Un anno dopo
Uno shock secondo solo all’11 settembre. Fanatici che scalano le facciate, sfondano le finestre, sfilano tra le statue dei Padri fondatori che sembrano assistere impotenti, devastano l’ufficio di Nancy Pelosi. Donald Trump che non interviene. “Andate a casa, vi voglio bene. L’elezione è stata rubata” dirà dopo qualche ora.
Nel 2004 Kerry decise di non contestare il risultato dell’Ohio, nonostante i dubbi in qualche contea, per evitare lunghe discussioni. Il rifiuto di Trump di accettare il risultato delle elezioni non ha precedenti. Il 6 gennaio 2021 si è oltrepassata una linea, quella del funzionamento delle istituzioni.
A novembre ci saranno le elezioni di medio termine. Molti dei repubblicani farebbero a meno di Trump, però hanno paura di offenderlo, e hanno bisogno di quella parte significativa di elettorato che sostiene ancora l’ex Presidente. C’è una cosa, però, su cui sono tutti uniti: cambiare le regole elettorali. Dunque, che cosa ci aspetta?
Trump è ancora molto forte. Come si spiega? Con la debolezza della controparte? Biden ha vinto perché c’era il virus, quello che non pare volerci lasciare in pace. D’altronde l’economia di Trump andava bene. Probabilmente senza il covid avrebbe vinto lui. La promessa era “sconfiggeremo il covid e ripartirà l’economia”. Ma il virus, non per colpa di Biden, c’è ancora e l’economia arranca. Poi c’è il fiasco in Afghanistan. Gli inciampi di Biden, alcune debolezze della Harris – rimasta un po’ in ombra – rafforzano i repubblicani.
Che cosa ci aspetta? Non ci resta che attendere e continuare a studiare, ad osservare.