Sanità, allarme SIC: «Violenza contro medici e personale sanitario fenomeno sottovalutato»
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Sanità, allarme SIC: «Violenza contro medici e personale sanitario fenomeno sottovalutato»

«Liti, aggressioni e spedizioni punitive in piena regola: dalle strutture sanitarie di tutto il Paese giungono veri e propri bollettini di guerra. Episodi che in molti casi riempiono le cronache giornalistiche, ma molto più spesso faticano ad emergere». A lanciare l’allarme è il professor Massimo Carlini, Presidente della Società Italiana di Chirurgia, che spiega: «Medici, infermieri e operatori sanitari in genere, sempre più frequentemente diventano facile bersaglio di facinorosi e finiscono per scontare una rabbia ingiustificata, incomprensibile e inaccettabile. Siamo di fronte a un fenomeno crescente che ha poco a che fare con il vivere civile: anzi, fa parte di un mondo che andrebbe censurato. Chi usa violenza, fisica e verbale, non si rende conto che il medico è lì per fare il proprio lavoro e tentare di salvare la vita delle persone: al contrario, sovente gli attribuisce colpe totalmente infondate e gli scarica addosso tutta la propria frustrazione».

Secondo un recente rapporto dell’Inail, ogni anno in Italia si verificano almeno 2500 episodi violenti nei confronti dei professionisti della sanità, ma per gli addetti ai lavori il dato è addirittura sottostimato.

«Un altro grave fenomeno ̶ aggiunge il prof. Carlini ̶ che contribuisce a scoraggiare i giovani, causando la crisi delle vocazioni, è quello delle querele temerarie. La chirurgia in particolare, ma anche altre discipline, come l’ortopedia e la ginecologia, stanno pagando una pratica scellerata che fa sì che il nostro sia tra i pochissimi Paesi in cui la classe medica riceve denunce penali per omicidio. È una vera assurdità, nonché una contraddizione in termini: l’atto medico non potrà mai essere diretto a ledere il paziente. Purtroppo, molti avvocati e medici legali considerano questa prassi un business. Non è più tollerabile vivere in una società dove si viene querelati, accusati e condannati per ricavarne denaro: di questo passo, sempre più medici smetteranno di esercitare e i giovani non si vorranno più cimentare in questa professione».

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