Tempo, felicità e “ingiustezza” ai tempi di Clash Royale

Tempo, felicità e “ingiustezza” ai tempi di Clash Royale

Clash Royale è un gioco profondamente contemporaneo.

Socialmente cinico, ludicamente antidemocratico.

Chi ha un figlio sa di che gioco sto parlando.

Clash Royale è una rappresentazione lucida e non troppo ludica della nostra società.

Ho incominciato a giocarci con mio figlio Perceval, perché mi piace capire, condividere i giochi e le attività che lo appassionano.

Il gioco è perfetto, rapido, divertente, vario, appassionante, mi ricorda un’evoluzione "fast food" di Dungeon & Dragons, con la differenza che in Dungeon & Dragons, ci incontravamo con gli amici e passavamo interi pomeriggi e serate a costruire storie fantastiche e immergerci in mondi immaginari e immaginati insieme.

Dopo le prime 30 battaglie o giù di li, ti accorgi che come in tutti i giochi online, per avanzare devi pagare, devi comprare carte rare devi andare più veloce per non rimanere indietro e nel caso di mio figlio e dei bambini/ragazzini per non essere perdente.

Infatti molti giochi online per bambini funzionano così, il gioco è gratis, ma se vuoi avanzare più velocemente devi pagare, piccole cifre, una bella e divertente introduzione alla dipendenza del gioco d’azzardo?

Forse, ma se vi sta per uscire la frase “ basta non farli giocare”, io vi rispondo che non è possibile, i compagni gli amici, sono quelli che si trascinano a vicenda in un sistema pensato per rendere i bambini dei giovani e piccoli assuefatti, dipendenti…drogati.

Cosa stiamo rubando e cosa stanno rubando ai nostri figli?

Tempo e felicità, la stessa cosa che stanno rubando a noi, ma noi un minimo di consapevolezza su questi temi la manteniamo, consapevolezza data dal fatto di essere cresciuti in un tempo senza i social e alla struttura mentale che abbiamo.

I bambini sono totalmente indifesi verso questo mondo, verso questa velocità che fagocita i loro sogni, internet si sta dimostrando quello che nessuno avrebbe mai voluto che fosse, un acceleratore di cattive pratiche, un amplificatore di falsi miti, un costruttore di mode pericolose.

Perché dico che Clash Royale è un gioco “ludicamente antidemocratico”, perché insegna da subito ai bambini che vince chi ha più soldi, vince che passa più tempo sul gioco, vince chi smette di essere uno e diventa uno dei tanti.

E allora si, lo dico rimpiango le serate passate a giocare a Dungeon & Dragons e sto a fianco dei miei figli cercando di combattere con loro le Streghe e i Giganti che ci stanno costruendo tutto attorno.

Chiudo dicendo che come ci sono i blocchi del traffico per l’inquinamento, forse sarebbe il caso di indire un giorno all’anno senza internet per tornare a respirare un po’ gli occhi delle altre persone e non i nostri schermi.

I nostri bambini sono inquinati, incominciamo a prenderne coscienza, poi magari insieme si riuscirà anche ad agire di conseguenza.


Buona giornata a tutti i bambini del mondo.


Gian Luca

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