Storytelling e web marketing. Alla base l’arte di raccontare.
L’idea dello Storytelling ha invaso le menti di chi si occupa di web marketing, perché un’opportunità di comunicazione verso un pubblico sempre più assuefatto alla pubblicità e sempre più difficile da coinvolgere.
Troppo spesso però del termine Storytelling si è abusato, ritenendolo (come se fosse un “oggetto magico”) un potere infinito su tutto e su tutti.
Non è sempre così, magari. Lo storytelling è essenzialmente legato all’arte di raccontare le storie, perché in queste le persone si immedesimino e le ricordino.
Sicuramente è importante, utile, utilizzare tecniche di narrazione quando si propone una presenza nel web di un’azienda o di una persona, ma questo va fatto all’interno di un preciso schema e con idee molto chiare. Grandi marche, grandi personaggi, utilizzano ”l’arte del racconto” per creare il loro posizionamento, ovvero creare il modo in cui vengono percepiti, accettati, utilizzati e, infine, acquistati.
Quando si definisce una strategia web marketing il tema dello storytelling è certo sempre in cima, perché ci permette di creare il modo in cui l’azienda o la persona vengono percepite dal pubblico, percepite e poi ricordate. Uno schema preciso che comprende diversi elementi.
Una struttura di racconto prevede una serie di personaggi come “l’eroe”, il “mentore”, il “nemico”; e di situazioni come il “mondo ordinario”, il “mondo straordinario”, “le sfide”; e ci sono cose come gli “oggetti magici” o “l’elisir” da conquistare.
Quando raccontiamo una storia, se vogliamo che funzioni, questi elementi ci devono essere.
Quando posizioniamo un marchio o curiamo il personal branding di una persona dobbiamo sapere esattamente dove esso va collocato.
Pensiamo ad Ikea e al suo modo di comunicare. Video, advertising, cataloghi, punto vendita. Abbiamo un eroe, ovvero tutte le persone che affrontano il “cambiamento” in fatto di casa: eroi che partono per un’avventura di cui hanno timore ma allo stesso tempo sono affascinati. Lasciano il loro “mondo ordinario” per esplorare un nuovo “mondo straordinario”. Eroi che da soli non potrebbero farcela, hanno bisogno di un mentore, qualcuno che gli consigli uno stile di vita nuovo, pratico, efficiente, economico. Nella struttura del racconto Ikea è il loro mentore. Ma da solo il mentore non basta, c’è bisogno di qualcosa che aiuti ad essere parte integrante del "nuovo mondo”. Servono degli “oggetti magici”, oggetti che permettono all’eroe di realizzare i consigli del mentore. Nella struttura di comunicazione di Ikea ogni singolo prodotto è un oggetto magico che realizza i consigli del mentore.
Va detto che quando si imposta una strategia di comunicazione e si vuole utilizzare l’arte del racconto (spesso si fa ma non ce ne accorgiamo), l’eroe è praticamente sempre il nostro target, il nostro cliente potenziale, colui che per stile di vita, per modo di essere, per desideri del contesto sociale in cui è inserito diventa il nostro mercato. L’eroe va immaginato nel suo viaggio che altro non è che la somma degli elementi che definiscono la domanda potenziale (che è poi il mondo straordinario in cui si trasferirà), vanno comprese le "sfide" che dovrà affrontare e i “nemici” che dovrà affrontare. Infine comprendere quale sarà il premio della sua vittoria, il valore dell’elisir che conquisterà, perché su questo potremmo supporre quanto sarà disposto ad spendere e investire.
Credo che in estrema sintesi questo sia il contributo che lo storytelling può portare ad una strategia di marketing. Dove il tema non è raccontare una storia, il tema è fare in modo che i clienti, potenziali e non, e le imprese siano allineate e siano tutti all’interno di una stessa avventura.
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9 annibravo Beniamino, mi trovi molto d'accordo ;) a presto