Un racconto tecnico-emotivo sulla Fiat Barchetta, una delle più fruibili e divertenti vetture youngtimer italiane
Fiat Barchetta, esemplare del 2001

Un racconto tecnico-emotivo sulla Fiat Barchetta, una delle più fruibili e divertenti vetture youngtimer italiane

EMOZIONE BARCHETTA Talvolta accade di vivere una vettura in modo intenso, soprattutto se a questa si è legati da più motivi. Umani, tecnici, storici e emotivi. Ganci potenti che attirano, stringono, la rendono presente nei nostri pensieri. Anche quando è lontana, chiusa in garage. E’ bello rivederla, staccare i cavi del mantenitore, vedere quel motore incastonato nel cofano così basso e affusolato. Antro tutto pieno, con un suo ordine preciso. Di lui si sa tutto: punti deboli, punti di forza e manutenzioni da fare. Ma quanto si chiude si ricompone la sua splendida linea, frutto di designer che abbiamo imparato a conoscere bene. Ci abbiamo parlato, imparando a conoscere il perché di ogni sua linea e il perché della scelta definitiva. Tanti pensieri che poi lasciano spazio al piacere di ammirarne le linee, facendo scorrere la mano sui parafanghi in rilievo. Poi arrivare il momento di aprirla, schiacciando quel bottone per far emergere la maniglia. Come sulla Fiat 8V, un piccolo lasciato di una grande parente di tanti anni fa. Quando si sale sulla Barchetta si entra in un abito su misura. Tutto, nel piccolo abitacolo, è dove deve essere. I materiali, anche a distanza di tempo, reggono bene: a me si è solo sgualcita la pelle della leva del cambio, che ho prontamente cambiato. Prima di accenderla apro il piccolo sportellino tra i sedili per prendere i guanti in pelle da guida, che presi in una bancherella di Goodwood anni fa. E’ giunto il momento di accenderla. Se ben messo a punto il 1.8 16 valvole fa un bel suono, ancora più piacevole quando raggiunge la temperatura ottimale. Non tiro mai in città: da anni, da quando la mia Barchetta (appartenuta anche a mio a padre) non è più la mia prima vettura, ho deciso di farla “vivere” soprattutto fuori città, complice una mia opinione ormai consolidata: questa vettura e la città non devono coesistere. Me ne accorsi anni fa, mentre rientravo dall’ufficio. Per la prima volta provai un senso di fastidio ad essere alla sua guida. Poi capii: l’avevo guidata troppo e pilotata troppe poche volte. Da allora la “piloto” solo, la prendo per il puro piacere di guida e non la uso come puro mezzo di trasporto. Quando la uso faccio spesso la vecchia strada che conduce a Pino Torinese, una bella salita che da Torino porta alla collina verso Chieri. Poi di lì c’è una marea di varianti, mille combinazioni di strade. Lei è precisa, trasmette molte cose. La sua migliore qualità è di sicuro la sensibilità dello sterzo. Non nel senso classico: in questo caso sempre che ruote anteriori facciano parte dei tuoi sensi. Il motore è da capire: bisogna sempre tenerlo ad un certo numero di giri (altino) perché, come tutti i plurivalvole gira bene “alto”. L’assetto asseconda uno stile di guida veloce, ma occorre trovare il giusto limite per apprezzare in pieno le caratteristiche della Barchetta. Non si deve strafare in parole povere. Il cambio è abbastanza preciso, ma occorre tenere conto che non è nato per la guida sportiva: la spaziatura è migliorabile e, almeno sulla mia, la terza entra sempre con un filo di resistenza. L’inserimento in curva, quando si arriva un po’ decisi, è quello tipico delle trazioni anteriori: leggermente sottosterzante. Fare andare veloce una Barchetta è semplice. Meno intuitivo è trovare la velocità giusta: il giusto mix tra l’ebbrezza della guida, il divertimento ma anche la rilassatezza. Anche d’inverno, nella giornate miti, è bello abbassare la capote, accendere il riscaldamento al massimo e gustarsi qualche bella strada in collina. La cosa bella della Barchetta è che, pur essendo “nata” nel 1994, ha in sé sia cose tipiche delle spider del passato (il piccolo parabrezza e il sedile per niente “incassato”) sia elementi moderni che la rendono fruibile e facile da guidare. Una magia che la rende unica.

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Lorenzo Zanaboni

Economic & Financial observer

4 anni

Eccola la tua barchetta! È sempre piacevole condividere quelle belle sensazioni che solo una “vecchia” auto ti sa regalare. Le attenzioni che le rivolgiamo sono ampiamente ricompensate dal piacere intenso che ci regala alla guida, ma anche solo al pensiero che sia nostra. Nostalgia dei tempi passati? Non solo: il futuro infatti si può costruire solo ripercorrendo una storia con mente aperta e proattiva

Luciano Marchisio

Dottore Commercialista - Libero Professionista - Studio Professionale Associato "STUDIO MARCHISIO"

4 anni

Ricordo con simpatia Tuo Padre.

Storia di una grande amore tra te e la tua quattro ruote.

Lei è le tue radici, lei è la tua essenza, lei in fondo è te.

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