A TUTTI VOI CHE VI PRENDETE CURA DI UN MALATO DI ALZHEIMER
CARISSIMI,
assistere un malato di Alzheimer richiede notevole resistenza fisica e mentale. Laddove riuscite pragmaticamente a far fronte alle richieste, le energie personali vanno via via esaurendosi. Il vostro essere è messo a dura prova dai quotidiani attacchi che ricevete dalla malattia, di cui chi assistite è ambasciatore inconsapevole. È un messaggero ignaro di un male oscuro. Quanto egli è spaventato, tanto lo potete essere voi. È la cosa più naturale del mondo.
Può essere che sentiate minata la vostra identità personale, nella figura di figlia, di marito, di assistente. Quando leggete quel lampo aggressivo negli occhi dell’altro, è difficile sfuggire al senso di colpa. E che dire delle ondate di sconforto del vostro assistito, che arrivano impetuose e che lasciano sul bagnasciuga detriti di impotenza, di rimorso, di rimpianto. O, più semplicemente, può assalirvi improvvisa la disperazione, per un evento di vita che di certo nessuno di voi si merita.
E di cui non siete responsabili. E nonostante ciò continuate ad essere lì.
La malattia di Alzheimer colpisce un individuo, ma non solo. Anche voi avete bisogno di prendervi cura di voi stessi. Per far fronte a questo momento estremamente difficile, per poter essere presenti nelle cose per voi importanti, per poter andare avanti con la vostra vita. Perché anche voi meritate un conforto, una condivisione, uno sfogo, una ricarica. Non è debolezza, anzi, è coraggio di vedere che state accusando il colpo, come è naturale che sia. Vi chiedo quindi di badare anche a voi. E nel caso di chiedere una mano. E di lasciarvi aiutare.
Dott.ssa Angelica Gandolfi