – unici soci proprietari:
( il documento è a pagina 096 – Visitateci, grazie! )