Un mutuo di 15 mila euro per ripartire dopo il sisma. La storia dell’allevatore ascolano Marco Ranelli

Un mutuo di 15 mila euro per ripartire dopo il sisma. La storia dell’allevatore ascolano Marco Ranelli

ASCOLI PICENO – Prima la terra che trema, poi metri di neve caduti giù durante i mesi invernali e il ghiaccio. E’ così che molti dei vitelli e gran parte delle mucche dell’allevatore ascolano Marco Ranelli non sono riusciti a superare l’invernata del 2017. La scossa di terremoto registrata il 30 ottobre, infatti, aveva ha reso inagibile i suoi due capannoni dislocati nella zona montana tra San Marco e San Giacomo. In uno di questi due capannoni trovavano riparo, durante la stagione invernale, quando all’altezza di mille, 1200, scendono metri e metri di neve, i circa 50 capi di mucche marchigiane iscritte nel Libro genetico di sua proprietà. Per questo è stato inevitabile per lui accendere immediatamente un mutuo di 15 mila euro per poter subito usufruire di un altro capannone prima che il freddo, il ghiaccio e la neve potessero distruggere tutto il suo lavoro e dunque la sua fonte di redditto. Ranelli, oggi quarantenne, fin dall’età di 18 anni si è sempre prodigato per diventare un buon allevatore di bestiame. Infatti dopo aver frequentato l’Istituto agrario ha deciso di investire la sua formazione nell’allevamento. Una passione che in parte ha ereditato da suo padre e prima ancora da suo nonno che erano allevatori, ma di cavalli.

“Per la mia azienda si è trattato di una grande perdita, in quanto non sono riuscito a mettere al riparo dal freddo tutto il bestiame – afferma il titolare dell’omonima azienda agricola biologica “Ranelli Marco” – . Per l’arrivo della tensostruttura, da parte della Regione, ho dovuto aspettare la primavera del 2017 e non è stato facile. Certo è che il Comune mi ha aiutato nel rimuove i cumuli di neve che nel frattempo circondavano gli animali”. Il Consorzio di bonifica delle Marche a riguardo si è subito attivato per la movimentazione del terreno e cura del basamento con della ghiaia dove poi sono state collocate le nuove tensostrutture. Una donata dalla Regione e l’altra acquistata accendendo un muto. Ma oltre ai capannoni Ranelli ha dovuto far fronte anche ad un’altra perdita, ovvero i suoi due silos che contenevano grano e cereali che servivano a sfamare gli animali e che il sisma aveva reso instabili, e poi sotto il peso della neve erano caduti.

Nell’ambito del progetto RImPRESA a sostegno delle aziende colpite dal sisma la Cia Confederazione agricoltori provinciale si è subito attivata affinché venissero donati due silos all’azienda agricola di Ranelli, agricoltore associato a questa realtà. Ma il sisma continua ancora ad avere delle forti ripercussioni su quelle che sono le strutture ricettive dell’entroterra ascolano come spiega Ranelli. “Insieme a mia madre gestisco un agriturismo “Il castagneto” che si trova nella frazione Colle, ed è evidente che la gente ha paura di tornare nel nostro territorio”. Ma non ci sono solo le conseguenze del sisma ha rendere ancora più difficile il lavoro degli allevatori nel Piceno di per sé già faticoso. “L’allevamento sta vivendo una fase di crisi resa ancora più importante a causa del ritardo che stiamo riscontrando nel ricevere i contributi Pac- continua Ranelli-. Inoltre la concorrenza straniera, di prodotti come carni e olio, che vengono immessi nel nostro mercato a prezzi stracciati, mettono in ginocchio le nostre produzioni di qualità”.

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