Senso di appartenenza
Una delle cose che spesso non si tengono in considerazione quando si sceglie una qualsiasi realtà sociale è il senso di appartenenza. Quando si fa una scelta si pensa spesso a quelli che sono i benefit immediati, quelli che si vedono subito o comunque nel più breve periodo. Diciamo che, andando alla ricerca della nostra sopravvivenza (si può intendere in qualsiasi modo questo termine), accettiamo qualche cosa che fattivamente e nel breve periodo ci porta un effettivo e papabile beneficio.
Ho il dubbio che non sia la cosa migliore, scegliere una nuova situazione, solo per il beneficio immediato che da questa deriva. E' una cosa che sto maturando da qualche tempo e che ho ritrovato proprio qualche giorno fa.
Un mio caro amico si trova ad affrontare una situazione lavorativa molto complessa. Ha scelto una professione che, per formarsi, lo porta a stare lontano da casa anche per diversi giorni a settimana. E lo ha scelto volontariamente, proprio perché desiderava allontanarsi da un ambito familiare tossico, che a suo dire non gli permetteva di esser tranquillo.
La sua scelta è stata viziata da un bisogno effettivo, che si è visto soddisfare immediatamente. Infatti mi ha confessato di aver firmato il contratto solo perché "aveva vitto e alloggio compreso".
Ad oggi, però, non riesce più a sopportare quell'ambiente. Dorme male, non riposa mai, e da Ottobre non ha ancora legato con nessuno. Ovviamente questo stato emotivo negativo che nasce dal lavoro lo sta anche portando ad allontanarsi dalle altre persone e sopratutto vive ancora peggio i giorni in cui torna a casa dalla sua famiglia, amplificando quindi il suo stato di malessere.
Credo che questo sia solo un piccolo esempio del problema della mancanza di senso di appartenenza e di quello che può portare il non cercarlo volontariamente. Quando cerco di parlarne, anche in famiglia, di questa cosa, spesso una delle cose che mi vengono risposte è:
Si lavora per lo stipendio, mica perché dobbiamo stare bene sul lavoro
Ecco, questa è una cosa che non riesco ad abbattere, è un concetto che non riesco a raggirare. E' ovvio che il stipendio serva, anzi è fondamentale, ma non può essere mica solo questo lo scopo del nostro lavoro. E' molto importante sentirsi parte di qualcosa, sapere quello che si sta facendo e perché lo si sta facendo, a parte che per la paga.
E' la stessa cosa di quando si era bambini e nessuno ci passava la palla, nonostante fossimo nella stessa squadra di calcio: facevamo parte di qualcosa ma nell'effettiva utilità della nostra persona, non facevamo che numero. Ed è più o meno la stessa cosa se non ci sentiamo parte di qualcosa sul lavoro, se non condividiamo l'appartenenza. E non è solo una cosa prettamente emotiva, anche perché queste questioni si ripercuotono sul corpo e sul benessere fisico.
Prima di scegliere cosa vogliamo fare, dovremmo scegliere che tipo di persone vogliamo diventare grazie a quello che vogliamo fare.