Se fai male non esce bene
26 04 2024 #spazzaturaneuronale
Robe o operazioni o processi fatti male.
Un mio cruccio da ciuccio e dispettuccio.
Come potate le piante, tutte, da grandi a piccine, da quelle con finalità coreografiche a quelle da reddito, per intendersi piante da frutto.
Vero come una drupa o falso come le pomacee, che sono un suffruttice.
Da differenza di come sono nati i frutti, dall'ovario? Fecondato o indotto.
A volte apirenico, quindi non sono allegate, ma passano per altre vie per fare i nostri maiali comodi.
Ma saranno maiali o cinghiali, con o senza peste suina?
Quindi si pota, come la vite, che non ci sono più i sistemi di allevamento di 40 anni fa, o sono stati modem ficati.
Pergola Trentina, a uno o due spioventi, per intendersi semplice o doppia? Quasi estinta, non so nemmeno se la sanno distinguere o allestire, come un mobile IKEA.
Per i meli non so e nemmeno per gli altri fruttiferi, che non sono soldi.
Poi c'è il mistero dei piccoli frutti, delle specie alloctone, dei qualsivoglia albero, arbusto o siepe da potare.
Tutte perché siano belle o siano sane e adatte a tale situazione.
Oppure si continua a eseguire quel taglio da urlo moncherinico, poi ci si stupisce se platani, tigli, spaccasassi o altre legnose si scaraventano al suolo al primo refolo di vento. Che a volte risulta di modulo maggiore di refolo.
Poi ci sarebbe da spiegare a qualcuno la differenza fra gemme a egno, i polloni che fanno solo foglie, le lamburde e i brindilli che posssono fare gemme a fiore, che, nelle angiosperme dicono facciano fiori, che a volte, circa il 20 % diventano frutti.
Come lo diventino è un mistero inaudito, fa tutto la Natura o c'entra l'ambiente, umano o artificioso o artificiere?
Sempre di linfa si nutrono, grezza o elaborata, con quali sali minerali e quali ormoni vegetali detti fitormoni.
Giberelline o auxine, a concentrazioni e momenti e modalità che sono conosciute in un'unità di misura fantastica, la spanna.
La panna privata, s ablativo, ma è di origine vegetale quindi magari la dovrei chiamare grasso vegetale o fito-lipide.
Poi ci sono le siepi tagliate come fossero figure geometriche, alla pianta forse non fa proprio così piacere, cresce, fa foglie, poi guardate i fiori e quanti ne fa.
Quando sono tanti soffre, molto. Il meccanismo non ve lo spiego, roba da spionaggio vegetale.
Per le spie non ho simpatia, perciò non mangio la Golia. Che fa male, per la sostanza della liquerizia che è a rischio, specie in grandi quantità.
Poi la liquerizia si pota? Le radici? Sto esagerando, ma chi mi fa finta di conoscere a volte capisce, altre comprende oppure mistyfica.
Ci sono tante possibilità di potare, a Bergamo o al mare. Senza espettorare, da tosse grassa, come insaponificabili.
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Perché i grassi non sono tutti uguali, come gli alberi e come si potano.
I grassi ramificati li potano gli enzimi, in modo chirurgico, oserei dire strategico.
Sapessimo essere altrettanto abili gli alberi e i vegetali ringrazierebbero, a lungo termine.
Crescerebbero sani e felici, senza cadere su auto o persone, niente di personale solo accidentale.
Prendiamo un albero che fa pesche, albicocche, susine, ciliegie o amarene, mandorlo, noce?
Li si deve curare con graziosa accuratezza, con sempre in testa l'aforisma: Chi più taglia più sbaglia.
O sbadiglia, dopo aver tagliato troppo e deve assumere ossigeno atmosferico. Quello presente in modo differente con un gradiente di altitudine.
Pressione e temperatura. Poi l'albero si adatta, o si adotta?
Pota con tagli netti, che poi gli scienziati dicono che sono meglio gli altri. Quelli sporchi?
Lo sporco vince anche con Bio Presto. A mollo o all'asciutto.
uno bravo si pota quando si è fatto l'analisi della pianta.
Non sul lettino e nemmeno con lo strizza neuroni.
Pensa a cosa e come scrivi: un tempo poche idee e mal esposte, forse contorte o confuse.
Ma per cattiva esposizione o per cattiva disposizione?
Scrivi per eradicare dal tuo sub incosciente quello che pensi da decenni, ma non lo avevi esplicitato.
In modo chiaro, netto, preciso e semplice.
Invece lo fai come un gioco a incastri in modo semi automatico.
Come i semi di una seminatrice di imprecisione, sparsi qua e là come in un prato polifita le varie essenze al posto giusto per la pianta giusta. Roba da giardinieri alcolizzati con nomine, da sbaragliare scettici e spastici.
Idee, sparse, apparentemente incongruenti.
Ovvia-mente sono state selezionate con tagli di ritorno, piegature per messa a frutto e incisioni indebolenti in modo da portare tanto frutto, che marcirà, sull'albero.
Così si propaga nel tempo l'infezione, resiste anche all'inverno.
Come tante processionarie a debilitare le conifere.
Ecco, più o meno scrivo come una siepe di conifere arrangiate dal Comune.