Strategie per integrare la sostenibilità nella gestione aziendale.

Strategie per integrare la sostenibilità nella gestione aziendale.

"Ovviamente il tempo non mi permetterà di trattare tutto il tema perché la parola STRATEGIA è una parola ampia e SOSTENIBILITÀ lo è ancora di più.

Di una strategia per integrare la sostenibilità nella gestione aziendale, come dice il titolo, spiegherò quindi il contesto più che l’azione puntuale, che cambia da azienda ad azienda, da imprenditore a imprenditore.

Dunque… Perché abbiamo bisogno di una strategia?

Perché siamo di fronte ad un bivio: da un lato rifiutare di affrontare la situazione, chiudersi in se stessi e subire il cambiamento. Dall’altra avere il coraggio di comprendere, affrontare e governare il cambiamento.

Alle aziende, di qualsiasi natura, la Società, di cui il Mercato è solo una piccola parte, sempre più chiede risposte rilevanti e certe sul tema della Sostenibilità, risposte che possiamo chiamare Sviluppo Sostenibile o Economia Rigenerativa.

Poi ci sono le normative, che chiedono di compilare questionari e reportistiche, destinate a comunicare le performance dell’organizzazione anche in termini ESG, perchè le si possa poi comparare e valutare. Dopo e senza greenwashing.

Notate come rendicontare suoni più impegnativo se pronunciato come “rendere conto di…”

Questo offre alle PMI un’opportunità di evoluzione strategica importante: avendo quasi sempre una relazione di fornitura con aziende di più grandi dimensioni, hanno l’opportunità di rafforzare queste partnership nella misura in cui sapranno soddisfare quella “domanda di sostenibilità” che questi player fanno, ogni giorno, alla loro catena del valore.

La filiera è uno nodo cruciale, a volte un collo di bottiglia. Se ne parlava già nel ‹99 nel Global Compact per dire…

Da dove iniziare quindi per scrivere una strategia di Sostenibilità?

Ovviamente dall’inizio, riformulando i principi fondanti del fare Impresa, per renderli adatti ad un mondo che è Volatile, Ambiguo, Incerto e Complesso.

Come ci ricorda Kate Raworth autrice de “L’Economia della Ciambella” è di fatto economia tutto ciò che, come persone, membri di una società e di una organizzazione, imprenditori e manager di azienda, facciamo, pensiamo e viviamo tutti i giorni e che ci spinge a prendere posizione sui temi più rilevanti per la nostra vita usando il portafoglio.

Cos’è quindi la Ciambella? È la semplice e intuitiva rappresentazione visiva di come un’economia deve interagire con i bisogni essenziali - acqua, cibo, salute e istruzione che troviamo nel bordo interno - e i limiti naturali - acidificazione degli oceani, perdita di biodiversità e cambiamenti climatici che troviamo nel bordo esterno.

Muovendosi tra questi due limiti l’economia agisce conservando un equilibrio sostenibile, generando impatti positivi e riducendo quelli negativi. La chiamiamo Prosperità e vale più della ricchezza.

È bene ricordare qui che questo modello è stato poi d’ispirazione alla identificazione dei 17 SDG delle Nazioni Unite.

L’innovazione concettuale della visione proposta dall’Economia della Ciambella è una nuova idea di valore, non più sempre e solo misurato in temini monetari - costi e ricavi, profitti e perdite, risparmi ed investimenti, tasse e spese - ma sempre più descritto come benessere per la società umana: la prosperità, inserita in un modello di business, si chiama PURPOSE.

Come imprenditori ciò che ci ricorda il modello è che “il futuro appartiene alle aziende con una governance guidata dallo scopo”

Lo scopo aggiunge valore al valore e rappresenta un impegno dell'impresa e dell'imprenditore verso la comunità, portando l’impresa ad intraprendere un percorso virtuoso e di ispirazione, di continuo miglioramento, credibilità e rigenerazione.

Adottando i significati dello sviluppo sostenibile nel definire un modello di business +sostenibile dobbiamo collezionare questi strumenti strategici:

_ il Purpose che è l’effetto profondo e duraturo generato, attivato o semplicemente facilitato, dal cambiamento che sono stato capace di portare, realizzando la mia Visione.

È “fare profitto risolvendo i problemi del mondo, senza crearne di nuovi”, è “perseguire obiettivi di beneficio comune”, è “la responsabilità estesa del produttore”.

In sintesi è l’effetto del nostro essere/agire che cerchiamo di guidare e indirizzare verso un impatto positivo, per la Società e per l’Ambiente.

Gli SDG, come già ricordato, offrono un “catalogo” assai vasto di possibili purpose aziendali.

_ la Visione è il problema strutturale che vogliamo risolvere, l’ostacolo che vogliamo rimuovere, la forma che vogliamo dare al Mondo… o ad una specifica frazione di esso.

È ciò che voglio vedere cambiato, è il cambiamento che voglio portare perché lo ritengo necessario e propedeutico al Purpose.

_ la Missione definisce quello che produco (il prodotto), come lo realizzo (il processo) e perché lo propongo (l’utilità).

È la predisposizione degli output necessari a rendere possibile la Visione. È il business in cui siamo impegnati, ripensato se necessario. E di solito è necessario…

In una logica di business as usual la Visione “cosa voglio diventare” è il punto di arrivo e le risorse necessarie sono Tempo, Denaro e Conoscenza.

In una logica di business d’impatto la Visione “cosa voglio cambiare” è un punto di passaggio e si aggiunge la risorsa che chiamiamo Valori.

_ i Valori sono i pilastri culturali e comportamentali che rappresentano ciò in cui l’azienda - in primis la governance - crede.

Determinano l’impatto che si vuole generare.

Responsabilizzando, indirizzando, guidando e controllando le attività che vengono svolte allo scopo.

Come nel Viaggio dell’Eroe, i Valori fanno Mentoring, rendendo possibile il varco della prima soglia: prendere una posizione su di un tema rilevante e attivarsi per generare un impatto. Portando la cultura aziendale ad abbracciare i temi della sostenibilità.

Che cos'è la cultura aziendale? È ciò che, come organizzazione, facciamo e diciamo, il modo in cui ci comportiamo, il modo in cui ci relazioniamo, sono i nostri prodotti, i nostri collaboratori e la nostra comunità.

Tutto ciò che si manifesta come aziendalmente appartenente o derivante è espressione della "personalità dell’organizzazione" o cultura.

Quindi che fare?

Come detto nei 17 SDG e i relativi 169 target c’è certamente almeno una sfida per ogni tipo di azienda, indipendentemente dalle dimensioni o dall’attività svolta.

Se vogliamo però indicare il punto zero di un percorso strategico, allora potremmo utilizzare due diversi approcci per portare +sostenibilità nel business.

Il primo è Resiliente, il secondo Evolutivo.

Volendo essere resilienti e decidendo che vogliamo continuare a fare quello che già stiamo facendo (cosa produco), il primo intervento strategico che possiamo portare è quello di rendere processi e prodotti adatti ai principi dell’Economia Circolare (come lo realizzo), adottando quindi criteri di eco-design per migliorare le relazioni con la filiera, l’utilizzo delle risorse, la generazione di valore condiviso.

Adottando così il principio della responsabilità estesa del produttore.

Facendo riferimento all’Economia della Ciambella possiamo però fare un balzo evolutivo enorme adottando subito la logica, che poi per la forma c’è sempre tempo, della Società Benefit, che risiede nell’attenzione posta sull’impatto prevalentemente sociale del progetto imprenditoriale.

Assume quindi un ruolo catartico la promessa di un beneficio comune.

Il beneficio comune è il purpose perseguito nell’esercizio dell’attività economica e in cosa si traduce? 

In prodotti più sicuri, rispettosi dell’ambiente e socialmente performanti.

In relazioni di fornitura eque, basate sulla collaborazione e il rispetto dei diritti.

In cittadini consapevoli, del ruolo economico e sociale personale e dell’Impresa.

In collaboratori felici e coesi, che svolgono un lavoro dignitoso, rispettoso e sicuro.

In persone e organizzazioni che possono guardare al futuro con maggior fiducia e passione.

Per questo motivo una strategia che integra la sostenibilità nella gestione aziendale, che da il titolo di questo intervento, tocca la vision dell’organizzazione, il suo modello di business, la catena del valore e il ruolo che l’azienda ricopre all’interno della comunità di cui è parte.

Questo significa fare sustainability advocacy + business design: sono le competenze per scrivere strategie con uno scopo."

Elisa Elena Geraci

Impact, finance, "Benefit" way and DE&I consultant. CVO and lawyer.

1 mese

Leggo commenti in linea con i miei pronostici. A questo punto, mi dispiace di non esserci stata!

Fabrizio Marasi

Ragioniere Commercialista | Datanauta | Controllo di gestione e Finanza d'azienda per MPMI | ESG | Revisore legale

1 mese

Direi che Alessio Alberini ha fatto un ottimo intervento, l’unico rammarico è che sia durato troppo poco, e la colpa è solo mia.

Laura Parolini

Building Sustainability Literacy | Environmental Engineer | Program Manager | Circular Economy Advocate

1 mese

Perfetta sintesi. Questo è il momento in cui si decide chi subirà il cambiamento e chi lo guiderà.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Alessio Alberini

Altre pagine consultate