Tre fattori fondamentali (ed un concetto semplice), per rendere le organizzazioni sostenibili
La ricerca di sostenibilità nasce dalle rinnovate esigenze di elevare lo scopo delle nostre organizzazioni per contemplare un futuro migliore per tutti.
La tecnologia e le riflessioni seguite all’ondata pandemica, hanno stimolato il dibattito sulla necessità di un migliore rapporto con l’ambiente (inteso non solo come ecosistema ma anche come sistema di relazioni ed equilibrio fra vita lavorativa e personale).
Se prima l’evoluzione era solo incentrata sui prodotti, cosa che grazie alle precedenti rivoluzioni industriali ha portato al costante aumento della qualità della vita in moltissimi paesi, adesso stiamo maturando nuove consapevolezze sugli effetti collaterali che certi “progressi” hanno avuto nei nostri ambienti, muovendoci alla ricerca di qualcosa di più “sostenibile”.
Ma come si traduce il concetto di “sostenibilità” all’interno delle società o delle multinazionali?
Tutto parte dal promotore di qualsiasi cambiamento: l’essere umano.
L’analisi delle esigenze delle persone è alla base di qualsiasi ragionamento correlato alla sostenibilità.
Vogliono più sostenibilità i dipendenti, che non si riconoscono più nei modelli del ‘900 e che puntano ad una maggiore realizzazione personale, possibilmente bilanciando anche gli altri aspetti della propria vita e ricevendo incarichi commisurati alle proprie capacità e caratteristiche (e non più a prescindere da queste).
Vogliono più sostenibilità anche i clienti… che grazie alla maggiore sensibilizzazione dei media, non accettano più prodotti che portino solo benessere nel breve termine ma desiderano prodotti che non generino un impatto che vada a discapito del benessere di medio-lungo termine (e delle generazioni future).
Ma quali sono i fattori fondamentali su cui puntare per rendere le organizzazioni sostenibili?
Pensando a clienti, dipendenti ed a tutti gli stakeholders di un’organizzazione, la ricerca di sostenibilità nelle aziende fa perno su tre fattori fondamentali:
Sostenibilità nella leadership
In un’organizzazione sostenibile, tutti i membri sono importanti ma le persone che sono al vertice hanno indubbiamente una maggiore possibilità di dare la direzione, stabilire la visione e generare miglioramenti che possono riflettersi sulla quotidianità di migliaia di dipendenti.
Ricercare una leadership più sostenibile significa cominciare a fare un’attenta selezione dei nuovi dirigenti: avendo cura che siano in grado di riflettere al 100% quei valori e quell’imprinting che consente ad un’organizzazione di essere realmente sostenibile al di là delle apparenze, dell’immagine e del codice etico scritto in calce alla pagina aziendale.
Questo si traduce nella scelta di manager che riescano a cambiare la propria prospettiva, che tengano conto delle esigenze degli azionisti ma che riescano a guardare anche al lungo termine, sostenendo i propri dipendenti (motore primo dell’azienda) in modo da farli crescere e generare valore.
Una leadership “sostenibile” fa della diversità e dell’inclusione un valore fondamentale: è meno direttiva e più assertiva, più concentrata sulla crescita della “comunità aziendale” che sui profitti (non più obiettivo primario ma effetto e conseguenza diretta di una gestione più partecipata).
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E’ infine una leadership focalizzata sul miglioramento delle condizioni delle categorie più deboli: attenta alle relazioni industriali con i partner, i competitor e le istituzioni territoriali (con cui collabora attivamente).
Sostenibilità nei prodotti
Un prodotto per essere sostenibile deve tenere conto di tutti i fattori che fino a poco tempo fa erano considerati irrilevanti (come ad esempio lo smaltimento dei rifiuti e lo sfruttamento delle risorse umane ed ambientali): costi sommersi, non sostenuti direttamente dall’impresa ma che hanno inciso per decenni sulle parti più deboli della comunità, costituendo un aggravio per i singoli cittadini ed i governi locali.
Sostenibilità di un prodotto significa far sì che questo soddisfi le esigenze del cliente finale ma che sia anche in grado di “sostenere” tutta la filiera (di cui fanno parte l’ambiente, i fornitori e tutte le persone che indirettamente o direttamente vengono in contatto col prodotto e con l’azienda).
Realizzare un prodotto sostenibile significa re-ingegnerizzare quello che si produce, considerando un ciclo di vita più ampio di quello relativo al semplice utilizzo: in poche parole significa progettare tenendo a mente non solo i confini della fabbrica ma ciò che viene prima e ciò che va oltre (e farlo anche senza imposizioni da parte di governi o autorità).
Un prodotto bellissimo e che costa poco ma non riciclabile e con un impatto di sfruttamento delle persone che lavorano sui suoi sub-componenti non è un prodotto sostenibile.
E’ invece un prodotto sostenibile, qualcosa che oltre a far arricchire chi lo produce e chi lo utilizza, è prezioso anche per la comunità (aggiunge valore al territorio ed è ad impatto minimo per l’ecosistema).
Sostenibilità nelle relazioni
I clienti sono persone ed i prodotti non sono altro che la merce di scambio di una relazione fra chi li produce e chi li acquista.
La sostenibilità passa quindi anche dalle relazioni fra le persone che concorrono alla realizzazione di un prodotto o all’erogazione di un servizio: collaborazioni fra centinaia di persone che vivono l’azienda e prosperano in un ecosistema professionale fatto da dipartimenti, colleghi, relazioni gerarchiche e funzionali e collaborazioni internazionali.
Promuovere la “sostenibilità” all’interno delle relazioni professionali, vuol dire passare da una logica feudale e “di confine” ad una logica in cui due siti produttivi/dipartimenti/gruppi di lavoro/persone vengono percepiti come braccia che lavorano all’unisono per realizzare qualcosa di più grande di quello che sarebbero riusciti a realizzare singolarmente.
Il concetto è sempre lo stesso: la sostenibilità parte dall' avere una visione che va oltre il recinto dei propri interessi e dal contemplare l’interesse di tutti (con uno scopo più alto della semplice produzione che dà luogo al profitto).
Conclusione
Sostenibilità nel business vuol dire acquisire un approccio olistico in cui ogni entità (leader, impiegati, dipartimenti, prodotti, clienti ed azionisti) non hanno senso o rilevanza individualmente ma sono parte di un sistema più grande.
La sostenibilità è un concetto comunitario che spinge l’evoluzione umana al punto di contemplare le conseguenze di quello che facciamo non limitandole al “qui ed ora” ma allargandole sia nello spazio (considerando il territorio, l’ambiente e le comunità che fioriscono grazie all’opera delle organizzazioni) sia nel tempo (domandandosi cosa lasceremo alle generazioni future).
Non è una moda passeggera ma è frutto di una evoluzione umana che nel corso del tempo ha costantemente allargato i propri orizzonti per generare (coi limiti della tecnologia e della cultura di ogni “epoca”), società progressivamente sempre più avanzate e “sostenibili”.
Ormai quando sentiamo parlare di sostenibilità il primo pensiero va subito all’ambiente. Ma il concetto ha valenza anche economica e, soprattutto, sociale. Bravo Enrico
Store Manager Maxi Happy Casa Store
3 anniIl qui e ora non basta più ma concentrarsi su una visione a lungo periodo, lavorando costantemente affinché il profitto, (che era ed è fondamentale alla fine di ogni processo) sia una conseguenza di questo ecosistema sostenibile. Su questi temi concordo pienamente con te Enrico.