Società di Capitali in Farmacia: i dati di IQVIA Italia
Una ricerca di IQVIA Italia presentata durante l’incontro “Logica del paziente e logica del profitto. Le società di capitali in farmacia” organizzato da Tecniche Nuove ha analizzato gli impatti che la Legge sulla Concorrenza potrà avere sulla distribuzione farmaceutica a seguito del permesso dato alle società di capitali di essere titolari di farmacie
L‘approvazione definitiva della Legge sulla Concorrenza avvenuta lo scorso ottobre, dopo un iter parlamentare lungo e travagliato, ha introdotto delle importanti novità anche per il settore della distribuzione farmaceutica, ed in particolare ha consentito alle società di capitali di poter assumere la titolarietà delle farmacie private.
Questo tema è stato al centro dell’evento dal titolo Logica del paziente e logica del profitto. Le società di capitali in farmacia organizzato ed ospitato dalla casa editrice Tecniche Nuove presso la propria sede di Milano lo scorso 31 gennaio. L’incontro, diretto dal Dottor Giulio Cesare Pacenti è stato caratterizzato da più momenti che hanno visto il coinvolgimento di aziende produttrici di prodotti in vendita presso la farmacia e soggetti aggreganti.
Uno degli interventi di maggior interesse è stato quello del Dottor Giorgio Cenciarelli, Director Supplier Servicies di IQVIA Italia, che ha presentato i risultati dell’indagine intitolata Il mercato farmaceutico 2017 e le prospettive per il 2018. Le informazioni fornite dal Dottor Cenciarelli nel corso di questa presentazione non si sono limitate alla semplice descrizione dei vari business che caratterizzano oggi la spesa per i farmaci e il suo relativo andamento, ma hanno permesso anche di apprendere quanti sono i punti vendita farmaceutici (farmacie, parafarmacie, corner GDO) presenti sul territorio italiano e quali sono le loro caratteristiche, qual è la situazione attuale delle catene di farmacie, e quali sono le prospettive future legate all’ingresso delle società di capitali nel settore.
Dai dati raccolti ed elaborati da IQVIA Italia risulta che la spesa totale in farmacia nel 2017 è stata pari a 24,6 miliardi di Euro, in calo dello 0,8% rispetto all’anno precedente. La spesa per farmaci etici è circa il 60% del totale, in calo del 2%, mentre il restante 40%, in aumento dell’1% rispetto all’anno precedente, è la quota relativa al comparto commerciale e autocura. La crescita di quest’ultimo è stata alimentata in maniera particolare dal segmento degli integratori che, grazie alla crescita del 4,5%, hanno raggiunto un valore di pari a 3,6 miliardi di Euro, mentre i segmenti dei Farmaci OTC, Parafarmaci e prodotti nutrizionali, con valore pari rispettivamente a 2,2, 1,7 e 0,4 miliardi di Euro, sono calati dell’1,5%, dell’1,7% e dell’1,9%. I prodotti di igiene e bellezza, grazie ad una crescita dello 0,9%, hanno raggiunto un valore pari a 2 miliardi di Euro.
Di grande interesse sono i dati relativi al numero dei punti vendita e al fatturato medio del comparto commerciale: sono state censite 18447 farmacie, 4251 parafarmacie e 400 corner della GDO (presenti nei punti vendita di 13 gruppi). Il fatturato medio del comparto commerciale è stato quantificato rispettivamente in 537.000 Euro, 177.000 Euro e 1,7 milioni di Euro. Prendendo in considerazione le quote di mercato, le farmacie sono di gran lunga il principale canale di distribuzione con uno share dell’87,2%, mentre le parafarmacie e i corner GDO si dividono la parte residuale con rispettivamente delle quote del 6,6% e del 6,2%. Inoltre nel 2017 ci sono state circa 300 aperture di nuove farmacie in particolare in Lombardia, in Veneto e in Lazio.
Finita la parte descrittiva del contesto di mercato, il Dottor Cenciarelli ha presentato le informazioni e gli scenari legati direttamente o indirettamente all’ingresso delle società di capitali in farmacia, come ad esempio la possibilità che si costituiscano delle vere e proprie catene di farmacie. Già oggi esistono sul mercato delle catene “virtuali” alle quali sono affiliate circa 5500 farmacie (secondo quanto dichiarato dai titolari di queste ultime) con 4200 di queste parte di catene nazionali e 1300 di catene internazionali. Si tratta in pratica di cooperative o di consorzi che comunque lasciano un’ampia libertà di manovra alla singola farmacia affiliata.
La nuova legge, invece, permetterà la nascita di vere e proprie catene “reali” di farmacie e IQVIA Italia, in considerazione di quanto osservato in altri paesi europei e delle peculiarità proprie del mercato nazionale, stima che nei prossimi due anni circa il 20% delle farmacie (fra le 3500 e le 4000 in termini assoluti) saranno acquisite da catene di farmacie e sotto il controllo di una società capogruppo.
L’esigenza di migliorare l’efficienza e di individuare nuove opportunità di business per accrescere il proprio fatturato, e la necessità di investire in nuova tecnologia e nuovi servizi spingeranno molte farmacie ad entrare a far parte di una catena, sia essa virtuale o reale (IQVIA stima comunque che il 55-60% delle farmacie rimarrà autonoma). Ciò avrà indubbiamente un impatto anche sulla distribuzione intermedia, sull’organizzazione della singola farmacia parte di una catena, e sui rapporti con le aziende produttrici.
Nei prossimi anni si attende una diminuzione del numero dei grossisti (soprattutto i piccoli e i medi) come conseguenza della diminuzione di un quinto del totale della base clienti di questa parte della filiera. Le farmacie che saranno parte di una catena saranno chiaramente riconoscibili, dovranno garantire uno standard di servizio e potranno usufruire di un sistema BI centralizzato e un unico software gestionale, oltre ad assicurare al farmacista una forte delega gestionale nell’esecuzione di alcune attività ben definite. Infine, le aziende produttrici dovranno adeguare la loro organizzazione commerciale, e in taluni casi (soprattutto le aziende genericiste) ridurre i prezzi, oltre ad affrontare una nuova situazione di mercato che su determinate categorie di prodotti vedrà delle quote importanti presidiate dal private label.
Dino Biselli