Siamo tutti bambini
Sono padre di due bambini e caratteristica costante delle mie mattine è il rito del ritardo. Forse è così per tutti i genitori impegnati con la scuola elementare.
Il flusso delle cose è costante, identico ogni giorno. Mi sveglio, bevo il mio succo di acqua e limone, scaldo il latte ed entro nella loro camera. Comincio a parlare piano con il primo, qualche carezza per addolcire il risveglio, lo prendo in braccio e lo porto a tavola. Dopo averlo appoggiato piano sulla seggiola torno in camera e con la coda dell’occhio vedo che si è già riaddormentato con la testa sul tavolo. Ripeto la scena con la seconda, sveglio nuovamente il primo, li lascio che farfugliano qualcosa. Nel frattempo si sveglia la mamma ed io posso correre a prepararmi per uscire ed accompagnarli all'asilo uno, a scuola l'altra. Dal bagno comincio a sentire i toni accendersi. Aumento i ritmi per accorciare i tempi, infilo i pantaloni e aggiungo il carico da 20: «I denti Claudia!», «Ancora sei senza scarpe?», «Tutti i giorni la stessa storia, sei sempre in ritardo!».
Immancabilmente arriva la replica, che suona più o meno così: «Ma scusa, è Samuele!», «non è colpa mia se Samuele…», «se Samuele si toglie arrivo!».
Spostare l'attenzione. Fare in modo che la responsabilità cada su chi ci sta' vicino. Se non tutta almeno una buona metà. Coinvolgere più persone possibili nell'errore. Stamattina gli ho voluto un gran bene ai miei figli. Quasi 7 e quasi 5 anni, mi hanno ricordato una delle cose più importanti che ho imparato durante la mia carriera professionale, prima lavorando all'interno di un team e poi diventandone guida: se qualcuno ti punta il dito contro il tuo istinto ti porterà immediatamente a guardarti attorno per trovare qualcuno su cui deviare l’attenzione. Probabilmente è una forma di difesa primordiale, l'orgoglio o l'ego che reagisce in modo inconsapevole al nemico. Ma non è la cosa giusta da fare, non è il corretto modo di affrontare la critica, il richiamo. Fermarsi, cercare di osservare se stessi dall'esterno ed interrogarsi: ho davvero commesso un errore? Dove ed in cosa posso migliorare?
Mi è tornato in mente l'ormai famoso discorso di Julio Velasco, “Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono”. Ed è proprio così: se non ho segnato il punto devo interrogare me stesso su cosa posso migliorare, non incolpare altri per loro ipotetici o reali errori. Migliorare me stesso anche per rendere migliore la prestazione degli altri membri della squadra.
È stato necessario tutto un percorso di studi, una laurea e qualche anno di lavoro per farmi raggiungere questa consapevolezza. Perciò, domattina chiederò ancora a Samuele e Claudia di lavarsi i denti e mettere le scarpe perché siamo in ritardo. Ma lo farò tenendo lo spazzolino in una mano e le scarpe nell'altra.
Marketing e comunicazione
7 anniquesto è il mio "pezzo" di Velasco preferito, insieme a quello che parla del pianto delle donne ma è un'altra storia... :) Grazie del tuo di pezzo! A presto
Enterprise Account Director @ LinkedIn | Human Resources, Recruiting, Employee Engagement
7 anniMichele complimenti per l'articolo! Condivido tutto da mamma e professionista ☺️.
Hr Consultant | S&you | Recruiting Specialist | Head Hunting |HR Sales Manager | Coach | Facilitatore certificato LEGO® Serious Play®
7 anniI tuoi figli saranno gli adulti di domani. Oggi, da bambini si rimbalzano le responsabilità ma possono contare su genitori che hanno già lavorato di consapevolezza e possono dare il buon esempio. Abbiamo in comune, nel nostro passato professionale, una persona le cui parole spesso mi tornano in mente: "Dì ciò che fai e fá ciò che dici". Credo che una delle forme più grandi di rispetto per le persone è aiutarle a responsabilizzarsi purché lo facciano consapevolmente e volontariamente. Il buon esempio è sempre il punto di partenza.
Head of Product Innovation at Friul Intagli Industries S.p.A.
7 anniMichele, mi ritrovo benissimo tra le righe del tuo articolo. Sono anch'io padre, marito, e team leader. E comunque la si veda se hai deciso di ricoprire il ruolo del leader, per vocazione o per scelta, devi ricordarti ogni giorno che "exempla trahunt". Arrivare a fare proprio questo semplice concetto non è però banale e richiede una dedizione costante nel tempo.