SI INDAGA SUL BISNONNO DELLA BOSCHI - “Fatto” e “Verità” scatenati
L’ordine è quello: affondare la Boschi. E i giornali che più organicamente rappresentano i 5 Stelle e la Lega lo eseguono anche in modo fantasioso. Mancano le notizie ma questo non è assolutamente un problema per loro. I giornali in questione, lo avete già capito, hanno un nome quasi uguale (e un po’ arrogante) e da diverso tempo marciano a braccetto: Il Fatto di Travaglio e La Verità di Belpietro.
Ieri Il Fatto prendeva di mira, come è solito fare da diverso tempo, il papà della Boschi, e la Verità si concentrava invece sul fratello.
Il Fatto aveva uno scoop: circa un anno fa i magistrati hanno iniziato a indagare su banca Etruria, e il papà della Boschi faceva parte del Cda di banca Etruria. Sì, sì, certo, la notizia è un po’ vecchia, ma per ora questa c’è e di questa bisogna accontentarsi. Travaglio è nettissimo: la Boschi ha mentito e dunque deve dimettersi. E siccome hanno mentito anche Renzi e Orfini, devono dimettersi anche loro, sebbene non siano ministri però è bene che si dimettano lo stesso.
Quale sia la menzogna della Boschi non si sa. Figuratevi poi se possiamo immaginare dove abbiano mentito Renzi o Orfini. Volete sapere, allora, perché devono dimettersi? Perché il papà della Boschi non ha dichiarato di essere indagato. E loro in qualche modo sono tutti responsabili di questo. È vero, il Papà della Boschi non ha dichiarato neanche il contrario, visto che nessuno glielo ha chiesto, e lui non ha dichiarato proprio niente, ed è vero anche che non è stato nemmeno rinviato a giudizio, così come è vero che il papà della Boschi non è la Boschi, e non è neppure ministro, né sottosegretario, né assessore, né dipendente comunale… però a Roma la giunta dei 5 stelle fu messa in croce l’estate scorsa per quella storia che gli avevano arrestato Marra, e pare che la Raggi non disse tutta la verità, e un sacco di gente chiese che la Raggi si dimettesse. Quindi ora è giusto che si dimetta la Boschi.
Ma la Raggi poi si dimise? No, ma questo è un dettaglio. E il Pd, o qualcun altro, chiese mai le dimissioni della Raggi per motivi giudiziari? No, ma è un dettaglio anche questo.
È inutile che vi stupiate, cari amici: le frontiere del giornalismo ormai sono queste. Vastissime. Il rapporto tra giornalismo e informazione si è del tutto dissolto. L’obbligo di rispettare in qualche modo ( o almeno di dare l’impressione di rispettare) lo svolgimento reale delle cose, è completamente svanito. È considerato un’anticaglia, buona per vecchi barbosi.
Così, mentre Il Fatto se la prende con la Boschi per via del padre, La Verità ( che ormai anche a informazioni che filtrano dalla Procure dà dei punti al giornale di Travaglio) scopre che c’è un altro scandalo che riguarda la Boschi. Suo fratello ha effettuato, o forse ricevuto, tempo fa, una telefonata da un signore che probabilmente è iscritto alla massoneria, o comunque è vicino alle Logge. Non si sa se questo signore abbia commesso dei reati, ma forse sì. Comunque maneggiava parecchi soldi.
Sì, si, avete capito bene: in questo caso non si indaga né sulla Boschi e nemmeno sul padre o sul fratello della Boschi, ma su una persona che ha avuto un contatto telefonico con il fratello della Boschi. E per via di questo contatto telefonico La Verità chiede che la Boschi si dimetta.
L’altro giorno su questo giornale, scherzando un po’, avevamo parlato della “caccia ai papà” – ai papà dei politici – lanciata dai giornalisti. E, paradossalmente, avevamo ipotizzato che poi la caccia si sarebbe estesa anche ai fratelli e alle mamme. Paradossalmente? Macché! Neanche 48 ore e zac: ecco il fratello sulla graticola.
Oggi proviamo ad avanzare un’altra ipotesi bislacca: che si apra una inchiesta su irregolarità edilizie commesse dal bisnonno della sottosegretaria. Chissà che nel giro di qualche giorno non arrivi uno scoop anche su questo…
P. S. Poi c’è tutto il capitolo Berlusconi. Perché ieri Il Fatto non si è limitato allo scoop sul padre della Boschi, ma ne ha fatto un altro. Ha scoperto che a Berlusconi piacciono le ragazze. E per dare sostanza a questa intuizione ha dedicato due pagine intere ( non sto scherzando, eh) anzi, le prime due pagine, ad un racconto bellissimo di un ragazzo che sostiene che qualche anno fa Berlusconi fece lo scemetto con una sua amica.
La sua amica considerò quelle di Berlusconi delle molestie e lo denunciò? No, la sua amica giudicò un’idiozia il racconto del ragazzo e querelò Il Fatto (che lo aveva pubblicato). Ora pare che un giudice abbia detto che sì, probabilmente il racconto del Fatto non corrispondeva a verità (come peraltro succede spesso) ma questo non è reato e perciò ha assolto Travaglio. Su tutto ciò Il Fatto ha calato l’asso: Marco Lillo. Il quale, a secco con le informazioni su Consip (del tutto casualmente da quando l’inchiesta è stata avocata a Roma e sottratta al Pm Woodcock), ha trovato quest’altra bella storia.
E ancora non è iniziata la campagna elettorale. Che dobbiamo aspettarci per dopo Natale? Mamma mia!
Piero Sansonetti – Il Dubbio