SMARTWORKING. AMICO O NEMICO?
Lo SMARTWORKING è oramai una possibilità lavorativa assodata.
Per le aziende si tratta di una grande opportunità che permette notevoli risparmi in termini di tempo e di risorse.
Per il collaboratore maggiore agilità nella gestione della famiglia e dei ritmi di lavoro, ma è davvero così vantaggioso per chi lavora dalla propria casa?
Questa soluzione oltre ai tanti vantaggi nasconde anche dei rischi con cui fare i conti.
Per il collaboratore esistono alcuni ostacoli come, per esempio, la capacità o meno di gestire il tempo. Quando si lavora da casa il rischio di non riconoscere più i confini tra vita privata e lavorativa è molto alto.
Il tempo lavorativo si dilata o al contrario i tempi famigliari assorbono e deconcentrano dal ritmo lavorativo e i due aspetti ne risentono in perdita di qualità di relazione e di prestazione.
Inoltre il lavoro da casa, per il collaboratore, in alcuni casi, può essere stressante in quanto ci si sente monitorati a distanza nei tempi e nella produttività tanto da dover dimostrare più di quanto normalmente rappresenta la giusta produttività aziendale. Questo genera frustrazione e perdita di motivazione.
Non possiamo negare che lo SMARTWORKING richieda al collaboratore di adattare degli spazi casalinghi alla postazione di lavoro e non sempre le case hanno la possibilità di agevolare questo cambiamento. Pertanto ci si ritrova a lavorare nelle situazioni più assurde come per esempio in cucina mentre cuoce la zuppa o nella cameretta dei propri figli tra giocattoli e peluche. Luoghi che non agevolano concentrazione o non adatti alle call video magari con clienti e fornitori.
Esiste un modo per ovviare questi problemi e rendere la soluzione dello SMARTWORKING degna di essere considerata vantaggiosa per tutti?
Con qualche accorgimento la mia risposta è certamente sì!
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Come fare allora?
Il primo step per gestire al meglio gli equilibri tra vita privata e lavoro è quello di stabilire degli orari. Orari che abbiano una giusta flessibilità ma sempre stabilita con dei limiti massimi di tempo. Questo permette di dare valore al tempo dedicato al lavoro e dedicato alla famiglia senza paure che quello che facciamo possa non essere soddisfacente.
Il secondo step è quello di stabilire con chiarezza quali sono i momenti che sono dedicati a te stesso: per lo sport, gli hobby, gli amici e fissa in agenda almeno un appuntamento settimanale di questo tipo. Non lasciare che altri impegni prendano la priorità stabilita per te stesso.
Terzo step per migliorare i tuoi equilibri in SMARTWORKING è quello di decidere un punto della tua casa definita “comfort zone” ovvero quello spazio dove stacchi dal lavoro. Non pensare a grandi spazi a volte è sufficiente un cuscino a terra in un angolo della casa. Quello è il luogo per la tua pausa, per ricaricarti qualche minuto prima di riprendere quello che stavi facendo. Un semplice accorgimento per ritrovare la concentrazione.
Lo SMARTWORKING non è solo lo svolgere il proprio lavoro da una postazione differente ma è un nuovo gioco di equilibri da ristabilire con il tuo tempo, con te stesso e con le persone che credono in te sia nella famiglia che nel lavoro.
È un nuovo approccio che ha bisogno di un tempo di rodaggio e della possibilità di cambiare abitudini e stile di vita. Quando questi cambiamenti aiutano il tuo benessere allora lo SMARTWORKING diventa vincente e da nemico diventa amico della tua vita e del tuo lavoro portandoti tanti vantaggi ed opportunità.