Sindrome da Alienazione Parentale (P.A.S.)
“Non ti faccio più vedere i bambini!”
Tante volte, troppe, sento proferire queste parola da un genitore all’altro genitore.
Spesso capita che questa frase venga detta "solo" perché non corrisposto il mantenimento stabilito dal Tribunale o di comune accordo.
Come fosse una merce di scambio, ai figli minorenni viene negato il diritto alla c.d. bigenitorialità se l’altro genitore non “paga”.
Assodato che omettere il contributo al mantenimento dei figli minorenni o non autosufficienti costituisce una violazione dell’art. 570 e ss. Codice Penale, quindi è un reato, ciò non esclude a priori il diritto del bambino di vedere l’altro genitore non collocatario.
Il “dispetto”, la “punizione” non ricade solo sul genitore ma anche, e soprattutto, sui figli.
La P.A.S. (Parental Alienation Syndrome) è un tema ancora molto controverso.
Secondo Richard Gardner, medico statunitense che ne parlò per la prima volta nel 1985, la PAS è una dinamica psicologica che interessa i figli minori coinvolti in un processo di separazione o divorzio conflittuale.
Uno dei genitori, denominato alienante, avvia nei riguardi dell’altro genitore, denominato alienato, un’azione di denigrazione finalizzata a definire come nociva e pericolosa la frequentazione del figlio da parte dell’altro genitore e della famiglia di quest’ultimo.
Il figlio, dal canto suo, aderisce alla posizione del genitore alienante che, praticamente, lo spinge a disprezzare ed evitare il genitore alienato.
In che modo si attua tale dinamica?
Con l’uso di espressioni e atteggiamenti svalutanti, denigratori e accusatori verso l’altro genitore, facendo un vero e proprio “lavaggio del cervello” ai figli minorenni e impedendo all'ex partner di far loro visite o di comunicare in qualunque modo.
I bambini, così, prendono decisioni riguardo l’altro genitore sulla base dei giudizi espressi dal genitore alienate, finendo, così, col “credere” a quanto affermato da quest’ultimo.
Una violenza psicologica che può arrecare grave pregiudizio sullo sviluppo emotivo dei bambini.
COSA DICE LA LEGGE?
L’art. 337 ter Codice Civile afferma che: “Il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.
Quanto al riconoscimento della Sindrome da Alienazione Parentale, però, Tribunali e Consulenti sono ancora divisi.
Non essendo stata riconosciuta dalla comunità scientifica e non configurandosi come disturbo psichiatrico, la PAS non può essere posta a fondamento di una eventuale decisione dei Giudici circa l’affidamento esclusivo dei minori.
Anche le Sentenze della Corte di Cassazione sono in contrasto tra loro: nel 2016, con Sentenza N. 6919, la Corte richiama la PAS in tema di affidamento dei figli minori, ritenendo di dover far ad essa riferimento; con successiva Sentenza del 2019 N. 13274, nega il richiamo alla PAS "non essendovi certezze nell'ambito scientifico".
Nonostante i contrasti non ancora risolti, pur non richiamando la “Sindrome da Alienazione Parentale”, il Giudice, in presenza di un comportamento di un genitore che ostacola, immotivatamente e gravemente, il rapporto dei figli con l'altro genitore, denigrando continuamente quest’ultimo e facendo, a volte, nascere nel figlio addirittura la paura di incontralo, può disporre l’affidamento esclusivo del figlio al genitore “denigrato”.
In ogni caso, ciò che va tutelato è il bene supremo del minore.
Partner at Sigma Smart Learning | HR Development & Training Management |
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