Termometri e Termostati: L’Arte di Regolare la Vita, un Grado alla Volta

Termometri e Termostati: L’Arte di Regolare la Vita, un Grado alla Volta

Ci sono due modi di affrontare la vita: essere un termometro o essere un termostato. Questa metafora, semplice ma potentissima, non è solo un invito a riflettere, ma un vero e proprio strumento per cambiare il nostro approccio alle sfide quotidiane. È un modo per comprendere meglio noi stessi e il nostro impatto sugli altri, aiutandoci a passare da una posizione di reazione passiva a una di controllo attivo.

Come un termometro, che registra passivamente la temperatura dell'ambiente, molte persone reagiscono automaticamente alle circostanze esterne. Una parola fuori posto, un imprevisto sul lavoro o un giudizio ricevuto bastano per alterare il loro equilibrio emotivo. Questo significa vivere costantemente in balia di ciò che succede intorno a noi. Sharon Melnick, psicologa esperta di business e leadership, sottolinea come questa modalità sia per molti la risposta automatica alla complessità del mondo moderno: un mondo che ci bombarda di stimoli e in cui spesso ci sentiamo senza controllo.

Il mindset del "termometro" si manifesta in alcuni comportamenti chiave:

  • Reattività emotiva: lasciarsi trasportare dalla rabbia, dalla frustrazione o dalla tristezza in risposta a eventi esterni.
  • Procrastinazione e senso di impotenza: sentirsi paralizzati di fronte a situazioni difficili o al cambiamento.
  • Dipendenza dagli altri: aspettare che siano le circostanze o le persone a cambiare per sentirsi meglio.

Al contrario, un termostato non si limita a registrare la temperatura: la regola. Questa differenza, apparentemente semplice, racchiude un cambio di prospettiva profondo. Essere un termostato significa avere la capacità di influenzare positivamente l’ambiente intorno a noi, mantenendo il controllo sulle nostre reazioni e scelte.

Il mindset del termostato, come spiegato da Melnick, si fonda su tre principi fondamentali:

  1. Prendere responsabilità di sé stessi: Un termostato non si domanda "Perché questo sta succedendo a me?", ma piuttosto "Cosa posso fare per affrontarlo?". È un approccio proattivo, che si concentra sulle soluzioni piuttosto che sui problemi.
  2. Regolare l’energia interna: I termostati lavorano sulla propria resilienza emotiva. Invece di essere dominati dalle emozioni, imparano a riconoscerle, accettarle e gestirle, trovando modi per rispondere in maniera più consapevole.
  3. Influenzare gli altri positivamente: Le persone termostato creano un ambiente in cui gli altri possono prosperare. Attraverso la calma, l’assertività e l’empatia, stabiliscono un clima collaborativo e costruttivo.

Sharon Melnick offre strategie pratiche per fare il salto da termometro a termostato, che si possono applicare tanto nella vita personale quanto in quella professionale:

  1. Allenare la consapevolezza: Il primo passo è riconoscere i momenti in cui reagiamo come termometri. Questo richiede una pausa mentale per osservare i nostri pensieri e comportamenti, senza giudicarli. Ad esempio, puoi chiederti: "Sto reagendo a qualcosa che non posso controllare?".
  2. Coltivare il self-talk positivo: Spesso, il dialogo interno che alimenta il mindset del termometro è dominato da critiche o convinzioni limitanti. Melnick suggerisce di sostituire questi pensieri con affermazioni potenzianti, come "Posso farcela" o "Questo momento non definisce chi sono".
  3. Gestire lo stress come un’energia: Invece di combattere lo stress, impara a usarlo a tuo vantaggio. Respira profondamente, rilassati e utilizza l’energia dello stress per concentrarti su ciò che è davvero importante.
  4. Definire i confini emotivi: Essere un termostato significa anche proteggersi dall’influenza negativa degli altri. Impara a dire di no, a delegare e a evitare situazioni tossiche.
  5. Creare un impatto positivo: Melnick enfatizza l’importanza di lavorare sul proprio atteggiamento non solo per se stessi, ma per gli altri. Quando scegli di essere un termostato, diventi un modello di riferimento, ispirando chi ti circonda.

Perché diventare un Termostato è fondamentale?

Passare da termometro a termostato non è solo una questione di crescita personale, ma un atto di responsabilità verso il mondo. In un’epoca in cui le emozioni sono spesso contagiose e i contesti lavorativi possono essere stressanti e caotici, scegliere di essere un termostato significa portare calma, lucidità e soluzioni dove c’è confusione.

Le persone termostato non solo migliorano la propria vita, ma anche quella degli altri. Creano ambienti di lavoro più sani, relazioni più autentiche e una società più consapevole.

E tu, chi scegli di essere?

Oggi, chiediti: sto reagendo passivamente agli eventi come un termometro o sto creando l’ambiente che voglio vivere come un termostato? La scelta è tua. Trasforma la tua vita un grado alla volta.


Marianna Porcaro

Giovanni Ginolfi

Digital Marketing Manager | Business Developer | ✏️Scrivo sotto la doccia | "Lascerai un segno nel bene o nel male, sta a te decidere".

3 mesi

È una metafora che tocca corde profonde, perché ci ricorda che, spesso, abbiamo più controllo di quanto crediamo sul nostro modo di vivere e reagire.

Maurizio D'Argenio

Direzione Amministrativa

3 mesi

"L'essere consapevole è un percorso che abroga, man mano, i concetti di resa e di traguardo. "

Michelangelo Gregori

Producer - FilmMaker - Comunication - Storyteller - Artistic Director VITERBOshort -

3 mesi

esattamente!

Mapi Danna

Scrittrice | human sustainability Specialist / governace delle relazioni / leadership efficace/ women empowerment.

3 mesi

Quanta verità e urgenza. Il mondo è cambiato, sono cambiati gli equilibri e disequilibri delle relazioni. Sono cambiate le aspettative e la consapevolezza, il desiderio delle persone di allieare il piano dell’ essere con quello del fare. Il mondo del lavoro se ne è accorto? Si è accorto che le persone stanno soffrendo perché costrette ad abitare vecchi modelli di governance in cui “ i dipendenti “ ( parola che in sè sottolinea una ferita) sono solo funzioni e non uomini, non donne? Ci stiamo facendo scappare i talenti migliori, le potenzialità generative di chi ogni giorno lavora con noi e di cui conosciamo solo la funzione. Non stiamo mettendo a sistema le emozioni, le relazioni, i talenti personali, le aspirazioni, il movente intimo e autentico che ogni persona possiede e che se fosse libero di esprimersi diventerebbe un tesoro, sociale ed economico. Non stiamo includendo nel linguaggio professionale le parole: compimento, alleanza, fiducia, attesa, ascolto, leadership emotiva, empatia cognitiva, personalizzazione, delega, errore. Cura. Felicità. RICONOSCIMENTO. Proprio su questi temi lavoro quotidianamente con aziende e associazioni. È una necessità, è un grido e un canto. Ne abbiamo bisogno. Cristina Zucchetti 💐

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