UN RELIGIOSO DECLINO?
Una newsletter che con ritrovata fede si appresta ad affrontare un tema mistico: il turismo religioso. Un susseguirsi di dati, esperienze personali ed impressioni sul settore basteranno per portare avanti la tesi che stia vivendo un declino malcelato? Almeno per i Santi santuari europei.
Ogni anno di questi tempi la App Foto di Google mi fa "rivivere un ricordo particolare scelto per me” di una vacanza in Portogallo, precisamente del 20 ottobre 2017. Ho poche foto di me che reputo belle, ma questa ha un suo perché, forse a questo servono le foto ricordo. In quel giorno afoso di ottobre avevo appena vinto la Sanctuary Cup (competizione non riconosciuta dal Vaticano ed istituita all'epoca assieme ad alcuni amici) portando a termine la visita a Medjugorje, Lourdes e Fatima.
A 25 anni pensavo di aver raggiunto il mio apice a livello di turismo religioso (8 anni prima ero stato anche in “Terra Santa”: pellegrino per turismo) e lo celebravo come un trequartista brasiliano esulterebbe dopo un gol: alzando le mani verso il cielo ed indossando una maglietta commemorativa di quella che per me era un’impresa dal significato…laico.
DOVE PELLEGRINI?
L'apice però era solo il mio, personale, e non certo riferito al turismo religioso. Nell'immaginario comune italiano, questa forma di turismo combacia con pullman di arzille signore spinti a destinazione a suon di rosari, canzoni, barzellette e del chiacchiericcio indistinto.
Quegli autobus hanno permesso a generazioni di venerande signore di venerare icone ed affollare luoghi di culto più o meno vicini a casa loro. La ragione di viaggio delle fede ha contribuito ad abbattere più distanze mentali che fisiche. La ricerca della spiritualità è stato un movente per spingere fuori dalla propria comfort zone signori e signore che non avevano la cultura del viaggio, inteso come scoperta.
Il turismo religioso è un insieme di stelle comete che orbitano tra luoghi sacri in località remote ma che tra gli anni ’80 ed il 2010 sono diventate a tutte gli effetti mete turistiche, con tutti i crismi del caso: negozi per souvenir di bassa lega, libri di veggenti, ristoranti con menù turistici che offrono piatti tipici tradotti in lingue straniere ed ancora negozi per souvenir religiosi con rosari e statuette, ma questa volta consacrate da qualcuno di non meglio specificato. I pellegrinaggi sono sempre esistiti nella storia dell’uomo, ed anzi, tutti i conventi e luoghi sacri disponevano di "foresterie" per i pellegrini, semplicemente dagli anni ’80 la domanda è cambiata e l'offerta si è organizzata di conseguenza.
Queste stelle hanno creato una galassia che per anni è stata connessa grazie agli autobus parrocchiali che il sabato mattina presto partivano per portare i fedeli alla scoperta di luoghi di adorazione dopo la canonica tappa in Autogrill.
Le parrocchie hanno assunto il ruolo di tour operator, paragonabile per forma ai viaggi organizzati dai circoli aziendali, con la differenza che lo spirto che univa i gruppi di fedeli era uno spirito Santo, e non lavorativo. Tuttora esistono calendari di pellegrinaggi equiparabili ai cataloghi delle agenzie di viaggio.
I tempi erano talmente lontani che diverse parrocchie erano arrivate a proporre viaggi in Terra Santa, o “terra promessa”, dipende dal Testamento; Israele o Palestina, dipende dai punti di vista. Viaggi che oggi suonano come estremi, ed occasioni – forse – irripetibili. In Medio Oriente le rotte dei pellegrini anticipavano WeRoad (nata nel 2017) e compagnia bella: Sinai, Egitto, Giordania. Le foto di gruppo erano scattate con macchine analogiche al posto delle GoPro.
Venivano instaurate partnership con noleggi di pullman, e se il viaggio durava qualche giorno, allora i giorni erano scanditi da messe quotidiane recitate dal Don accompagnatore. Se non fosse durato più di qualche giorno, allora il pellegrinaggio si sarebbe tenuto nel fine settimana, e quindi una messa ci scappava comunque. Andate in pace, Amen. Tutti si risvegliavano dal torpore della celebrazione effettivamente felici di essere lì.
Esattamente come un tifoso torna allo stadio, Paolo Brosio andava a pregare a Medjugorje, accumunando il calcio e la fede sempre sulle reti Mediaset. I fedeli possono compiere svariati pellegrinaggi a stagione, di medio o lungo raggio in base alle loro disponibilità economiche.
Il Pellegrinaggio è “quel viaggio da fare una volta nella vita”, per soddisfare il proprio credo religioso e per realizzarsi come credenti attraverso la ricerca (fisica) della fede. I santuari danno spazio alla spiritualità, i fedeli la inseguono, la curia la lascia libera di aleggiare in cambio però di un'offerta, altrettanto libera.
È un business. Orientato ad un target poco spendente rispetto ad altre forme di turismo, e come tale vedeva una spesa pro capite di 51€ a testa per giorno, e contava 5,6 milioni di presenze (questo nel 2013, secondo Formazione Turismo).
POCHI CLICK, FINITI I RULLINI
I numeri odierni sono in cerca di ripresa dal post pandemia e nostalgici non solo del tanto rimpianto 2019 – come anno di riferimento per la mobilità mondiale-, ma forse anche del 2016, quando venne indetto da Papa Francesco il Giubileo Straordinario della Misericordia.
Il Giubileo in questione ha accolto a Roma 21 milioni di pellegrini riporta Avvenire. Fu definito “un successo silenzioso” da La Stampa. Il Giubileo precedente, quello ordinario del 2000 con cadenza ogni 25 anni, era stato officiato da Papa Giovanni Paolo II e vide le stime delle presenze in Vaticano oscillare tra 24 e 31 milioni, a seconda delle fonti*.
Se in generale il campo del turismo prolifera di report, guide, dépliant, articoli redatti da professori, ricercatori, esperti, stagisti, reporter e pure turisti; non si può dire lo stesso per la dottrina del turismo religioso, dove il reperire informazioni – dati numerici tipo presenze e serie storiche – diventa un lavoro più complesso per l’assenza di dati.
Le ragioni per lo scarso interesse verso questa forma di turismo possono essere molteplici:
La conferma del disinteresse verso la materia arriva implicitamente dalla UNWTO (l’ente mondiale del turismo in capo alle Nazioni Unite), la quale dal 2017 ha sostanzialmente smesso di pubblicare sul suo sito notizie sul turismo religioso ed i relativi congressi; i quali francamente mi auspico si stiano ancora svolgendo.
Nel dubbio ecco il link al video integrale di quello tenutosi Fatima esattamente un mese dopo che io visitai il santuario. Ad esempio, se sul sito della UNWTO si ricercano parole come “Sustainable” escono 30 pagine di risultati di conferenze, report, soluzioni ai problemi del mondo e quant’altro. Alla parola “Gastronomy” corrispondono 5 pagine su nuovi itinerari e culture culinarie da tutelare, per Wildlife le pagine due. La verità è una: i trend sono altri, sono cambiati.
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*Fonti: giunti alla 29esima edizione vale la pena parlarne. Turismi del Turismo è una newsletter umorale che si alimenta di leggende orali, vicende narrate, viste e talvolta vissute. Oltre a queste testimonianze, di carattere personale, le newsletter sempre hanno dei link con riferimento alle fonti. Si tratta generalmente di giornali online che non necessariamente parlano di turismo. Testate reputate attendibili o comunque seguite – popolari -, nulla di eccessivamente scientifico, niente riferimenti espliciti a paper accademici, se proprio qualche report di istituzioni.
Questo per dire che per l’edizione ventinove di Turismi del Turismo ha attinto acqua da tutte le fonti.
FUMATA GRIGIA
Gli anni d’oro dei Papaboys sembrano essere passati proprio assieme a gli anni degli 883; anche se le giornate mondiali della gioventù continuano a far ballare i giovani fan boy episcopali.
Agli albori i loro raduni erano paragonati a dei concerti rock anni ‘70, come raccontano gli stessi su Papaboys.org. Nel 2023 i giovani seguaci del papa ballano alla GMG di Lisbona a ritmo di techno prima della celebrazione liturgica di Francesco. Il DJ set di Don Guilherme Peixoto ci fa sentire come la musica sia cambiata, e indubbiamente lo è anche la chiesa e con lei i suoi fedeli-turisti adeguatisi ai tempi.
Un altro indizio potrebbe essere di carattere visivo. Basti osservare l’affluenza dei fedeli in Piazza San Pietro durante gli Angelus. Sfogliando l’archivio fotografico di Getty Images, si ha l’impressione che le “folle” siano in diminuzione. Si trovano meno foto degli anni 2019 -2023, rispetto che a tutto il decennio precedente; certo andrebbe considerata la rapidità e gli altri canali su cui viaggiano le immagini nel 2023. Tuttavia, le foto in archivio risultano essere primi piani del pontefice e poche masse compatte di pellegrini cinte dal colonnato del Bernini.
Ufficialmente i dati sui fedeli presenti vengono annunciati tramite la Prefettura della Casa Pontificia, così riportano gli articoli dei giornali locali che celebrano il loro gruppo della parrocchia andato in pellegrinaggio (loro sì, a Roma). Il sito della Prefettura della Casa Pontificia – come quello di ogni prefettura – sembra però essere rimasto ai tempi di Benedetto XVI e di dati nemmeno l’ombra.
SALTUARI SANTUARI
Anche nel caso di Lourdes le informazioni rimangono nebulose. Nel sud ovest della Francia si trova il santuario più visitato d’Europa con milioni di visitatori annui (essere vaghi è d’obbligo, ma fonti dicono tra i 6 ed i 9 milioni di cui però solo 455.000 effettivamente malati, dato 2019 dal sito ufficiale).
Il turismo dei santuari sta uscendo dalla pandemia con qualche magagna, ma con la voglia di ripensare il suo modello di destinazione turistica, secondo National Geographic. Avvenire parla di numeri dimezzati e Le Monde conferma. Il Foglio invece parla di ritrovato splendore a livello spirituale. Il Messaggero, nella sua sezione di Frosinone racconta invece di una truffa ai danni di un pullman di pellegrini che non è potuto salpare dalla Ciociaria ai Pirenei.
Linkiesta ne ha parlato nel 2021 accennando alla crisi post-Covid, di cui soffre anche Medjugorje. Fanpage.it si focalizza sugli imprenditori italiani che vi hanno aperto un business e sul fatto che vi sia persino un ufficio consolare onorario, dovessero servire i servizi consolari.
A San Giovanni Rotondo, dove aleggia lo spirito di Padre Pio, gli affari sembrano aver intrapreso una vera a propria via Crucis, tanto che la scorsa settimana ne ha scritto Repubblica. Ci sarebbe bisogno di un miracolo per tornare a riempire i 6500 posti dell’auditorium griffato Renzo Piano, e tutti gli hotel spuntati nei suoi dintorni dopo la santificazione di Pio avvenuta nel 2002. Tuttavia, tra gli operatori locali c’è chi sostiene che il calvario sia lontano e che nel mentre varrebbe la pena riabituarsi a questo purgatorio sotto forma di bassa stagione costante.
Nel 2025 il Giubileo tornerà a bussare alla Porta Santa di San Pietro. A Roma già si parla di come rappezzare le buche, fornire mezzi, sistemare i gladiatori. Insomma, i soliti problemi che riguardano l’impero romano ed i suoi lasciti, diventati ormai oneri gestionali per la città eterna che racchiude la città dell’eternità.
Mons. Fisichella annuncia 32 milioni di pellegrini: numeri da invasione.
#turismoinsostenibile
Se sei arrivat* fin qui, grazie e Amen,
Dav
BONUS TOPIC
Per non essere eccessivamente monoteisti è bene considerare le altri religioni, o gli altri continenti quali luoghi cardine del Turismo Religioso mondiale. È palese l’incompletezza di quanto sopra se non si considerano i flussi movimentati al di fuori dell'Europa. Per l’Islam, anche la Mecca sta subendo dei cali di fedeli, ma va detto che il suo complesso sistema di accesso non aiuta a soddisfare la domanda.
Al tempo stesso non si può sottostimare l’Induismo, che sta immolando - attraverso canali istutuzionali - la città sacra di Varanasi al turismo. Considerato religioso per gli indiani e spirituale per tutti gli altri, la semantica è importante, qualsiasi accezione si voglia dare al termine spirituale.
Per questi temi e per altri santuari, non è da escludere in futuro un' appendice di Turismi del Turismo bis.