“Tempi Moderni”

“Tempi Moderni”

1936, Charlie Chaplin realizza il film muto “Tempi moderni”: un capolavoro d'ironia, poesia e provocazione sui mali della meccanizzazione.

1957, solo trent’anni dopo, il lancio del satellite russo Sputnik 1: da questo evento ha inizio una catena di fatti che hanno plasmato il mondo attuale.

Erano anni di “guerra fredda”. Immediatamente il ministero della Difesa Americano risposte creando ARPA Advanced Research  Projects Agency.

Nel 1969 nacque Arpanet, il primo sistema di trasmissione digitale, collegava quattro città californiane. Era nato il WEB.

La posta elettronica nasce nel 1972.

Successivamente Arpanet si trasforma in Internet.

Poi sono arrivati i social e la comunicazione di massa.

Di pari passo a tutto questo, il progredire dei computer e dei cellulari, sempre più piccoli, versatili, potenti, connessi ventiquattro ore su ventiquattro; indispensabili per il lavoro, necessari a casa, a portata di mano sempre e ovunque.

Poco più di cinquant’anni ed eccoci immersi nell’Era digitale, nelle tecnologie, nell’Intelligenza Artificiale.

E’ un “tempo d’oro” questo?  E’ tutto meraviglioso, fantastico, positivo?

Senza dubbio stiamo vivendo un periodo storico unico, ricco di potenzialità; ma come aveva intuito Chaplin sulla meccanizzazione, anche la digitalizzazione ha i suoi mali e i suoi rischi e sono dati soprattutto da come le persone usano tutto questo. Un coltello può essere utilizzato per tagliare degli ingredienti e cucinare un ottimo piatto, oppure per ferire: lo strumento è sempre lo stesso, è stato creato in funzione di un utilizzo pratico, di suo non ha nulla di sbagliato, quello che fa la differenza è come l’essere umano lo usa.

Principio di realtà: viviamo in un’era pervasa dalla digitalizzazione e lo sarà sempre di più, con tutta la complessità e varietà dei meccanismi che induce nella vita delle persone. Come usiamo tutto questo è una responsabilità personale, oltre a essere anche uno spazio di scelta. Possono essere indirizzate in modo funzionale al benessere e all'efficienza autentica, cioè basate su comportamenti attenti e consapevoli; oppure usate in tutt’altro modo, e ne stiamo vedendo gli effetti, le nuove dipendenze e i nuovi disturbi della percezione, per esempio. Anche i nuovi comportamenti sociali, sempre più virtuali e meno umani.

Eppure Charles Darwin ha insegnato che l’individuo che meglio si adatta ai cambiamenti è quello che sopravvive, quindi, che fare di quest’era digitale?

All’inizio degli ottanta, quando il mondo era ancora lontano dall’immersione attuale nel digitale e nelle tecnologie, Carl R. Rogers, psicoterapeuta americano definito rivoluzionario per le innovazioni portate nel mondo accademico della psicologia, con sensibilità, profondità e buon senso, si è interrogato su questi argomenti.

Nella sua lista delle qualità che fanno la differenza in un essere umano, ha collocato al terzo posto l’atteggiamento equilibrato verso le tecnologie: non demonizzarle, non farne un uso inconsapevole e indiscriminato.

Realizzare quest'atteggiamento richiede, tra le altre cose, di sviluppare qualche confine rispetto alle stimolazioni continue che arrivano dall’esterno, non lasciarsi avviluppare dal “canto delle sirene” dei social e delle chat, smascherare l’inganno che è necessario rispondere subito, in qualsiasi orario del giorno e della notte ai messaggi e alla posta elettronica. Un gran lavoro. Che Si-Può-Fare.

A chiusura, un invito: prenditi del tempo per riflettere un po’ su questi argomenti, se lo ritieni opportuno muovi un passo non solo per andare verso la direzione indicata da C.R.Rogers, anche per ricordare quali sono le priorità e i  valori che ti guidano in questa preziosa esistenza umana.

Domani è lunedì? Ciò che cambia la mia percezione, non è il giorno scritto sull’agenda, bensì ciò che ho scelto di vivere in quella giornata! Incontri, relazioni, eventi, attività, se ho dato una direzione verso la mia crescita e il mio benessere, non mi importa che giorno sia, ne quanto intenso sarà l’impegnò richiesto! E dunque che domani sia un buon lunedì🌈

Filippo Rubini

Professional Counselor Consulente Aziendale

1 mese

L'influenza collettiva può condizionare chiunque... Da tempo ho superato questa che è solo una credenza fatta di inutili proiezioni e mi apro al lunedì come a qualsiasi altro giorno.... Ma quanto ci condiziona?

Paolo Galimberti

Professional counselor | Aiuto a dare una direzione di vita a coloro che si sentono insoddisfatti | Esperto in alta sensibilità

1 mese

Il lunedì mi rendo conto che ho un po' di ansia, strisciante, legata al "dover fare". Però oggi mi piace anche il mettersi in gioco attivamente e "rivestire un ruolo nel mondo", cosa che oggi sento molto di più rispetto a prima di diventare Counselor. Grazie Milena

Giuseppe Sferrazzo

Formatore e docente di Comunicazione efficace, Soft Skills, Personal branding ed Etica Digitale | È necessario essere disposti ad imparare prima di insegnare ✳️ Mi piace creare un "clima" positivo con la Comunicazione

1 mese

Grazie Milena Screm per questo post... 😊 Devo confessare che il lunedì è un giorno un pochino particolare, lo è stato per me molti anni. Un giorno nel quale facevo fatica (e faccio ancora in parte fatica) a ripartire... tutto è cambiato quando ho cominciato a "interpretarlo e viverlo" come una palestra per allenarmi al cambiamento, visto che sono un abitudinario mostruoso 🤣. E' così che adesso lo vedo e lo vivo e, devo dire, mi pesa di meno...

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