SEVILLA
Il cambiamento è vita.
Nella mia piccola storia ho sempre ponderato i cambiamenti possibili, cercando di valutare i fattori e di affrontarli preparata al massimo, magari con piccoli margini di imprevisto, onde evitare lo smarrimento.
Ecco, lo smarrimento. Quello stato di turbamento dovuto a stupore improvviso, timore, dolore o angoscia che con un reset rimette tutto in discussione, anche le solide certezze costruite passo passo con lucida coscienza.
Ebbene, uno stato così capita quando ti innamori, quando guardi tuo figlio per la prima volta e, anche se ancora frastornato dall’evento, ti rendi conto che quel passaggio destrutturato è necessario per la tua crescita. Da quell’evento in poi, infatti, non sei più lo stesso, percepisci la realtà in modo diverso e cogli dei dettagli nascosti. Ma se nella vita intima lo stupore del fanciullino ha ancora una fiammella accesa, nell’ambito lavorativo accade più di rado, soprattutto quando ci si comincia ad abituare a certi meccanismi e a certe situazioni, spesso uguali a se stesse, nelle quali si tende a utilizzare consolidate strategie.
Per me qualcosa è cambiato il 10 novembre, quando con un gruppo di colleghi ho deciso di partecipare ad uno scambio e andare a Siviglia per sperimentare una diversa realtà scolastica. Ho dovuto abbandonare per una settimana la mia confort zone e lasciarmi guidare da regole nuove.
Mi sono persa in una città bellissima in cui la luce risuona nenie arabeggianti, ho guardato negli occhi alunni dal cuore caldo, ho appreso nuove metodologie didattiche, ho sperimentato altri ritmi con fatica, ma con tanta passione.
Ho vissuto uno smarrimento professionale e umano che mi ha portato a un vero apprendimento, umile e diretto, mi sono messa in gioco senza temere le mie paure, perché ho avuto la fortuna di essere accompagnata e accolta dall’umanità bella e profonda dei miei colleghi italiani e spagnoli.
Sono tornata a scuola con dei volti nel cuore, con la coscienza di essere cambiata e di voler donare tutto quello che ho imparato ai miei ragazzi.
Credo che l’opportunità di questi confronti sia fondamentale per i docenti che necessitano, più di altre categorie, di nutrire l’animo e la mente, per accogliere poi gli imprevisti della quotidianità con nuovo vigore e tanta generosità.
Fiorenza Cirillo