Se una farfalla batte le ali in California

Se una farfalla batte le ali in California

di MARCO MAGLIO

“Può il battito d'ali di una farfalla scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza?”

Effetto Farfalla”. Si usa questa espressione per indicare il fatto che azioni apparentemente irrilevanti possono produrre grandi cambiamenti.

L'idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

 Non è una questione banale e per chi vuole saperne in generale di più su questo fenomeno, i dettagli sono nella nota alla fine di questo articolo.

Qui mi interessa dirvi che ho pensato proprio all'Effetto Farfalla", leggendo il testo della legge - si chiama Privacy Consumer Act - approvata il 29 giugno 2018 nello stato della California. Non è un luogo qualsiasi la California per chi si occupa di data protection.

E' il posto nel mondo dove convergono i dati personali di gran parte dell’umanità. Lì ci sono i server principali delle grandi corporation che hanno inventato la “Data Economy”. Chiudete gli occhi per un momento e provate a pensarci: tutti noi siamo lì; i nostri dati, le nostre ricerche, le cronologie dei siti che abbiamo visitato, spesso la nostra posta elettronica, le nostre fotografie, i nostri pensieri, i nostri sentimenti – arrivo a dire - è tutto lì in California nelle forma di bit raccolti in server che conservano i nostri dati personali. E’ poi anche vero che i server delle corporate sono altrove, in Europa o nel Cloud, ma insomma, sicuramente c’è qualcosa di ognuno di noi nel Far West della Frontiera americana.

Proprio lì si è deciso di regolamentare la raccolta e l'uso delle informazioni riferite alle persone con un approccio giuridico totalmente nuovo, sconosciuto per chi vive dall'altra parte dell'Oceano rispetto a noi europei. E non è un caso.

Il Privacy Consumer Act è una legge innovativa per gli Stati Uniti che, va detto, sono la patria della privacy, concetto giuridico teorizzato per la prima volta sulle pagine della Harvard Law Review nel dicembre 1890, centoventotto anni fa.

Nel mondo a stelle e strisce i dati sono da sempre protetti ma in modo diverso rispetto avviene in Europa. La protezione è settoriale, riguarda cioè specifiche categorie di dati (quelli dei minori, quelli dei possessori di carte di credito, quelle dei pazienti e così via, ogni categoria ha la sua legge di data protection). È soprattutto la protezione riguarda i dati, non le persone cui si riferiscono. Può sembrare un cavillo ma la differenza è enorme. È vietato usare questi dati per determinati fini ma non si attribuiscono specifici diritti di controllo alle persone cui i dati si riferiscono. Da noi in Europa non è così. Noi europei, da quando negli anni Settanta abbiamo iniziato a preoccuparci dei possibili abusi legati alla creazione di grandi data base grazie all'uso di elaboratori elettronici (si chiamavano così i computer nel secolo scorso!) ci siamo subito preoccupati di proteggere le persone cui i dati si riferivano attribuendo ad ognuno di noi il diritto ad esercitare un controllo sulle informazioni che ci riguardano.

Il diritto al controllo sui propri dati è l'elemento che caratterizza la via europea alla data protection ed è il tratto essenziale del tanto celebrato Regolamento Europeo in materia di dati personali, il famoso, o famigerato (perché tutto è sempre relativo) GDPR.

Ora la California ha approvato una legge sulla data protection che dà ai cittadini diretto controllo su come le aziende raccolgono e conservano i loro dati personali. Si tratta di una proposta che Google, Facebook e le altre aziende californiane del settore (cioè praticamente i fornitori di tutti i principali servizi web utilizzati nel mondo) hanno per lungo tempo contrastato. La legge prevede che le aziende con i dati di più di 50.000 persone, dal 2020 inizino a spiegare ai consumatori in che modo hanno raccolto i dati, accolgano le richieste di cancellazione, e non procedano alla vendita dei dati ad altre aziende in mancanza di un consenso espresso della persona cui si riferiscono i dati. Ogni violazione del provvedimento - che si applica solo agli utenti della California - prevede una multa di 7.500 dollari per ogni soggetto che subisce una violazione.

In pratica è una normativa costruita sull’esempio delle norme europee di data protection ed in particolare sul General Data Protection Regulation applicabile in Europa anche ai colossi californiani del web dal 25 maggio scorso.

In molti credono che sia il primo segnale che nei prossimi anni porterà a profondi cambiamenti nella gestione dei dati negli Stati Uniti dove - dicono - non esistono leggi per la protezione dei dati paragonabili a quelle europee. Ma chi lo dice, secondo me sbaglia. Non è così. Gli Stati Uniti hanno già norme a tutela dei dati, e sono norme di ottimo livello, tra l’altro, pratiche ed efficaci. E negli U.S.A. sanno benissimo come trattare i dati, con criteri efficienti e sicuri. La “data culture” è una loro intuizione e negli U.S.A. esistono competenze, intelligenze e centri di eccellenza che da decenni studiano come raccogliere e gestire i dati. Solo gli ultimi arrivati, gli esperti dell'ultim'ora, i neofiti di casa nostra generati dalla new wave del GDPR (fenomeno di moda che passerà con la velocità di una hit estiva, non ho dubbi) possono credere che gli U.S.A. ci stiano imitando, ispirandosi al nostro GDPR. Non scherziamo, dai! Gli Stati Uniti sanno bene cosa sono i dati e li trattano meglio di noi europei, sapendo estrarne valore e conoscenza con grande consapevolezza. Escludo che gli U.S.A. possano considerare l'Europa un modello culturale da seguire in questo ambito: chi lo dice non conosce la loro cultura e il loro patriottismo, aggiungo. Quindi evitiamo, per piacere, di dire che la California sta imitando il modello europeo di data protection (come scrive ad esempio il Corriere) perchè semplicemente non è vero.

Io credo un’altra cosa: ho l’impressione che il Privacy Consumer Act sia il battito d’ali della farfalla che sconvolgerà la “Data Economy” mondiale nei prossimi anni. Succederanno due cose.

Da un lato questa norma porterà gli Stati Uniti ad occuparsi del tema della data protection con un approccio non più difensivo, come è stato in questi anni, cercando di sfuggire all’onda lunga della normativa europea, come dimostra il recente caso di Cambrigdge Analityca e di Facebook. L’iniziativa californiana darà il “la” ad una serie di interventi legislativi prima statali e poi federali che riporteranno gli USA a definire le regole del gioco nel trattamento dei dati con un respiro internazionale, con l'ambizione di essere il golden standard mondiale. Anche gli USA avranno il loro GDPR e tenderanno a sovrapporlo al nostro come punto di riferimento nei rapporti internazionali che comportano il trattamento dei dati. Si creerà un fenomeno di “attenzione incrociata”, tra noi europei e gli Stati Uniti per garantire regole davvero efficaci. Gli U.S.A. vorranno tornare ad essere protagonisti del dibattito sulla tutela dei dati e non limitarsi a ribattere alle teorie (e alle accuse) che arrivano dall’Europa sullo sfruttamento a fini economici dei dati. Diranno la loro e faranno sentire la loro voce con decisione, dettando l’agenda, non agendo solo di rimando.

Dall’altro le Web Corporation tenderanno sempre di più a lasciare i loro server che contengono i nostri dati e, in ultima analisi , le nostre vite negli stessi luoghi nei quali si trovano le persone cui i dati si riferiscono. Non converrà più trasferire i dati, generando pericoli di data breach e costi, senza nessun vantaggio in termini di gestione del rischio legale. Si creeranno enormi opportunità economiche in Europa grazie a questo e sarà più facile, anche per noi europei, esercitare i nostri diritti nei confronti delle aziende extraeuropee.

Direi che ci sono abbastanza elementi per dire che la normativa californiana che apparentemente non ci riguarda, produrrà effetti dirompenti sulle nostre vite, forse anche più dello stesso GDPR, che a sua volta è stato il battito delle ali di una farfalla per gli U.S.A.

Con la nuova legge della California sulla protezione dei dati, il diritto al controllo sulle informazioni che ci riguardano cessa di essere una prerogativa europea e viene introdotto nel cuore dell’impero dell’economia dei dati. Non è una cosa da poco.

 Shakespeare nel ‘600 diceva che “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. Se scrivesse oggi probabilmente direbbe che siamo fatti della stessa sostanza dei dati personali: è meno poetico ma è più realistico. E tutto ciò che riguarda i nostri dati, riguarda noi, le nostre libertà fondamentali e quelle delle generazioni che verranno.

Per questo la farfalla californiana è importante anche per noi.

 

NOTA A MARGINE.

COS’E’ L’EFFETTO FARFALLA

L'espressione "Effetto farfalla'' si ritiene in genere sia stata ispirata da uno dei più celebri racconti fantascientifici di Ray Bradbury: Rumore di tuono (A Sound of Thunder, in R is for Rocket) del 1952, in cui si immagina che nel futuro, grazie ad una macchina del tempo, vengano organizzati dei safari temporali per turisti. In una remota epoca preistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana.

“E quello,- disse - è il Sentiero che la Time Safari ha preparato per voi. è di metallo antigravità, e sta sospeso a venti centimetri da terra, senza toccare nè un fiore nè un albero nè un solo filo d'erba. Il suo scopo è di impedirvi di toccare in qualsiasi modo questo mondo del passato. (...) Gestire una macchina del tempo è una faccenda complicata. Uccidendo un animale, un uccellino, uno scarafaggio o anche un fiore, potremmo senza saperlo distruggere una fase importante di una specie in via di evoluzione. (...) Supponiamo di uccidere un topolino qui. Ciò significa che tutte le future famiglie di questo particolare topolino non potrebbero più esistere (...). Per ogni dieci topolini che non ci sono, muore una volpe. Se mancano dieci volpi, un leone muore di fame. Se manca un leone, innumerevoli insetti, avvoltoi, quantità infinite di forme di vita piombano nel Caos e nella distruzione. (...)”

A Sound of Thunder.


Ma è stato Alan Turing in un saggio del 1950, Macchine calcolatrici ed intelligenza, ad anticipare questo concetto: Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza.

Per esemplificare con un'idea concreta e quotidiana questo concetto, si parla solitamente delle cosiddette "porte scorrevoli'' (in inglese sliding doors): una persona deve assolutamente prendere il treno, ma ritarda di giusto due secondi e lo perde. Perdendolo, entra in scena una sequenza di avvenimenti che la porta, ipotizziamo, a ritornare a casa deluso ed imbattersi casualmente nella donna della propria vita svoltando distrattamente l'angolo. Se invece la persona fosse riuscita a prendere il treno, si sarebbe trovata da tutt'altra parte e non avrebbe conosciuto la propria anima gemella.

A conti fatti perciò una singola azione può determinare imprevedibilmente il futuro - nella metafora della farfalla, quindi, si immagina che un semplice movimento di molecole d'aria generato dal battito d'ali di una farfalla possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino all'uragano menzionato. Così un semplice ritardo di due secondi può incidere sulla vita personale di un individuo. Ovviamente qualsiasi evoluzione degli eventi nei due casi è ipotizzabile e plausibile: e se magari fermando la propria anima gemella le avesse impedito di essere investita da un camion pochi metri dopo? E se prendendo il treno invece avesse per sbaglio preso al capolinea una valigia, uguale alla propria, di un'altra persona contenente esplosivo a tempo, sventando così un attentato a prezzo della propria vita?

Edward Lorenz fu il primo ad analizzare l'effetto farfalla in uno scritto del 1963 preparato per la New York Academy of Sciences. Secondo tale documento, "Un meteorologo fece notare che se le teorie erano corrette, un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre.'' In discorsi e scritti successivi, Lorenz usò la più poetica farfalla, forse ispirato dal diagramma generato dagli attrattori di Lorenz, che somigliano proprio a tale insetto, o forse influenzato dai precedenti letterari (anche se mancano prove a supporto). "Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?'' fu il titolo di una conferenza tenuta da Lorenz nel 1979.

 

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