Tempi, spazi e nuovi significati:Il valore dell'oggi nella visione del domani.
Ci sono stati giorni migliori.
Gli ultimi due mesi appena trascorsi, sono stati certamente un cigno nero per tutti. Di questo virus ne avremmo tutti fatto volentieri a meno. L’effetto è stato simile al corto circuito, quasi un’esaurimento nervoso: troppo stress accumulato dal nostro pianeta e dai suoi miliardi di persone; c'erano i segnali, una sorta di elettricità nell'aria, forse anche troppa tensione che si respirava ovunque. Non per forza solo negativa, ma si sentiva; ci siamo affacciati al 2020 con molte sfide, ma aspettative alte; con una ripresa economica globale e quasi finalmente convincente anche nella vecchia Europa, una nuova rivoluzione in atto (tecnologica e digitale), una finanza impattante come mai prima d'ora e indici dei mercati finanziari ai massimi di sempre. A livello sociale; generazioni con valori agli antipodi che faticano a parlarsi seppur avrebbero molto da dirsi; mai cosi tanta gente nel globo fuori dalla soglia di povertà, ma allo stesso tempo con cosi tante tensioni sociali e infine come cornice, un pianeta terra sempre più malato e compromesso dalle attività dell’uomo stesso..
Diciamocelo, forse si stava tirando troppo la corda. Si è spezzata. il COVID-19 come un sovraccarico di energia, o un burnout. Sul più bello, uno shock inatteso e ora tutti a cercare la causa di uno questo stop fragoroso. Shutdown, anzi lockdown globale.
Le conseguenze sociali ed economiche sono già evidenti e sui tempi di una vera ripresa non c’è certezza. Troppe le variabili in gioco e l’entità globale dell’emergenza, per fare previsioni su ripartenze che siano tali. Il motore forse è stato già riacceso, ma va scaldato e messo in rodaggio...Ci vorrà un pò. Trovare aspetti positivi nei giorni che stiamo vivendo è un’esercizio di stile non dei più semplici, ma visto che fermi lo siamo già, tanto vale rifletterci sopra.
Una cosa abbiamo notato in questi lunghi giorni; che alcuni termini sono diventati d’uso comune e nella quasi totalità dei casi, con significati mai particolarmente allegri.
Prima di altro, abbiamo messo nel mirino chi non avremmo pensato. Chiusi in casa a dividerci tra smartworking e affetti familiari mai cosi prossimi, ce la siamo presa con lui; Il tempo. Per noi occidentali in particolare, il tempo è sempre stato un problema intricato da risolvere; in quantità scarse e veloce nello scorrere, insufficiente per tutto ciò che vorremmo perseguire, che siano obiettivi di vita, di lavoro o di realizzazione personale. Gandhi diceva che in occidente abbiamo l’ora, ma non il tempo. Eppure di colpo, ecco il tempo. Tanto reclamato nella nostra routine ordinaria fatta di frenesie e difficoltà nel conciliare vita, lavoro , affetti, oggi ci sembra quasi un problema. Improvvisamente restituito inatteso, come spesso accade, non esattamente nel modo in cui lo avremmo desiderato. Avere tanto tempo che sembra quasi troppo, ma senza lo spazio per utilizzarlo, abituati come siamo a correre, sembra quasi una punizione divina.
Per settimane intere non abbiamo capito come maneggiare il tempo. Peccato grave.
Chiediamo quindi scusa al tempo. Che in qualsiasi forma ci venga concesso è pur sempre la cosa più preziosa che un’uomo possiede dal momento della sua nascita. Non sappiamo di preciso quanto ne avremo a disposizione, ma c’è e va utilizzato al suo meglio, perché appunto di colpo potrebbe esaurirsi. Qualunque sia la forma in cui viene dato, non c’è delitto peggiore del suo mancato uso.
In questi giorni in cui la nostra vita è solo in stand-by, rendiamoci conto della grande occasione che abbiamo tra le mani. Fermi ma non per pigrizia, possiamo fare ordine, fermarci a pensare, pianificare, migliorare…persino guardare in faccia nostri familiari e non solo intravedere ombre sfumate tra un impegno e l’altro. Mettere a frutto il tempo. Dare sfogo alla nostra curiosità seppur tra le mura di casa; leggere, indagare un tema, imparare una lingua straniera, approfondire un argomento. Fare scorta, allenarsi, per essere più forti quando torneremo alla nostra nuova normalità.
Il concetto di tempo e la sua semplice stessa parola, va ripulita; ricordiamoci del suo potere, del suo immenso valore. Oggi siamo alla prova del suo utilizzo consapevole.
In questi mesi, webinar formativi, libri, articoli, blog passano rapidamente sotto i nostri occhi. E questo è un bene. Siamo in un periodo di Incubazione. Un termine che a prima lettura tutto può sembrare, tranne che bello. Lo associamo ai tempi del Virus…sempre lui. E invece dall'incubazione si scopre possono accadere cose meravigliose; Ricordiamo che l’incubatrice neonatale è uno strumento medico che letteralmente può (ri)dare la vita ad un essere umano e farlo svoltare da una situazione di criticità. Lo spunto, l’ho trovato su quella meravigliosa opera editoriale che è The Good Life Magazine Italia, che nell'ultima uscita, ci propone una sintesi su questo tema in apertura (credit.Valentina Ardia) e allarga poi la visione come di consueto, con pezzi illuminati e dedicati al nostro vivere, su come sfruttare momenti come gli attuali, per essere pronti a rinascere con una nuova veste e mente fresca. (Vi invito a visitare il loro sito web e toccare con mano il loro magazine. Aria pulita e idee fresche in dose bimestrale.)
La chiave per uscire da questa situazione sarà il convertire la molta negatività accumulata, in energia positiva da sprigionare nei giorni a venire; Se fossimo bravi nel trasformare questo periodo, anzi tempo dell' incubazione, in un enorme serbatoio carico di idee da riversare in una nuova ripartenza, avremmo vinto.
COVID-19 ha significato tante cose, nessun aspetto della vita sociale ed umana è stato risparmiato. La salute, le famiglie, le imprese, il lavoro, l’economia…. L’intero mondo come lo conosciamo; La Globalizzazione stessa, sempre in discussione se buona o cattiva, non aveva però ancora mostrato il suo volto più oscuro. Oggi l' ha fatto sotto forma di Pandemia 4.0.
Persone, imprese e lavoro e chi per colpa del COVID, forse ne risentirà in prima persona. Si parla di tecnologia e di come applicarla in modo utile alla risoluzione della Pandemia.
I riti collettivi pagani dell’happy hour post ufficio, sono stati sostituiti per due mesi da un conferenza stampa giornaliera sui numeri dell’epidemia trasmessa a reti unificate… Eminenti esperti scienziati della vita, alla ribalta in talk show e in diretta su ogni media o social media conosciuto, in dialogo (non senza difficoltà) con specialisti dell’I-Tech dei colossi digitali del pianeta (da Google, ad Apple) per definire strategie di contenimento del virus ad alto tasso d’innovazione; si parla di privacy, ma anche di utilizzo consapevole dei dati (sensibili o no), e di Intelligenza Artificiale. L’occasione per far avvicinare a questi temi milioni di persone nel pianeta. Del resto sarà il nostro futuro, che lo vogliamo o no. Alla fine, si genererà tanta confusione, ma nella confusione molti concetti si coglieranno e diventeranno più fluidi. Si genererà nuova conoscenza, nozionista forse all'inizio, ma trasversale alle generazioni. E poi grazie alla curiosità…si potrà sempre approfondire . E di questa curiosità dopo il COVID quanto ne avranno bisogno le aziende? Moltissimo. Tecnologiche , sanitarie e di ogni altro settore; le imprese si nutrono di curiosità e d' innovazione che ne deriva. Da tutto ciò emergerà la consapevolezza d'esser stati attori protagonisti del più grande esercizio di gestione dell’emergenza della storia; resilienza applicata e pensiero laterale gli unici strumenti a disposizione nella nuova routine accettata dalle aziende per mesi. Aziende che al termine di tutto ciò, avranno incubato un nuovo patrimonio innovativo impressionante che potranno mettere al servizio dei loro clienti e del mondo stesso.
Le persone saranno ancora più centrali. E la ricerca di persone con determinate caratteristiche sarà ancor più la chiave per decretare, oggi la sopravvivenza di un’azienda sul mercato e domani il suo successo.
Le aziende andranno alla ricerca delle super soft skills di coloro che in un mondo sempre più regolamentato da algoritmi, iper-tecnicismi e iper-specializzazione, sapranno muoversi tra discipline e culture diverse per creare ponti link e intersezioni tra saperi per muoversi e manipolare tutto questo. Chissà che non saranno proprio questi “#Contaminati “ come ci racconta Giulio Xhaet nel suo saggio (credit. Giulio Xhaet, #Contaminati, Connessioni tra discipline, saperi e culture, 2020) o multipotenziali come qualche anno fa, li definiva in un famoso Ted Talk, la meravigliosa Emilie Wapnick (Emilie Wapnick: Why some of us don't have one true calling ) uno dei lasciti positivi del post COVID? Che abbiano sperimentato o no il contagio nel senso letterale del termine, di sicuro, saranno stati anch'essi protagonisti del tempo di questa incubazione. Ora pronti ad uscire e prendersi ciò che è loro e chissà magari, a contribuire ad un mondo migliore.
Il COVID-19 ha fatto male …colpito forte e lascerà cenere a terra. Ma già brilla qualcosa, nuova luce sul domani. Come l’araba fenice che dalle proprie ceneri riemerge e rinasce più forte di prima, la società moderna si rialzerà e saremo pronti per volare ancora per costruire un mondo nuovo.
Daniele