SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
DAL PARRICIDIO ALL'ECLISSI DELL'IO
La transizione europea dalla coscienza di essere figli, di essere espressione di un'origine, di potersi e doversi richiamare ad un'essenza che ci trascenda, prende forma dall'affermazione perentoria del "cogito" cartesiano.
L'istanza dell'Io ha così iniziato in suo fragoroso cammino fin dentro al mondo contemporaneo, scoprendo in se stesso la propria fondazione, la propria genesi.
Tagliando, così, in profondità ogni radice, ogni passato, ogni "mythos" e di conseguenza ogni "èthos".
E' la fine del padre, del padre inteso come "nomos", come figura ordinatrice.
Un parricidio, dunque.
Necessario al "logos", alla razionalità per affermare ed espandere la propria potenza.
L'Io si specchia nel proprio riflesso e conquista il suo spazio.
Uno spazio indefinito.
E indefinibile.
Fino al suicidio del '900, la guerra, il tramonto della visione progressiva che ha lasciato il campo alla forza irrefutabile della tecnica e del suo freddo e disarmante principio: ottenere il massimo dello scopo con il minimo dei mezzi.
Unica, cinica, spietata alternativa alla visione tragica che è cresciuta fin dentro le viscere della modernità, ereditata ed elaborata dal contemporaneo.
Caravaggio intuì il gran balzo, liberatorio, autoreferente.
Salvador Dalí comprese la caduta, disperata, di morte.
L'Io parricida compie la sua parabola.
Nel silenzio del caos.
- Michelangelo Merisi detto "Caravaggio" (1571-1610), "Narciso", 1594-1599, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma
- Salvador Dalí (1904-1989): "Metamorfosi di Narciso", 1936-1937, Tate Gallery, Londra