470 candidature, nemmeno una risposta!
Proprio oggi le analytics della mia ricerca di lavoro tramite LinkedIn, mi comunicano che negli ultimi due anni ho inviato la mia candidatura a ben 470 annunci di lavoro.
Scrivo questo articolo per due importanti ragioni che vorrei condividere con chi avrà voglia di leggere e magari commentare:
- da nessuna di queste candidature è mai arrivato un follow up, nè una telefonata o e-mail di approfondimento, né tantomeno un colloquio conoscitivo, se non una serie di risposte negative sterili e standard (aziende diverse, stesso testo: ma quanto siete poveri!?) da parte di quelle aziende che almeno si sono degnate di inserire un automatismo a riguardo nel proprio sistema di gestione dei candidati; e come potrei migliorare la stesura del mio CV senza feedback?
- a maggio 2017, in funzione di un processo di cambiamento interno a seguito del quale il mio ruolo è stato dismesso, ho scelto di lasciare l’azienda per cui lavoravo e ho trovato un nuovo lavoro grazie esclusivamente alle mie relazioni personali
Capirete bene che, se già riflettevo da tempo sul ruolo, la reale competenza e l’utilità delle agenzie di recruiting e dei recruiters interni (che ho visto personalmente fare danni inenarrabili), dopo questa vicenda la mia opinione a riguardo ha maturato delle inconfutabili certezze.
Per uno che ama i dati come me, 470 candidature in due anni (quasi 1 per ogni giorno lavorativo) rientrano nella legge dei grandi numeri e non ricevere mai (e sottolineo mai) una richiesta di approfondimento, per me ha dell’inverosimile.
Premetto che il mio, come quello di tanti altri, CV è tutt’altro che perfetto (ma poi quale sarebbe perfetto?), ma ho certamente esperienza commerciale, di marketing ed eventi da vendere e mi sembra questo tanto chiaro, quanto invece incredibile che non sia mai servita per far richiamare un candidato come me anche solo per un approfondimento.
Vi risparmio la frustrazione di dovere ogni volta compilare l’ennesimo modulo automatico con tanto di lettera di presentazione accattivante scritta a manina e registrazione di credenziali, per poi dover ricompilare tutto a mano perché il sistema non è poi così automatico e non rileva le informazioni dal CV (e qui le maledizioni si sprecano!) o va in crash. Suona familiare?
Attraverso altri canali di ricerca e grazie a relazioni personali ho avuto nel tempo qualche colloquio con alcuni recruiters e proprio da questi ho ricevuto la “santa illuminazione” e mi sono reso conto dell’assurdità delle valutazioni:
- la scrematura fatta con i tool automatici ti taglia fuori se non hai inserito alcuni elementi chiave (che magari hai) nel modo in cui il sistema li rileva (WOW!)
- una volta hai sì esperienza, ma non proprio in quel settore lì (e va beh)
- un’altra hai tantissime skills ma ti manca proprio quella lì (ma che sfiga)
- un’altra ancora, faresti proprio al caso nostro, ma il tuo attuale livello e/o stipendio è troppo alto (ma fatemi il piacere, per non dire altro!)
- la mia preferita però è quando il recruiter non capisce le infinite sfumature, competenze e skills che ci sono dietro una tua esperienza perché, non avendo mai lavorato un giorno della sua vita ( a parte fare il recruiter), semplicemente ignora cosa accade nel mondo là fuori!
Detto questo, è bastato comunicare che lasciavo l’azienda affinché diverse persone che mi conoscevano professionalmente mi offrissero delle opportunità, una delle quali è stata oggetto di scelta reciproca.
In conclusione, il mio suggerimento è di non investire troppo tempo rispondendo agli annunci, ma di coltivare il più possibile relazioni personali.
Per i più giovani (ma anche per gli altri) attività ludico/artistico/sportive, aperitivi, serate in club di qualsivoglia natura, convegni e conferenze, sono tutte occasioni di socializzazione per instaurare e consolidare relazioni personali preziose che ci torneranno molto utili anche per la ricerca di un lavoro.
Per i più navigati, in aggiunta, i nostri concorrenti e clienti, sono quelli più indicati a cui rivolgerci per cambiare lavoro perché sapranno valutare con la giusta competenza la nostra professionalità.
E dunque: abbasso i recruiters di presunta professione e viva i professionisti di ogni ambito e specializzazione!
IT Service Manager presso DPV S.p.a.
7 anniUna storia tristemente vera! Dalla prima all'ultima lettera vissuto tutto sulla mia pelle. In bocca al lupo Antonio