Una scelta nuova ed una vecchia (quasi) sempre. Ma davvero?
Ho aspettato qualche tempo prima di avere le idee chiare su quello che è successo nei giorni scorsi agli Stati Uniti. In primo luogo perchè a caldo le idee sono spesso fuori fuoco e fuori luogo. Viaggiano più sull'onda emozionale che su quella razionale e questo è sbagliato quasi sempre.
La soglia da oltrepassare per diventare presidente è di 270 grandi elettori (pari cioè al numero di senatori e di deputati che un partito/candidato manda al Congresso degli Stati Uniti). Trump ne ha conquistati 290 contro i 213 di Hillary Clinton.
Molti, quasi tutti, hanno spiegato questa vittoria come la vittoria di un sistema che ha sfruttato il marketing in maniera migliore. Io non sono d'accordo.
Entrambi i candidati hanno offerto campagne assolutamente sotto tono e al di sotto delle ultime due indiscutibilmente innovative che ha realizzato lo staff del presidente uscente Obama. Si sono sfidati molto di più sul piano personale e sulle loro magagne varie, si sono ripresi sulle loro malefatte ma a conti fatti, se davvero riflettiamo le loro politiche su molti punti erano quasi coincidenti.
Hillary Clinton era una strada nuova. In quanto donna, solo per questo. In realtà lei è dentro all'establishment da anni ed è stato proprio questo il suo peccato non molto veniale. Trump "il conservatore" invece, pur essendo attaccato con kilometri di catene a dei valori tradizionali (per non dire cavernicoli) rappresentava davvero la novità, quello che non si era mai visto e colui il quale avrebbe davvero rappresentato la gente normale. Questo a prescindere dai valori e dagli ideali che esso esprime.
Quindi, di sicuro, e in qualsiasi modo la si possa guardare, gli amici americani hanno avuto la possibilità di scegliere qualcosa di nuovo. Così come avevano gia fatto 4 anni fa ed 8 anni fa con Obama, primo presidente di colore.
Ecco appunto, la vera novità era arrivata 8 anni fa e che siamo d'accordo o no, le cose che in questi anni ha fatto o ha provato a fare il presidente uscente sono state abbastanza nuove. "Si ma le guerre?" giusto... la Siria e company. Si questa è una giusta osservazione ma del resto io non ricordo nessun mandato di nessun presidente in cui i pacifisti statunitensi non abbiano messo armi e naso in qualche conflitto. Ovviamente mi domando per qualsiasi conflitto, se è giusto che siano coinvolte altre potenze, perchè e come devono essere coinvolte. Non lo so. Non sono un grande esperto di conflitti. Di sicuro dico che ObamaCare come riforma mi piaceva, ci sarà voluto fegato per provarci.
Ma torniamo a Hillari vs Donald.
Nessun messaggio rivoluzionario da parte di nessuno dei due. Sembravano davvero due campagne di un piccolo comune Italiano, come quelle che ho vissuto in prima persona. Una chiedeva il consenso, quasi il permesso, di continuare quello che avrebbe voluto continuare Barack Obama ed il Partito Democratico (anche se ho dei dubbi). L'altro che, copiando e cercando di emulare casi di successo del suo partito (Reagan e Schwarzenegger in primis), cavalcava con successo l'onda potente del populismo e della paura in una nazione che, negli ultimi anni, ha scoperto un sacco di cose che non sapeva nemmeno esistessero (manifestazioni di operai e nascita di sindacati).
Il marketing di Trump? sparare a zero in stile Salviniano/Bossiano per capirci, al fine di accontentare ed alimentare il fuoco della paura. Semplice. Questo paga quasi sempre, soprattutto quando la paura è reale. Pensate che funziona anche quando tutto va bene, figuriamoci in questi tempi!
Hillary ha seguito una snob (ed aristocratica quasi) strada per promuoversi e promuovere il suo staff. Noiosa molto noiosa. Retorica perfino.
Due fra le campagne con meno speranza nel futuro di sempre a mio avviso.
L'unica cosa certa è che, per l'ennesima volta LORO, hanno avuto la possibilità di scegliere una figura innovativa. Il primo presidente donna. La Clinton non era il soggetto giusto ma chissà... io spero in un presidente donna e di colore. Dovrà aspettare altri 4 anni.