SECONDA PUNTATA: AIUTO! MI STANNO SPEZZETTANDO LA BANCA!
BELLE, COMODE, VELOCI, ECONOMICHE. LE BANCHE SONO CONDANNATE?
Se nella prima puntata abbiamo affrontato la scelta della banca di esternalizzare i servizi, cash subito contro commissioni nel lungo periodo, vediamo ora come una miriade di startup, grazie a tecnologie avanzatissime e regolamentazioni arretratissime, stanno saccheggiando servizi e guadagni agli istituti: sono le fintech.
A volte inventano servizi totalmente nuovi, inesistenti in banca. Altre volte giocano proprio sul campo bancario, inserendosi perfino nei finanziamenti alle società, ruolo che è il motivo stesso di esistenza di un istituto di credito. “Rubano” clienti, commissioni e spesso offrono servizi migliori a costi minori.
È vero che queste fintech spesso, pur avendo idee imprenditoriali geniali e capacità tecnologiche avanzate, in molti casi saranno destinate ad essere “inglobate” nelle banche o ad essere raggiunte da un’offerta bancaria che prima o poi si dovrà adeguare. Tuttavia questo scenario probabile eroderà per più di qualche anno enormi quantità di commissioni che erano esclusive delle banche.
Le fintech sono attive nel mondo dei pagamenti.
Ogni volta che trasferiamo soldi tramite paypal, utilizziamo un pos sumup o ci rechiamo presso un money transfer, non rendendocene conto, stiamo utilizzando nuovi servizi a costi ridottissimi, un tempo forniti dalla banca con maggiori commissioni, maggiori tempi di esecuzione e non a portata di mano. I più giovani utilizzano carte prepagate di istituti tedeschi o lèttoni, semplicemente per la loro app comodissima e forse non entreranno in una banca per molti e molti anni, né comprendono perché si debbano pagare commissioni per questi servizi.
Le fintech sono attive nel mondo degli investimenti.
Alcune società hanno lanciato APP di investimento, altre forniscono consulenza sugli investimenti anche in modalità “robotica”, cioè senza un consulente vero e proprio ma con risposte elaborate da un’intelligenza artificiale. Alcune hanno inventato il social trading un nuovo modo di investire online seguendo i consigli o copiando le strategie di un trader che, proprio come su qualsiasi piattaforma social, ha i suoi follower.
Quando mai, sinora, si era parlato di investimenti fuori dalla banca? E se sappiamo che le commissioni sugli investimenti sono state la maggiore fonte di introiti per le banche in questo decennio di tassi zero, possiamo quantificare il danno derivante.
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Le fintech sono nel mondo dei finanziamenti.
Il crowfunding è stato sottovalutato per anni, considerato una forma di elemosina online. Ma ciò che sta accadendo negli Stati Uniti ci parla di una realtà che affiancherà l’offerta bancaria in maniera rilevante, sgretolando un monopolio nei finanziamenti aziendali, che gli istituti finanziari detengono da prima della scoperta dell’America. Sempre più PMI stanno cercando fondi su queste piattaforme semplicemente presentando i loro business plan, evitando così di essere ignorate da un mondo bancario che poggia le sue scelte sempre e solo sui risultati passati o suoi patrimoni detenuti e quasi mai sulle prospettive di un’idea imprenditoriale. E chi investirà in queste PMI sarà a sua volta un cliente che invece di far gestire il suo patrimonio al consulente sceglierà di far prosperare l’azienda in cerca di finanziamenti e la fintech che gestirà la piattaforma, attraverso le commissioni applicate all’operazione.
Ma fintech sono anche le aziende che creano, gestiscono o scambiano moneta elettronica. Alcune addirittura offrono i loro servizi non a clienti finali, ma alle stesse banche (si pensi alle applicazioni di e-commerce, a quelle per processare i pagamenti o le app per catalogare e archiviare la normativa). Le fintech sono in tutti questi mondi e stanno entrando anche negli studi commercialisti (si pensi a Fatture in cloud) o nelle assicurazioni (si pensi a come stanno scomparendo le agenzie assicurative o come sempre più assicurazioni vengono vendute in corrispondenza di acquisti online su amazon, booking o nelle prenotazioni aeree). Iniziano, infine, processi di valutazione e selezione della clientela (rating) basati sul data mining svolto da logaritmi sui motori di ricerca o sui social.
Attenzione, non facciamoci prendere dagli entusiasmi per un futuro rivoluzionario che spazzerà via un mondo antico e vetusto. Non è tutto oro quel che luccica e come sempre nel mondo delle innovazioni qualcosa di buono si salverà e qualcosa di meno buono sarà da scartare. Le banche non moriranno, l’intelligenza artificiale non sostituirà le persone. Le fintech con la loro spinta propulsiva spingeranno le banche a migliorarsi, ad evolversi.
Tuttavia, se le capacità digitali delle fintech sono indiscutibili, molto c’è da dire sulla loro posizione di privilegio regolamentare. Essendo prive di tutte le norme che limitano l’attività bancaria di fatto giocano slealmente. Non solo, soprattutto nel campo degli investimenti e dei finanziamenti si prestano ad operazioni ben più rischiose rispetto a quelle che un cliente possa fare in qualsiasi istituto. Basando i loro introiti esclusivamente sulle commissioni avranno un incentivo distorto a eseguire il maggior numero di operazioni più che a mantenere uno stock clienti nel tempo. Infine, non si può sottovalutare che le banche basano molte delle loro scelte sulla relazione, anziché su freddi logaritmi e questo modello di business “umano” non potrà mai essere totalmente cancellato.
Ci si aspetta quindi un futuro in cui tra acquisizioni, concentrazioni tra più start-up, innovazioni del mondo bancario, si arriverà ad un nuovo equilibrio con banche rinnovate, clienti digitalizzati e preparati e poche fintech che si trasformeranno da start-up a colossi concorrenti e regolamentati dalla normativa.
E quindi torneremo nel giro di pochi anni al predominio delle banche in campo finanziario e tutti prospereranno ricchi e contenti. Ah no, un attimo, ci sarebbe quella questione delle Big Tech: e se queste fintech saranno acquisite (o copiate) da colossi quali Google, Facebook, Apple o Amazon? Se Amazon domani finanziasse i suoi clienti e fornitori? Se Facebook lanciasse la sua valuta digitale? Se Apple pay divenisse la modalità di pagamento più utilizzata? Se nascesse Google Bank? La questione cambierebbe enormemente, ma lo vedremo nella prossima puntata.
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1 annointeressante, ma proprio per le tue valutazioni sul mondo finanziario resta importantissimo il rapporto con un Consulente Finanziario... tutto il resto ancorché facile da utilizzare, resta poco trasparente e, a mio avviso assai rischioso. Di certo le Banche nei prossimi anni subiranno ancora fortissime trasformazioni.