Tutela delle risorse idriche nei Comuni: perché un ecosistema digitale può produrre vera efficienza
Il PNRR individua nel dettaglio della Missione2 l’investimento per la “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”. L’obiettivo mette in evidenza la pesante criticità nel settore della gestione delle reti idriche del nostro Paese. Lo stesso Piano indica la via per risolvere questa grave carenza: digitalizzazione e monitoraggio delle reti. Indicazione che può essere tradotta con la messa in opera di sistemi digitali integrati a supporto dell’intera filiera della distribuzione idrica.
Come le trasformazioni digitali delle altre infrastrutture pubbliche, anche quella del sistema idrico deve essere concepita con una visione di insieme. Dalla digitalizzazione integrata ne consegue una conduzione puntuale ed efficace di tutto il ciclo di erogazione dell’acqua attraverso un unico processo end to end. La strategia consiste nell’utilizzare un’ampia rete di dispositivi intelligenti (smart metering e sensori IoT, ad esempio) e di tecnologie di Big Data Analytics, oltre che di sistemi ERP, per monitorare e gestire l’intero processo.
L’ottimizzazione della filiera di distribuzione attraverso il digitale fornisce informazioni – ricavate anche in modo trasversale - riguardanti la qualità della risorsa e dei processi operativi e lo stato di fatto delle infrastrutture fisiche. La visualizzazione e l’analisi dei dati porta alla programmazione degli interventi nell’immediato e proattivi e a stabilire le loro priorità. Non solo, il sistema digitale affiancato da tecnologie di telerilevamento è in grado di orientare verso il possibile aumento della richiesta di acqua e verso la resilienza della rete idrica rispetto al cambiamento climatico.
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Un sistema di azione complesso ma efficace che, se letto in veste di cluster tecnologico, riesce da solo ad aumentare l’efficienza operativa del ciclo, ad andare incontro alle esigenze di sostenibilità e resilienza del processo, a ridurre le spese, a contrastare le morosità e, infine, a facilitare il dialogo delle Amministrazioni delegate al servizio con gli stakeholder e con gli utenti.
In Italia la digital transformation integrata del comparto idrico non è adottata in larga scala, sebbene abbia un alto potenziale di benefici. Gli investimenti digitali nel settore sono in aumento, anche se per lo più indirizzati a segmenti specifici. Il PNRR ne rinnova l’impulso (313 mln di euro per il Meridione messi a bando dal MIMS a novembre), ancora, però, gli stanziamenti non sono sufficienti per le esigenze di tutto il territorio nazionale. Rimane anche, purtroppo, il gap di copertura di una rete di adeguata connettività in alcune aree del Paese che funziona da fattore frenante.
In molti casi la realizzazione di sistemi digitali della portata descritta vede lo sbocco attraverso l’attuazione di sinergie operative pubblico-privato, dove le Istituzioni locali fungono da cabina di regia e il privato fornisce l’apporto di competenze digitali, capacità innovativa e risorse finanziarie, in project financing. Lo scopo condiviso è quello di creare ecosistemi digitali che configurino nell’ambito idrico le soluzioni più semplici, il beneficio più ampio e la sostenibilità del processo.
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2 anniQuesto è un chiaro esempio di come la tecnologia possa essere efficace per migliorare la gestione di una risorsa "antica" come l'acqua. Bene prezioso e alla base di tutto il concetto di sostenibilità, la vetusta rete idrica italianaha un livello di spreco elevatissimo, che raggiunge punte incredibili proprio in quelle regioni dove ce n'è più bisogno. Dunque, questa è la strada giusta: sono contento che la vostra azione innovatrice, Stefano, sia attiva anche in questo settore.