Social Spotlight: Egea, la casa editrice della Bocconi

Social Spotlight: Egea, la casa editrice della Bocconi

Inizio con questo articolo un'analisi della comunicazione sui social delle principali case editrici italiane.

Iniziamo dalla storica Egea, la casa editrice della prestigiosa Università Bocconi di Milano nata nel 1988 "con il proposito di diventare, nel corso degli anni, un punto di riferimento per l'editoria economica". Al rinnovo fisico dei locali che hanno portato all'ampliamento del bookshop non è corrisposto un rinnovo del tone of voice sui principali canali.

Il tasso di engagement su Facebook è da prefisso telefonico.

L'immagine di copertina è sulla scia del buongiornissimo kaffèèèèè! che ci manda qualche zia che ha appena scoperto il magico mondo della messaggistica instantanea. Siamo praticamente a marzo e ancora campeggia l'immagine di un libro aperto "alla Coelho" con una citazione che andrebbe bene per una casa editrice lillipuziana e non per una University Press che nella scuderia dei suoi autori può annoverare i principali economisti del Paese.

Anche se Mark Zuckerberg da almeno cinque anni non perde occasione di ricordare il monito: "mobile first!", l'immagine new-age non è neanche ottimizzata per la visualizzazione su smartphone, con il risultato di vederne pezzi scomposti su tablet e sui lucidi schermi dei nostri inseparabili device.

Pochi post, autocelebrativi che andrebbero piuttosto utilizzati per sponsorizzare i nuovi titoli. La pagina Facebook non contribuisce a costruire relazioni tra i membri di una community, è un catalogo che non riesce a creare nessun tipo di interazione, solitari like non producono nessuna domanda, nessun contatto, nemmeno un hater!


In cifre: 4,2K di like, 5 nuovi post in una settimana, per 11 interazioni. Malgrado il recente passaggio di Contro il negazionismo di Pierre Cahuc e André Zylberberg sul Sole 24 Ore (l'unico like è dell'Ufficio stampa della Bocconi!) o la video intervista su Rai Economia all'autore di Helionomics: la libertà energetica con il solare.

Si poteva fare una clip del video su Facebook, mappare il link. In questi casi cui prodest essere su Facebook? Il marketplace di Facebook non incide per nulla sulle vendite di libri.

La pagina sul social in blu dovrebbe essere quantomeno verificata. Il cambio dell'algoritmo e della modalità di ricerca su Fb sta progressivamente valorizzando sempre più le pagine ufficiali. Puntare su video, dirette dalle presentazioni, estratti in anteprima dei libri, infografiche magari splittate su un carousel fatto con tutti gli attributi...

Su Twitter, abbiamo meno di 2000 follower. Hanno appena pubblicato il cinguettio numero 10mila. Anche lì ci si limita a rilanciare quel che altri hanno detto sui libri del catalogo. I social non sono solo un'antologia della rassegna stampa, hanno cambiato il modo di comunicare e anche la casa editrice della Bocconi dovrebbe tenerne conto.

E su Linkedin? Sul social network dei professionisti peggio che andar di notte: la pagina Company è deserta. L'ultimo aggiornamento risale a tre mesi fa.

Disclaimer

In otto anni di vita milanese, prima come giornalista, poi come specialista del settore, ho incontrato praticamente quasi tutte le case editrici milanesi. Con alcune ho pure fatto vari step di selezione. Egea, inclusa!


Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Antonino Pintacuda

Altre pagine consultate